maranatha!

10 marzo 2022, 2


Occhio bendato mondo sfocato
La scrittrice Guadalupe Nettel è nata a Città del Messico, ma vive e lavora a BarcellonaEra un raduno di ragazze. Erano lì nella sera di Roma contente di passare del tempo con Guadalupe Nettel, il suo sorriso timido invincibile, i suoi occhi strani che vedono tutto, perciò bellissimi. Guadalupe è una scrittrice, è messicana, passava da Roma per raccontare del suo ultimo libro, “Il corpo in cui sono nata”, che è un libro magnifico – come gli altri suoi – dove si va a vivere per un po’, si resta, si vorrebbe non tornare. Nel libro c’è una nonna, anche nella vita di Guadalupe naturalmente e nelle nostre, tutte, perciò si è cominciato a raccontare aneddoti, ciascuna il suo, e sembrava che le nonne fossero tutte una nonna sola.Anche nella “Vita mortale e immortale della bambina di Milano” di Domenico Starnone c’è una nonna e una delle ragazze ha raccontato di quella nonna lì, che parla solo dialetto, capisce subito quando il nipote si innamora e sa quando è meglio tacere. Si vede che la nonna di Starnone gli piaceva più della sua, o forse lei la sua non l’aveva conosciuta. Nessuna ha chiesto. C’era un’aria strana, come un magone e una malinconia senza ragione, ma inevitabile. Una ha detto: non ho mica più tanta voglia di uscire da casa, sapete? Non ho più voglia di fare niente.Vorrei solo dormire. Un’altra ha detto: l’unico rifugio che c’è è il nostro lavoro. Bisogna farlo con tutte le forze, meglio di sempre. Come fosse un giardino, curarlo. Una ha detto: eh. Un’altra ha detto che nei giardini quando crescono le erbacce bisogna strapparle, il problema è se l’erbaccia sei tu. Tutte l’hanno guardata. Guadalupe allora ha detto dell’occhio pigro, della benda, del mondo quando lo vedi sfocato. E com’è?, hanno chiesto le ragazze. Bello, volendo. E’ come te lo immagini, e basta.