maranatha!

15 marzo 2022, 3


Il lutto delle influencerOlga Buzova, 23,2 milioni di follower su Instagram, in lacrime dopo il blocco del social in RussiaOlga Buzova, 23,2 milioni di follower su Instagram, in lacrime dopo il blocco del social in RussiaSarebbe sensato non fare ironia sulle influencer russe in lacrime, autoritratte in accappatoio bianco e semipermanente color latte su unghie incompatibili con qualsiasi attività manuale che non sia ritoccare lo smalto medesimo perché - come dice una di loro - "questo è il mio lavoro, perderlo significa perdere tutto". Sarebbe saggio non indignarsi se singhiozzano per la "notizia orribile" della chiusura di Instagram commentando (sempre ovviamente sul profilo Instagram, si immagina non correndo sotto le bombe ma ben comodi nell'attività di questionare) che orribile semmai è morire sotto le macerie.Certo. Orribile è morire e veder morire. Detto questo ci si potrebbe sforzare di ricordarsi del tempo in cui viviamo, tempo che oltre ai soldati che bombardano vede attive, contemporaneamente e nello stesso luogo, milioni di persone che comunicano tra di loro attraverso i social, le immagini e i video scambiati attraverso Internet. Spesso, e specialmente quando gli altri mezzi di comunicazione tacciono, solo attraverso quelli. Togliere le piattaforme di condivisione significa isolare completamente chi parte e chi resta, chi fa rete, chi resiste, chi dissente.Poi c'è l'influencer con tot milioni di follower che dice "le notizie sul parto e sui figli le trovate su Telegram", quella che dà appuntamento "altrove, con un alter ego", chissà se si tratta di un altrove mistico o di un metaverso, quella che indossa un abito nero da funerale, comunque di macramè. Un lutto inconsolabile. Fanno sorridere, ma non sottovaluterei l'impatto della censura definitiva. Disattivare le funzioni essenziali dello smartphone, insomma togliere i telefoni: questo sì, più delle sanzioni, può suscitare rivolta.