maranatha!

18 marzo 2022, 3


Di Russia, Italia e alleati di governo
Matteo Salvini e Valdimir Putin in un incontro del 2014Ricordo che mi sorprese molto, ai tempi in cui Lega e Cinquestelle si preparavano a formare il governo, che al terzo punto dei trenta del celebre “programma” ci fosse “eliminare le sanzioni alla Russia”. Ricordo che mi chiesi, e chiesi, se davvero in un elenco di trenta questioni urgenti per il Paese sollevare la Russia dalle sanzioni fosse sul podio, al terzo posto. Prima di riforma del mercato del lavoro, tasse e pensioni, investimenti in salute e istruzione, per esempio.Ricordo che Di Maio, era il 2017, rispose – in tv, da Floris – “da quando abbiamo messo le sanzioni alla Russia abbiamo perso 5 miliardi di business per le piccole e medie imprese. Non siamo filorussi, siamo filoitaliani. Se le sanzioni danneggiano le nostre imprese vanno tolte”. Del resto Beppe Grillo aveva scritto nel suo blog: “Putin è quello che dice le cose più sensate sulla politica estera. L’embargo verso la Russia ci costa 7 miliardi di euro l’anno. Siamo a favore della revoca delle sanzioni”. Che fossero 5 o 7, i miliardi, era questione di interessi. Non solo di soldi si trattava invece per la Lega che, sempre nel 2017, aveva firmato un accordo col partito Russia Unita di Putin, accordo tuttora in vigore, che prevede tra l’altro “scambio di informazioni”.Quali informazioni, esattamente? A proposito di chi, di cosa? Tace, sui massacri, il leader più fotografato al mondo in compagnia di Putin, con colbacchi e senza. Il presidente di Forza Italia è impegnato in festeggiamenti, leggo. Quando ci si lamenta del ruolo marginale del governo italiano nelle trattative mi domando se dipenda solo da Draghi o anche dai componenti del suo governo. Di almeno tre: con dovute e notevoli differenze, certo. Non so.