maranatha!

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Le nevi perenni di Romagnoli Gabriele
24 Marzo 2022 alle 00:01 1 minuti di lettura La prima cosa bella di giovedì 24 marzo 2022 è che c’erano una volta le nevi perenni e che dovremmo difendere come fossero storia e famiglia quelle che sono rimaste. La pandemia, la guerra in Europa, gli amici e conoscenti che ti annunciano su Instagram “di aver iniziato un percorso che richiede coraggio”. Spengo tutto e vado via, a cercare qualcosa che resta. Una volta qui era tutto bianco, fino alla fine della primavera. E’ un ghiacciaio, sopra i tremila metri, doveva essere per sempre. Invece. Ha nevicato a novembre. “Poi uno starnuto”, dice la guida, a febbraio. E poi più niente. La pista da sci è una corsia da bowling. La montagna è calva. Il ghiacciaio una cuffia bianca che si ritira a ogni lavaggio. Guardiamo altrove e ci stiamo dimenticando che il mondo come l’abbiamo conosciuto sta finendo in un’altra maniera. Che niente più durerà quanto avremmo creduto. La neve era una questione di gentilezza. Il ghiaccio di resistenza. Senza, possiamo soltanto scivolare nell’ovvio, nel destino già scritto. Ti sei chiesto quando è stata l’ultima volta che ti ha piovuto in faccia? Devi avere una ditta di ombrelli per soffrirne? Se non dura questo, di certo non dureremo noi. Non sarebbe più bello riuscirci?