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13 aprile 2022, 5


Bellezze delle arti e stranezze dei suoi committenti?DiSalvatore Memeo -11 Aprile 2022A proposito del "Secentismo"Ognuno di noi ha il momento disarmonico che noi stessi, nell'altro, chiamiamo "stranezza".La cosa più strana, però, è: che chi è strano, la maggior parte di noi, nemmeno se ne accorge di esserlo. Questo per un motivo auto-immaginifico che suscita "immagini" di sé e cerca di sottoporle all'altro consigliandogli di accettarle o, ancora peggio, costringendolo alla sua "strana" ortodossia. Le nostre stranezze assumono fattezze che vanno dal ridicolo al tragico.Si chiama "Secentismo" il secolo delle stranezze, con gli addomesticati italiani, ridotti a servi (diceva Aristofane che, quando gli uomini diventano servi, Giove gli toglie la metà del senno). Oggi come oggi, non ne abbiamo recuperato per nulla anzi, a causa della nostra tendenza a dire sì, sembra che la nostra capacità di intendere si sia ridotta ulteriormente.Un "sì" e un "no", mano nella mano. Sono due opposti che si parlano. Si tengono per mano per comunicarsi, attraverso una stretta (impulso al cervello) secondo l'opportunità o lo svantaggio. Lo stesso come fanno soprano e tenore per bilanciare e dare pari tempo ai loro vocalizzi sulla scena: è la leggera stretta delle loro mani che decide la lunghezza della nota.Allorquando un "no" oppure un "sì" diventano assoluti e ognuno delle due parti in gioco (trattativa) ne detiene l'opposto: si resta fermi e impantanati e non si va da nessuna parte...Questo significa mantenere le proprie posizioni, le proprie idee: essere intransigenti insomma.Con un sì incondizionato, oppure estorto, o con l'intento di ricavarne benefici immeritati v'è il rischio di cadere in sottomissione e perdita di dominio. Si potrà finire in una forma di cortigianeria, di servilismo se il "sì" dissennato ha lasciato la mano del "no" ragionevole, poiché verrà a mancare quel "contatto" per dare impulso alla ragione ad indicare la via maestra...C'è stato un periodo in cui la politica da una parte e la religione dall'altra, avevano quasi azzerato la "ragione" dei singoli, sostituendola col loro pensiero di autorità e dominio. Man mano che la "stranezza" assumeva il volto autoritario, il gesuita, con le sue scomuniche, faceva il resto, senza apparire prevaricatore. Metteva in condizione una persona timorosa che, per paura di finire all'inferno dopo morto, a malincuore, accettava quello che gli veniva offerto, da vivo, sulla Terra.Però bisogna si guardi l'altra faccia della stessa medaglia, dove risalta, l'arte. Era appunto nelle arti figurative, spregiudicate e inaspettate nelle fattezze formali, a porre l'accento antitetico, quasi di rivalsa nei confronti del potere. Una forma di "ribellione" che si libera nei pazienti per scuotersi di qualcosa di opprimente, la malattia appunto, scatenando il pensiero in un "Fai da te". I sofisti greci sostennero il torto e il diritto facendo della ragione un gioco di parole illusorie. Ma veniamo al secentismo.