maranatha!

27 aprile 2022, 2


Il genere, il sesso e Marlene DumasLa mostra dedicata a Marlene Dumas a Palazzo GrassiLa mostra dedicata a Marlene Dumas a Palazzo GrassiDa noi, in Patria, ogni volta che c'è da fare una nomina uomini di mezza età si accaldano nei consigli di amministrazione lambiccandosi alla ricerca di "una donna" - indistinta, quota rosa, qualsiasi - ne basta una su dodici posti disponibili per aver salva la coscienza. Perché questo è lo spirito del tempo, giusto?, lo hanno capito anche i mandarini sempiterni: per fare "come si deve" bisogna trovare una donna, e chissà come procedono nella ricerca: se hanno salvato i nomi femminili tutti alla "D", se vanno a memoria, se chiedono alle mogli, alle figlie cinquantenni e alle giovani amanti un aiuto da casa.Non ci riescono quasi mai, avrete notato, e quando succede diventa notizia: perbacco, eccola, una donna. Forse - forse - è sbagliato il metodo. Si potrebbe procedere per meriti, per competenze, per qualità specifiche e poi all'interno di quelle osservare un equilibrio: tra i molto bravi a far quello che serve scegliere uomini e donne in parti uguali. Lo so, è una vecchia storia ma esco dalla Biennale curata da Cecilia Alemani (naturalmente indicata come la "Biennale delle donne", indeterminato plurale) con la sensazione rinnovata che le eccellenze tra gli spiriti illuminati siano distribuite a prescindere dai sessi, basta offrire tribuna a chi ha qualcosa da dire per averlo chiaro.Tra tutte l'esposizione di Marlene Dumas a Palazzo Grassi brilla per potenza visionaria, eretica e poetica, erotica, ironica. Le bocche, i sessi, le gallerie di volti (saranno maschi? Saranno femmine?) e non occorre essere giovani all'anagrafe per leggere il tempo, non è detto che un'artista di 68 anni non sia in grado di decifrare il futuro meglio di qualcuno dell'età dei suoi figli, o altrettanto. Pensa te.