maranatha!

9 maggio 2022, 4


L'organodi Romagnoli GabrieleL'organo04 Maggio 2022 alle 00:001 minuti di letturaLa prima cosa bella di mercoledì 4 maggio 2022 è la notte di un giorno di festa, in quella cattedrale vuota che è un ospedale silente, aspettando il miracolo laico: l'arrivo di un organo. Neppure quello strepitoso romanzo che è Riparare i viventi di Maylis De Kerangal aveva raccontato il protagonista di questa cerimonia della vita, perché di questo si tratta. I medici, con i loro gesti studiati e ripetuti, sempre precisi e immutabili; il paziente con la sua fede in una forma di resurrezione; il sacrificato, già lontano, assurto a una dimensione per noi inconcepibile; i parenti dell'uno e dell'altro, collegati dal pudore di sperare e la volontà di immaginare; i trasportatori, attenti e concentrati su un percorso che non ammette incidenti, non più. Ma al centro di tutto, dentro un contenitore freddo, in attesa di un corpo caldo, resta l'organo. Ci attribuiamo l'istinto di sopravvivenza come connotato di base e pensiamo risieda nel cervello: sia quello a dare l'input a tutto il resto per fare la scelta che, in casi estremi, ci tenga vivi. In realtà, qualunque parte di noi è pronta a lottare per sopravvivere e, questa è la cosa fondamentale, anche senza di noi. L'organo passa da un corpo all'altro, da una persona all'altra, sostituisce l'imminenza della fine con un nuovo inizio, si adagia sul suo predecessore come fosse un abbraccio sulla soglia, attende scollegamento e collegamento, poi ricomincia a battersi per la vita: quella di uno sconosciuto e la propria. Salva un essere umano per salvare sé stesso. E' la trasmigrazione dei cuori, dei fegati, dei reni, sotto questo cielo scuro.