maranatha!

15 maggio 2022


I veterani e i neofitiFacebook Twitter Email LinkedInUna scena della Tempesta di Shakespeare nell'allestimento di Alessandro SerraUna scena della Tempesta di Shakespeare nell'allestimento di Alessandro SerraMi sono trovata per due giorni di seguito, con il consueto senso di estraneità che mi accompagna ovunque, ad ascoltare i commenti di critici titolati a spettacolo finito. Uno era un film, l'altro un'opera teatrale. In entrambi i casi i commenti erano sprezzanti, annoiati, talvolta feroci e spesso virati sulla vita personale degli autori. Nulla da dire sui gusti, magari sui modi.Del film racconterò più avanti, quando sarà uscito a Cannes. L'opera teatrale era la Tempesta di Shakespeare nell'allestimento di Alessandro Serra e si diceva - dicevano - che è "troppo pop", "fuori fuoco", "non all'altezza" del suo celebre lavoro precedente, Macbettu, il Macbeth recitato in sardo da soli uomini che ha fatto il giro del mondo. Vorrei però lasciare da parte il giudizio degli esperti titolati e, voltando le spalle al palcoscenico, dirvi del pubblico. Forse perché era pomeriggio la platea era stracolma di ragazzi, credo sollecitati dalle scuole, di bambini con le nonne, di gruppi di rumorose amiche di mezza età con evidenza non frequentatrici abituali.La platea costituiva uno spettacolo in sé: applaudiva quando di solito non accade (un oggetto di scena che cala dall'alto: applauso all'oggetto) rideva alle parole oscure di Calibano, un'adolescente seduta dietro di me quando Prospero ha detto "siamo fatti della materia di cui son fatti i sogni" ha commentato "che figata, questa me la tatuo". Un pubblico meraviglioso. Mi è tornato in mente quel che mi disse una volta un minatore del Sulcis: si sbaglia, in miniera, per troppa esperienza o per poca. Cadono i veterani e i neofiti. Questi ultimi però hanno tutto il tempo per imparare e la curiosità della scoperta: li preferisco, come compagni.