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21 maggio 2022


Incanto fonico ordigno di poesiaFacebook Twitter Email LinkedInLa performer Silvia Calderoni porta in scena MDLSX da Middlesex di Geoffrey EugenidesLa performer Silvia Calderoni porta in scena MDLSX da Middlesex di Geoffrey EugenidesLa voce l'orecchio la parola il respiro, elenca Mariangela Gualtieri, "semi della divinità". "Mi pare sia sempre più necessario dare voce viva alla poesia, diffonderla come si dà pane agli affamati perché sempre più la denutrizione è psichica e interiore". Arte Orale, poiché la poesia nasce appunto come evento sonoro: recitata a memoria, cantata, declamata. "Avventuroso cammino verso la solonostra voce. Solonostra voce. Giace sul fondo bambina ammutolita striminzita giace".Non ha bisogno di maschere, la nuda voce: maschere per non patire, per proteggere sé, per abbellire sé. "L'incanto fonico", lo chiamava Amelia Rosselli: così s'intitola questo libro gioiello manuale da mandare a mente. Sottotitolo, "l'arte di dire la poesia". Strumenti, alcuni: il silenzio, la memoria, la paura, l'attenzione, il respiro, il pianto. "L'aristocrazia degli attenti. La sola a cui appartenere". E ci guardava entrare da un manifesto, il volto di Mariangela Gualtieri, ieri all'ingresso dell'Angelo Mai - luogo dove si fa un teatro che dà a ciascuno il posto che cerca, luogo libero, nella Roma assediata.Di nuovo Silvia Calderoni con la compagnia Motus portava in scena, come dal 2015 fa con incessante successo, MDLSX da Middlesex di Geoffrey Eugenides. "Un ordigno sonoro", dice il programma di sala. Incanto, ordigno. Non si può dire, bisogna vivere l'esperienza di libertà dei confini del corpo, di appartenenza ciascuno al proprio corpo che Calderoni offre al pubblico affamato e spesso infine in lacrime di gioia. Viene voglia di esserci ogni sera a trovar pace ma "non potrò tornare, domenica", le ho detto. "Non posso". Ha sorriso: "Il teatro è fatto per questo: per essere perso". Il teatro, e anche noi.