maranatha!

4 giugno 2022, 4


Esterno notteDi Damiano Landriccia -4 Giugno 2022Disorienta e stupisce. Sentimenti opposti.Per immagini e parlato può essere definita un'opera coraggiosa che non tollera l'ignoranza di chi guarda e ascolta. Pretende tanto e dà altrettanto.Uno straordinario tributo, nel bene e nel male, ai pochi che furono direttamente coinvolti nella vita privata e politica di Aldo Moro. Uno spietato, accurato, addebito storico e politico ai tanti di passaggio. Berlinguer, onesto e irremovibile sino al midollo: il suo discutibile rifiuto civile al compromesso coi brigatisti che avrebbe potuto salvare l'uomo del "bene comune", Moro. La sua comprensibile rivoluzione gentile, signorile, tra giuda e ipocriti, tra rivoluzionari e democristiani.E resoconto impressionante, intimo, quasi inverosimile, della vita di alcuni politici tra cui Francesco Cossiga e Giulio Andreotti.Occorre conoscere la storia come vi accennavo. Certo cinema è per pochi, è colto. I solo normalmente istruiti gli stessero lontano perché sarebbero scaraventati in un abisso di domande spietate.Undici persone in sala, è il 2 giugno.Si accanisce quasi sul personaggio di Gossiga: confessioni, allucinazioni, paure e desideri dal matrimonio infelice all'ossessione che il rapimento sia esclusivamente una colpa prima personale e poi politica. Questo Cossiga, qualcuno teme sia poco reale, che si guarda continuamente le mani immaginate già sporche del sangue moroteo. Soffre di emicrania, dorme poco.Andreotti appena saputa la notizia del rapimento, sta giurando un miracolato Governo di centro sinistra voluto da Moro, corre in bagno a vomitare, ne esce sporco e spaventato.Il consulente americano esperto di sequestri che consiglia a Cossiga di dare in pasto alla stampa e al popolo l'idea di un Moro fuori di sé, sconvolto, inaffidabile: si scredita il rapito per togliergli importanza e facilitare un approccio coi rapitori da parte dello Stato.I soldi raccolti per pagare un riscatto da un accorato, preoccupato, sperduto Paolo VI nel tentativo di salvare la vita del fraterno Moro.La fretta con cui Bellocchio liquida la carneficina in via Fani, addossando esclusivamente la colpa alle sole eccezionali e inverosimili capacità militari dei brigatisti è personalmente imperdonabile.Una condanna a priori dell'ideologia di estrema sinistra o una fatica narrativa evitata?Chi ci fosse durante il rapimento e l'uccisione è un mistero e tale resta: nessun azzardo registico. Solo la teoria, per stanchezza, di quattro burattini esaltati, ex studenti universitari, assassini improvvisati.Una mancanza dolorosa per la verità.Bellocchio lega, assembla, musica e scene, rende presentabile, ci prova, una guerra civile tutta italiana: forse no.Non mi soffermo sugli attori anche se dovrei.Vedetelo e ne riparliamo. Cossiga, Andreotti, Paolo VI, la moglie di Moro, Moro stesso: grande cinema, quello rimpianto del neorealismo, quando scrivevano Zavattini, Rossellini, Fellini e altri. Meravigliose, sublimi interpretazioni.A taluni di voi che leggono recensioni interessano solo i nomi famosi, giudicate il cinema d'autore solo per pochi sempre ingaggiati attori.È ora di cambiare, di stravolgere.Bellocchio ha girato la sua personale, illuminata e luminosa, commossa e poetica "divina commedia".Ne parleremo nelle scuole? Quelle a breve chiudono.Ne parleremo nei cinema, nelle librerie?Voi non avete fame e sete di una mancata verità che incancrenisce da 40 anni nel corpo omertoso del nostro Paese?