maranatha!

27 giugno 2022, 3


E se a un tratto gli elettoriFacebook Twitter Email LinkedInLorenzo ha vissuto in giro per il mondo, fra Australia, Hawaii, Italia e, ora, GreciaLorenzo ha vissuto in giro per il mondo, fra Australia, Hawaii, Italia e, ora, GreciaLorenzo Babini, 37 anni di Milano, ingegnere gestionale, lavora ad Atene in corporate finance come managerE se tutto ad un tratto gli elettori manifestassero in modo unito il proprio dissenso per la guerra e la corsa al riarmo. E se per assurdo l'opinione pubblica chiedesse all'unisono un'inversione di rotta verso un'economia più giusta, inclusiva e sostenibile. E quindi di riflesso i politici, per catturare questo stesso consenso, si allineassero uniti a questi (sani) principi. Dovremmo preoccuparci?Personalmente ritengo di no. E poco mi importerebbe se leader che fino al giorno prima avevano magari seguito una linea differente, mostrino un interesse concreto a farsi interpreti e promotori di una politica nuova tesa a tutelare il bene comune. C'è chi lo farebbe perché ci crede. Chi altro perché gli permetterebbe di guadagnare voti. E chissà che magari non valga il detto "fake it until you make it" e finisca per crederci davvero. A anche se così non fosse, di nuovo, sarebbe così rilevante? No. Se la direzione è quella giusta, poco importano le presunte dietrologie.Infine mi domando. Se tutti i politici si alzassero in piedi per andare a Mosca a chiedere a gran voce la cessazione del conflitto e cercare con maggior convinzione una soluzione di pace, non sarebbe una buona notizia? Secondo l'attuale schema mediatico, se lo fanno i pacifisti sono salviniani. Se lo fanno i 5s sono leghisti. Se lo dice il Papa, per proprietà transitiva...Il lavoro di buona parte dell'informazione sembra costantemente teso a scavare nelle contraddizioni passate per mettere gli uni contro gli altri, secondo un perverso codice binario fatto di etichette che non fanno altro che alimentare divisione e odio, ostacolando così un cambio di rotta, ora più che mai necessario. Se per un attimo provassimo a dimenticare il passato e riuscissimo a volgere lo sguardo al futuro, con maggior unità e senso di responsabilità, si potrebbero senz'altro creare i presupposti per una politica (e un'informazione) meno divisiva e aperta al dialogo. Ne saremo capaci? Non lo so, però sarebbe un nuovo inizio di cui avremmo tanto bisogno.