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29 giugno 2022, 3


Spagna e migranti doppio registroFacebook Twitter Email LinkedInMigranti feriti e morti dopo l'assalto alla grata di MelillaMigranti feriti e morti dopo l'assalto alla grata di MelillaLa politica del governo spagnolo nei confronti dei migranti che cercano di entrare in Europa "saltando" le due reti metalliche che cingono Melilla è aberrante, non da oggi. E' una politica codificata dopo la strage del febbraio 2014, quando i militari spagnoli spararono contro persone che arrivavano (in questo caso a nuoto) uccidendone, ancora in mare, quindici. Consiste nel "respingimento a caldo": chi arriva da territorio marocchino non ha il diritto di identificarsi, di fare richiesta di asilo, di contare su un interprete come invece prevede la legge internazionale.Viene semplicemente rimandato indietro all'istante, quando ancora in vita. Mentre dalla costa orientale della Spagna partono con ritmo regolare imbarcazioni di Ong che assistono e sovente salvano dalla morte i migranti che arrivano nel Mediterraneo, applauditissime, dalle coste dell'Andalusia si avvicendano verso Melilla agenti della Guardia Civil incaricati di sparare a vista. Il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, socialista, riguardo alle 37 persone uccise venerdì scorso ha parlato di un "assalto al suolo spagnolo violento e organizzato dalle mafie", e si è rallegrato con la gendarmeria marocchina che lo ha respinto, di concerto con la Guardia Civil.37 morti. Parole irricevibili, ma soprattutto un doppio registro nelle politiche migratorie e umanitarie di quel Paese che non si può più spiegare con le sole "ragioni storiche": col dire, insomma, che Melilla (si pronuncia con la gl, foneticamente Meliglia) e Ceuta siano "eccezioni" in quanto enclave spagnole in territorio marocchino, perciò confini vulnerabili. Risale alla Reconquista, al 1497, la ispanidad dei due presidi. E' tempo di riconsiderarla, la Storia.