maranatha!

2 luglio 2022, 4


Taglia unica corpi diversiFacebookTwitterEmailLinkedInDa tempo quasi tutte le case di moda stanno scegliendo modelle di tutte le taglie per i loro prodottiDa tempo quasi tutte le case di moda stanno scegliendo modelle di tutte le taglie per i loro prodottiSeguo da qualche giorno il dibattito animato da un post di Laura De Marco, su Facebook, che racconta di aver accompagnato la figlia a comprare un paio di jeans in una catena molto popolare fra le ragazzine fra gli 11 e i 13 anni. Anzi tre catene, diversi marchi dello stesso gruppo. Sul cartellino dei pantaloni c'è scritto Taglia Unica. "Ci deve essere un errore, penso". La commessa conferma, non ce ne sono di più grandi. La madre domanda "unica sulla base di cosa, quale taglia viene considerata di riferimento?".La commessa risponde che "le ragazzine hanno tutte le stessa taglia e dunque i jeans vengono prodotti in taglia unica: 36/38". Non puoi essere una taglia 40 o 42, comunque molto magra, per entrare in quella taglia unica per fili d'erba. Non puoi essere robusta: "Se vuoi avere lo stesso jeans delle tue amiche devi essere magra come loro, massimo una 38. Non possiamo accettarlo: è istigazione all'anoressia, ne va della salute mentale dei nostri figli, della loro libertà di avere corpi con rotondità differenti".Tra i commenti alcuni rilevano che se la linea di abbigliamento - che deve vendere, evidentemente - ha optato per la taglia unica si vede che la maggior parte delle ragazzine entra in quei pantaloni perché, appunto, "hanno tutte la stessa taglia". Non conviene produrre taglie diverse, se ne venderebbero poche. Qui scatta il tema delle minoranze: delle diversità, che nel concetto stesso contengono la distanza dal canone, da quel che è "normale". La maggioranza. Se non c'è un pantalone per te sei "sbagliata". Si tratta di decidere, insomma, nella gerarchia delle priorità, se contano più i corpi o i pantaloni. Cosa viene prima, cosa poi. Se l'errore sei tu o quel paio di jeans.