maranatha!

3 luglio 2022


Il limite della pazienzaFacebook Twitter Email LinkedInTanguy, film di Etienne Chatiliez, raccontrava una storeia simile nel 2001Tanguy, film di Etienne Chatiliez, raccontrava una storia simile nel 2001Anche il giorno di ieri non è passato invano: se lo avevo dimenticato ho ricordato e se non sapevo ho imparato che esiste il principio di autoresponsabilità. Esiste nel nostro ordinamento, intendo. C'è un giudice a Napoli che lo invoca. Ho letto e riletto l'articolo di Stella Cervasio che racconta di questo impiegato di banca in pensione, separato dalla moglie, che continuava a corrispondere alla figlia trentaseienne un assegno di mantenimento. Per gli studi, tra le altre sue esigenze: solo che la ragazza, chiamiamola così, è fuori corso di diciotto anni.Cioè si è iscritta a Medicina a diciotto e dopo altri diciotto, a trentasei, non ha ancora finito. Appellandosi al principio non giudirico del "c'è un limite alla pazienza nostra" il padre ha chiesto di interrompere l'assegno e un primo giudice ha detto no: deve pagare finché la figlia non è in grado di mantenersi da sola, come prescrive la legge. Una seconda giudice però, in sede civile, ha estratto dal cilindro della giurisprudenza l'autoresponsabilità. Immagino che sia un concetto che gira attorno al tema che se a quell'età non te la cavi da sola (e non hai impedimenti che te lo impediscano) un pochino te ne stai approfittando: magari se nessuno ti passa i soldi un modo per procurarteli lo trovi.Un lavoro anche part time, per esempio. Lo so, è brutale. Lo so, l'amore dei genitori per i figli è inesausto e il sostegno inestinguibile. Però è anche vero che togliere le mani aiuta i neonati a cercare l'equilibrio, infine a camminare. Qualcosa di simile può accadere anche a trentasei. Per non parlare delle sorprese che potrebbe riservare l'autoresponsabilità applicata a ogni ambito della vita, a cominciare dalla politica. Una miniera.