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Post n°1869 pubblicato il 20 Ottobre 2020 da donmichelangelotondo
Lc 12,35-38 L'attesa può prolungarsi nel tempo - forse il padrone arriverà nel mezzo della notte, quando i nostri occhi stanchi lottano per restare aperti -, e pertanto richiede da parte del servo la capacità di resistere, di rimanere, di attraversare la notte: la "nostra" notte, quelle situazioni che ci paiono difficili e senza via di uscita in cui a volte capita di trovarci. "Restare" è l'invito che Gesù aveva rivolto ai suoi discepoli durante la notte del Getsemani: "Restate qui e vegliate con me" (Mt 26,38). Infine, Matteo delinea l'identikit del discepolo: un servo che, intento al proprio compito, attende il ritorno del suo padrone (in greco: "kyrios", signore), per scoprire poi di essere lui stesso destinatario di cura e attenzione da parte del suo signore.
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