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27 giugno 2022, 6

Post n°3314 pubblicato il 27 Giugno 2022 da donmichelangelotondo

Il matrimonio non è una formalità da adempiere, ma l'inizio di una nuova vita
Di
Lettere al Direttore -
25 Giugno 2022
"Dio fa dei due sposi una sola esistenza" (AL 121)

Lo scorso 22 giugno Papa Francesco intervenendo all'apertura del X incontro mondiale delle Famiglie (22-26 giugno 2022) rivolgendosi alle famiglie e ai rappresentanti giunti a Roma, dopo aver ascoltato le toccanti testimonianze di alcune coppie che hanno dato voce all'esperienza di tante famiglie del mondo che vivono gioie, inquietudini, sofferenze e speranza, ha fatto sentire la sua vicinanza paterna con un discorso appassionato e di grande incoraggiamento facendo un riferimento alla parabola del buon samaritano ha detto: «Il mio incoraggiamento è anzitutto proprio questo: partire dalla vostra situazione reale e da lì provare a camminare insieme: insieme come sposi, insieme nella vostra famiglia, insieme alle altre famiglie, insieme con la Chiesa. Penso alla parabola del buon samaritano, che incontra per strada un uomo ferito, gli si fa vicino, si fa carico di lui e lo aiuta a riprendere il cammino. Vorrei che proprio questo fosse per voi la Chiesa! Un buon samaritano che si fa vicino, vicino a voi e vi aiuta a proseguire il vostro cammino e a fare "un passo in più", anche se piccolo. E non dimenticare che la vicinanza è lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza. Questo è lo stile di Dio. [...] Possiamo dire che quando un uomo e una donna s'innamorano, Dio offre loro un regalo: il matrimonio. Un dono meraviglioso, che ha in sé la potenza dell'amore divino: forte, duraturo, fedele, capace di riprendersi dopo ogni fallimento o fragilità. Il matrimonio non è una formalità da adempiere. Non ci si sposa per essere cattolici "con l'etichetta", per obbedire a una regola, o perché lo dice la Chiesa o per fare una festa; no, ci si sposa perché si vuole fondare il matrimonio sull'amore di Cristo, che è saldo come una roccia. Nel matrimonio Cristo si dona a voi, così che voi abbiate la forza di donarvi a vicenda. Coraggio, dunque, la vita familiare non è una missione impossibile! Con la grazia del sacramento, Dio la rende un viaggio meraviglioso da fare insieme a Lui, mai da soli. La famiglia non è un bell'ideale, irraggiungibile nella realtà. Dio garantisce la sua presenza nel matrimonio e nella famiglia, non solo nel giorno delle nozze ma per tutta la vita. E Lui vi sostiene ogni giorno nel vostro cammino».

Alla luce di queste stimolanti e incoraggiante parole di papa Francesco il servizio diocesano per l'accoglienza dei fedeli separati dell'Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie ha chiesto a una coppia di sposi Rosa e Liborio, già responsabili della pastorale familiare della parrocchia di San Silvestro in Bisceglie, una testimonianza sulla loro esperienza familiare, fatta di normalità, di fatiche ma anche di tanta fede e speranza nella presenza, tenerezza e vicinanza di Dio, che come il Buon Samaritano ha guidato la loro esperienza di fidanzati, prima, e di coniugi dopo. Liborio, poi, da diversi anni fa parte dell'equipe del servizio diocesano per l'accoglienza dei fedeli separati dell'Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. Si offre di seguito ai lettori e alle lettrici la testimonianza dei coniugi Tridente.

***

Prima di parlare della nostra esperienza familiare ci sembra opportuno presentare la nostra famiglia. Noi (Rosa e Liborio) siamo sposati da circa 29 anni, abbiamo tre figli, l'ultimo dei quali con Trisomia 21. Ci siamo conosciuti e fidanzati nell'estate del 1978 a Molfetta quando eravamo poco più che adolescenti e da allora pian piano è cresciuta la nostra storia. Di questo primo periodo ricordiamo con immenso piacere gli anni trascorsi in parrocchia aiutati a crescere da quella splendida figura sacerdotale che è stato il compianto don Luca Murolo (primo parroco della Parrocchia Madonna della Pace di Molfetta). In quel periodo la nostra Diocesi ha avuto la Grazia di avere come vescovo don Tonio Bello che noi abbiamo vissuto personalmente ed è stata una figura educativa importante nella nostra crescita cristiana. In quegli anni si è fatta sempre più strada l'idea di coronare il periodo del fidanzamento con la celebrazione del matrimonio religioso. Intanto abbiamo continuato ad impegnarci in parrocchia come animatori di ACR.

Oltre alle figure sacerdotali, estremamente importanti sono state le nostre famiglie che hanno sempre rappresentato un modello di riferimento e hanno agevolato la nostra storia di amore con discrezione.

Con l'inizio degli studi universitari e il lavoro per sostenerci allo studio, c'è stato progressivamente l'abbandono degli impegni parrocchiali, ma non la frequenza della messa domenicale che è diventata la nostra principale fonte di "abbeveraggio" alla Parola di Dio. Anche quando le relazioni amicali non sono più state essenzialmente quelle parrocchiali abbiamo mantenuto ferma la nostra scelta cristiana.

Con il conseguimento della laurea e l'inserimento in campo lavorativo, abbiamo deciso che era arrivato il momento di dare concretezza alla nostra storia d'amore e ci siamo determinati verso il matrimonio, sempre sostenuti dal nostro parroco e dalle famiglie.

La tappa del matrimonio, ha significato concretamente l'inizio di una nuova vita, non è stata una pura formalità da adempiere. Dopo circa quindici anni di fidanzamento abbiamo imparato gradualmente a vivere la quotidianità di coppia con le gioie e le difficoltà che la vita di coppia comporta. Abbiamo preso coscienza delle diversità caratteriali e abbiamo così imparato a litigare e ad apprezzare i piaceri del vivere insieme. Trascorso qualche anno di assestamento abbiamo pensato di arricchire la nostra famiglia aprendoci alla vita. A posteriori possiamo dire che abbiamo imparato concretamente che i nostri tempi non corrispondono con quelli della progettualità di Dio. La nascita di Marco è stato un ulteriore passo nella maturazione di coppia. L'arrivo del primo figlio insieme all'immensa gioia ti fa prendere coscienza delle responsabilità e degli oneri che difficilmente si mettono in preventivo prima. Insieme, come al solito, abbiamo superato le difficoltà che inevitabilmente la nascita del primogenito comporta nella coppia. Nel 2000 è nato Mattia, in questo periodo crediamo che la nostra relazione matrimoniale abbia subito una fortissima crescita dovuta all'accudimento di due bambini piccoli e ad un inaspettato problema lavorativo. Certamente oggi possiamo affermare che dalla dura realtà di quel periodo ne siamo usciti fortificati come coppia. A questo proposito ci sembra opportuno sottolineare la discrezione con cui ci hanno sostenuto le rispettive famiglie di origine, facendo per noi quello che era loro possibile senza mai interferire nella nostra vita familiare. Quando pensavamo di aver toccato l'apice delle difficoltà di coppia ancora una volta ci siamo ritrovati a dover fare i conti con la sofferenza dovuta ad un aborto spontaneo e alla conseguente perdita di una bambina. Passato il primo momento di normale sbandamento ci siamo aggrappati ancora di più al nostro percorso di fede sempre sostenuti da don Luca che seppure da lontano non ci ha mai abbandonati. Anche questa volta, a posteriori, abbiamo avuto modo di sperimentare la progettualità di Dio per la nostra coppia/famiglia infatti nel 2004 è nato Enrico. Chi legge potrà ben comprendere cosa significa trovarsi inaspettatamente di fronte ad una diagnosi di Trisomia 21. La nostra prima sensazione è stata quella che il mondo in quel momento ci stesse crollando letteralmente addosso. Nulla di più sbagliato, non avevamo fatto i conti con la progettualità di Dio. La nostra famiglia seppure con Marco e Mattia ancora piuttosto piccoli si è compattata e, credeteci, ognuno da quel momento ha iniziato a contribuite come meglio poteva. Per esempio Marco e Mattia sono divenuti i primi terapisti di Enrico. Rosa - ricercatrice CNR - ha deciso di dare una svolta alla sua ricerca sfruttando il suo know how sui Mitocondri per cercare di capire i sistemi energetici non funzionanti in Sindrome di Down. Anni di duro lavoro come mamma/ricercatore le hanno permesso di diventare un importante riferimento nazionale e mondiale per i genitori che hanno bambini con Trisomia 21. Ritornando al frutto del nostro amore, i figli, ormai tutti cresciuti, vivono e crescono in una famiglia normale con le quotidiane difficoltà dove non mancano momenti belli in cui ci si rende conto della ricchezza che loro rappresentano per noi genitori, ma dove altrettanto normalmente ci sono attriti e litigi dovuti allo svilupparsi delle singole personalità. La cosa che ci fa piacere evidenziare è che nel loro rapporto nessuno fa sconti particolari ad Enrico il quale si avvantaggia di questo clima e vive molto bene i rapporti sociali (scuola, sport, scout, parrocchia e ogni ambiente che frequenta).

Sperando che questo percorso di vita della durata di ben 44 anni possa essere utile a chiunque lo legga e possa far emergere che nelle varie fasi della vita, noi coppie cristiane, dobbiamo sempre avere come riferimento l'Amore immenso anche se irraggiungibile di Gesù Cristo estrinsecato sulla Croce vivendolo alla luce illuminante del Vangelo, soprattutto quando le cose non vanno come vorremmo con la fiducia che Lui sa di quello che abbiamo realmente bisogno.

Rosa e Liborio

 

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