Creato da donmichelangelotondo il 27/10/2013
proporre buoni e belli pensieri
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Quella mattina, - mi racconta il cappellano, - avrei dovuto
celebrare per i carcerati. Passando davanti al portone del
carcere, scorsi, appoggiata allo stipite, una anziana donna
che aspettava.
Veniva da Firenze, era da poco arrivata a Napoli col treno e
desiderava visitare il figlio detenuto che non vedeva da tempo.
Aveva rischiato tutto, perché la domenica non era giorno di visite.
Era una povera vedova, l’unico figlio era in carcere. Mimmo lo
conoscevo molto bene. Un’occhiata alla sua fedina penale:
“delinquente comune”. Lei, come ogni vera mamma, conosceva
un unico linguaggio: “Mio figlio è buono! Mio figlio è tanto buono, sa!”
Amore di madre, sincero e convinto per quel suo unico figlio,
anche se ormai aveva conosciuto parecchi ambienti penitenziari.
Donna, povera e stanca, ma ricca e forte nel suo amore cieco,
eroico; un amore oltre ogni limite; si direbbe, oltre ogni buon senso.
“Permettetemi di entrare per un istante; abbracciarlo, rassicurarlo
del mio amore immutato. Lui ha bisogno solo di questo. E’ questa
la sua libertà.”
Mi sono accorto che le sue mani non avevano nulla da portare
al figlio; gli portava solo il cuore rigonfio d’amore che ripeteva:
“mio figlio è buono”.
Maria, la mamma tua e mia, sul calvario, ha udito da Gesù
queste parole: “va a dire a tutti i delinquenti d’ogni ordine o
grado, che ora sono tutti tuoi figli e rassicurali che mi sono lasciato
condannare perché tutti fossero innocenti”.
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