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Post n°3202 pubblicato il 04 Giugno 2022 da donmichelangelotondo

Imparare attraverso la musica
Di Miky Di Corato -4 Giugno 2022


Forse non tutti conoscono il "metodo Kodály", ma la formazione che ne consegue implica per i giovani un approccio a 360 gradi a quell'educazione musicale che fa da prodromo al rendimento scolastico. A spiegarcelo è il docente e musicista, Riccardo Lorusso.
Ciao, Riccardo. In cosa consiste il metodo Kodály?

L'approccio alla musica con il metodo o "metodologia" Kodály parte da una filosofia seguita dalla prassi: considerare la musica come strumento di crescita privilegiato per la formazione completa dei giovani. E questo si ottiene con i primi due strumenti naturali che sono la voce ed il corpo. Un'educazione musicale che mirasse ad accrescere l'ascolto, la capacità di riprodurre suoni ed intervalli musicali con un uso corretto della voce e del canto, che fosse priva di diseguaglianze sociali, che fosse facilmente fruibile, che traesse il meglio dal repertorio dapprima tradizionale del proprio territorio, per arrivare alle gemme della musica colta ed extracolta nazionale ed internazionale, e fosse totalmente "inclusiva" e "corale" in svariati contesti (due parole chiavi nella nuova impronta didattica scolastica odierna). questa metodologia kodalyana appartiene ai metodi globali di insegnamento sviluppatesi nel XX secolo. Zoltán Kodály, pedagogista e compositore ungherese, creò fin da subito un team che si allargò sempre più, formato da docenti, musicologi, compositori, pedagogisti e medici. Ciascuno nel suo ambito studiava le osservazioni raccolte nelle Scuole di ogni ordine e grado. Palese divenne l'importanza di dedicare settimanalmente del tempo allo studio della musica su tutte le fasce d'età. In particolare anche negli istituti superiori dove i ragazzi non avevano avuto precedente accesso alla musica si notò come due periodi di venti minuti a settimana di canto potessero innalzare il livello medio di successo scolastico fino al 30% (sostanzialmente le medie scolastiche si alzavano sia nell'area linguistica che logica).


Cosa rende particolare questa pratica riconosciuta dal MIUR e dall'UNESCO?

I principi fondamentali di questa pratica sono: l'alfabetizzazione musicale, l'importanza di un precoce inizio dell'educazione musicale, la necessità di un'educazione sistematica e graduale, l'educazione musicale basata sulla pratica attiva del canto e sullo sviluppo dell'orecchio interno.

Attraverso l'apprendimento graduale di melodie sia tradizionali, sia tratte dalla letteratura musicale, dapprima per imitazione e poi anche per lettura, questo "metodo" ci introduce in modo naturale e semplice nel mondo dei suoni, aiutandoci a sviluppare la consapevolezza dei principali concetti musicali, come la melodia, il metro e il ritmo, che saranno estrapolati dalle canzoni e "manipolati" con le svariate e stimolanti tecniche, tipiche di questo metodo.

Che ruolo assume la musica nella vita delle nuove generazioni?

In realtà nel metodo Kodály troviamo due elementi musicali pedagogici provenienti dalla nostra Italia: la pedagogia montessoriana e la tradizione guidoniana del solfeggio relativo (Guidod'Arezzo viene considerato padre della notazione contemporanea). Da ricordare che le principali linee guida di pedagogia musicale italiana contenute nei programmi di Conservatorio fino a metà Ottocento sono finite all'estero e cresciute didatticamente attraverso un continuo lavoro di ricerca. Negli anni, le varie vicissitudini politiche hanno operato, secondo me, un "downgrade" delle prassi pedagogiche, relegando lo studio della musica a privilegio di pochi e concentrando l'attenzione sulla ricerca del virtuosismo. All'estero, soprattutto in alcuni Paesi, la musica è considerata elemento FONDAMENTALE per tutto l'arco evolutivo sociale, a fianco di lingua e matematica. È l'unica disciplina che permette il lavoro simultaneo di entrambi gli emisferi cerebrali, oltre a coinvolgere l'affettività e la capacità di relazione in maniera intensa. Si sceglie coscientemente o la strada concertistica, o la strada della didattica, ricordando che sono due prassi distinte, e che spesso non necessariamente confluiscono. Ci vogliono anni e anni di formazione da dedicare, e soprattutto, vera passione, sia per una che per l'altra.

A chi si rivolge il corso di formazione?

Il corso di formazione è rivolto a docenti di ogni scuola e grado, direttori di coro, coristi, cantanti, docenti di canto, tutti gli studenti accademici e di conservatorio di musica sia di Didattica della Musica, che di corsi Classici e Pop/Jazz, compositori, appassionati di musica, musicisti e musicoterapeuti, che vogliono approfondire e migliorare le proprie competenze e strategie didattiche musicali, oltre che migliorare ed accrescere le proprie conoscenze con la metodologia di Z. Kodály.

 

 
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