Creato da donmichelangelotondo il 27/10/2013
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E la luce fu (Paradiso XIV)
Di
Paolo Farina -
19 Giugno 2022
«Diteli se la luce onde s'infiora
vostra sustanza, rimarrà con voi
etternalmente sì com'ell'è ora»
(Paradiso XIV, vv.13-15)
Il canto quattordicesimo del Paradiso potrebbe essere indicato come il "canto della luce", punto e a capo. Nondimeno, proverò a suggerire qualche ragione per questa definizione a bruciapelo.
La narrazione è suddivisa in due distinte sezioni e contiene l'ascesa dal cielo quarto, dei sapienti, al cielo quinto, degli spiriti combattenti per la fede (anche se a me piace più pensare ai "testimoni" della fede, ma questo è un altro discorso: ricordo solo che il Vangelo è scritto in greco e che "testimone" in greco si dice "martyros"...).
Nella prima parte Salomone chiarisce un dubbio di Dante circa la risurrezione dei corpi: essa non solo non spegnerà la luminosità delle anime, ma anzi la farà rifulgere come non mai; nella seconda parte, il poeta vede apparire, in un cielo divenuto rosso fuoco, due scie luminose di anime che incrociandosi perpendicolarmente mostrano al centro la figura di Cristo: Dante confessa ancora una volta di non essere in grado di descrivere ciò che vede e si affida all'immaginazione del devoto lettore.
Ma il tema dominante, anticipavo, rimane quello della luce. Esso ritorna insistentemente in tutto il suo frasario. Mi azzardo a rievocarlo senza attardarmi in riferimenti puntuali: luce, chiarezza, lume, vision, raggio, fiamma, candor, folgòr, lume, rischiari, sfavillar, affocato, roggio, lucore, robbi, splendor, biancheggia, lampeggiava, albor, balenar, scintillando forte.
L'elenco è incompleto - perché, per scelta, non specifico quante volte la stessa parola ritorni, passando, ad esempio, dal singolare al plurale o viceversa - ma ritengo che sia più che sufficiente a cogliere il brillio di questo canto, una lucentezza che è negli occhi di Dante.
Sì, perché per vedere la luce bisogna mantenere gli occhi aperti e, se Dante arde per li occhi belli (v.131) di Beatrice, vien da chiedersi chi o cosa possa accendere il nostro sguardo.
Per conto mio, continuo ostinatamente a ritenere che aprire una finestra sia il modo più semplice per lasciare che la luce entri: di sicuro, mi pare un'azione molto più intelligente che urlare la paura o l'ossessione del buio.
La luce rimane sempre con e per noi, solo che non si decida di chiuderla fuori.
Francesco Bacone: «La prima creatura di Dio fu la luce».
Michael Straßfeld: «La luce si dona liberamente, riempiendo tutto lo spazio disponibile. Non cerca nulla in cambio; non chiede se si è amici o nemici. Si dà di per sé e non si risparmia mai».
Leonard Cohen: «C'è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce».
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