Creato da donmichelangelotondo il 27/10/2013
proporre buoni e belli pensieri
 

Messaggi di Novembre 2019

12 novembre 2019

Post n°1514 pubblicato il 12 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Lc 17,7-10
C'è un nesso tra il servire e l'avere fiducia che è fondamentale nella comunità cristiana: fiducia che colui che ci chiama al suo servizio, ci dà anche la forza per portare a compimento il compito che ci affida. Fiducia che il nostro operare non è stato inutile, anche quando non ne vediamo immediatamente un risultato e ci viene spontaneo chiederci: a noi che ce ne viene? Entrando al servizio del Signore impariamo a dare la precedenza agli altri, a dimenticare noi stessi, la nostra stanchezza, i nostri diritti, perché un'altra persona ha diritto di essere servita. In un decentramento da sé che ci consente di restare liberi per aprirci agli altri. Siamo semplicemente servi. Servitori fiduciosi e senza pretese, che non si ritengono decisivi e non fanno risalire nulla a sé; ma sono resi beati dalla relazione con il Signore: la sua chiamata è un dono e porta già dentro di sé la ricompensa più grande. Le nostre energie si raccolgono attorno a questo centro: trovare gioia per aver servito, per aver provato a mettere in pratica il comandamento dell'amore, accettandone le estreme conseguenze, nella logica della croce, del dono di sé agli altri. "Quando si ama si serve sempre; non si chiede altro di servire coloro che amiamo.

 
 
 

11 novembre 2019

Post n°1513 pubblicato il 11 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Per Martino il gesto del mantello condiviso sarà l'occasione di incontro con il Signore e inizio del suo cammino di conversione. La leggenda narra che dopo il gesto generoso di Martino esce il sole e l'aria si fa tiepida (ecco l'estate di San Martino!), questo ci rivela che il suo donarsi è gradito al Signore, che il Signore non lo abbandona, ma gli si fa vicino, lo consola e sostiene come lui ha fatto con il povero. Dando il nostro necessario per vivere sappiamo che il Signore non viene meno con i suoi doni. Questa la fiducia e la fede da rinnovare nel Signore e la forza che può destare e rinnovare il nostro agire quotidiano. Il Signore che è buono renda buono e generoso il nostro cuore.

 
 
 

10 novembre 2019

Post n°1512 pubblicato il 10 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Tanto tempo fa lo shatan (=bugiardo) promise all' uomo genesiaco che con un semplice gesto sarebbe diventato come Dio...oggi invece Gesù non solo promette, ma afferma che i nostri cari defunti "sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio" (Lc 20,36).Shatan promette, Gesù afferma.Shatan dice di diventare come Lui imbrogliandoci; Gesù ci rivela che saremo angeli; shatan crea danni oggi... Gesù ci indica, seppur faticosissima oggi, una bellissima via per il futuro radioso insieme a tutti i santi!!! 

 
 
 

9 novembre 2019

Post n°1511 pubblicato il 09 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Lc 16,9-18
La fedeltà che viene richiesta nelle cose piccole e grandi, nell'amministrazione della ricchezza, può essere compresa come la fatica, lo sforzo per purificare il nostro cuore dalla tentazione egocentrica volta ad accumulare tutto per sé, volta ad agire esclusivamente in relazione a se stessi. È fedeltà nelle relazioni quotidiane, nell'amore degli sposi che può essere più forte di ogni minaccia di divisione solo se riconosce nell'amore di Dio la sua origine. Solo in essa è racchiusa la volontà profonda che fa percorrere cammini di amore e fedeltà.

 
 
 

8 novembre 2019

Post n°1510 pubblicato il 08 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Lc 16,1-8
...in fin dei conti, quell'amministratore scaltro è lodato perché rimette i debiti ai suoi debitori: quell'atteggiamento non deve forse anche ispirare il comportamento dei discepoli di Gesù, spronati a loro volta a "rimettere i debiti ai loro debitori" (cf. Mt 6,12)? Tale pratica infatti apre vie di futuro quando il conflitto sembra insuperabile e immette luce nelle relazioni troppo spesso contraddistinte dalla mera logica del contraccambio.

 
 
 

7 novembre 2019

Post n°1509 pubblicato il 07 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Lc 15,1-10

Come già nelle pagine evangeliche meditate nei giorni scorsi, anche nel vangelo di oggi si tratta di sguardi a confronto e di parole che li rivelano, secondo due prospettive diametralmente opposte:
Due sguardi. Quello dei farisei, che sa vedere bene ciò che ha davanti agli occhi. Vede un uomo che - dicono - accoglie e mangia insieme ad altri, cioè condivide il pane e dunque la vita (cf. v. 2). Accoglienza e condivisione: prassi lodata da tante pagine della Scrittura ebraica. Non è questo dunque a fare problema. Il problema sono i destinatari di tale accoglienza e condivisione: i peccatori. Il problema è lo stile, la modalità di questa accoglienza di Gesù: è un'accoglienza incondizionata. Più in radice, a fare problema è lo sguardo che guida, che orienta tale accoglienza: lo sguardo che vede nel peccatore un perduto che "ha bisogno di conversione" (cf. v. 7), un invitato alla festa, alla pari degli altri.
Questi due sguardi si traducono in due parole, tra loro opposte. I farisei hanno parole di mormorazione, Gesù ha parole di benedizione, che aprono orizzonti di speranza e di gioia.Gesù con il suo sguardo e con le sue parole vuole ri-animare in loro: come quella pecora e quella moneta sono proprietà preziose del pastore e della donna, e restano tali anche nel tempo dello smarrimento, così l'uomo, ogni uomo è "proprietà preziosa" di Dio, e resta tale anche nel momento dello smarrimento. Siamo sempre dentro un'appartenenza. Siamo sempre dei "cercati", "finché non ci trova" (cf. vv. 4.8).

 

 
 
 

6 novembre 2019

Post n°1508 pubblicato il 06 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Luca 14,25-33

Seguire Gesù è una decisione degli affetti del cuore, è nell'ordine dell'amore. Di questo parla il nostro Vangelo. Il Signore Gesù ci invita ad amarlo, cioè ad ascoltarlo per obbedire alle sue parole: in questo consiste l'amore per il Signore in tutta la Bibbia. Gesù non è venuto a narrarci un Dio geloso dei nostri amori, ma piuttosto preoccupato di quanto poco e male amiamo. Seguire il Signore significa amarlo con tutto il cuore, trattenendo in noi come il tesoro più prezioso la sua parola per ascoltarla, meditarla e obbedirla, affinché noi impariamo, nei legami, parentali o meno, ad amare di più e non di meno, ad amare come lui ci ha amati: nella libertà, nella mitezza, nel restituire ognuna e ognuno a sé stesso, alla sua libertà di figlio o figlia di Dio. Significa dunque rinunciare a quel nostro modo di amare che non lascia libero l'altro/a, che non vuole il suo bene.

 

 
 
 

5 novembre 2019

Post n°1507 pubblicato il 05 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Luca 14,15-24
Non c'è niente di male a svolgere il proprio lavoro, a mangiare e bere, a sposarsi ... Ciò contro cui Gesù ci mette in guardia è il rischio di lasciarsi soffocare dalla quotidianità, perdendo di vista il senso di ciò che facciamo. Ci si può lasciare sommergere dal fare fino a non accorgersi più che la cena è già pronta e che essa giudica le nostre cene. "Il regno di Dio è in mezzo a voi" (Lc 17,21). Occorrono occhi capaci di discernerlo, un cuore povero che riconosce di essere mancante e bisognoso di un cibo che non si può dare da sé.

 
 
 

4 novembre 2019

Post n°1506 pubblicato il 04 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Lc 14, 12-14
"Quando fai...". Gesù ci ricorda un atteggiamento importante da coltivare: vivere non cercando il proprio interesse, il proprio vantaggio, ma quello dell'altro. Spostando il nostro baricentro, impareremo a vedere le cose da un'altra prospettiva, da un altro punto di vista: ridiamo agli altri il loro giusto posto, tante volte occupato dal nostro egocentrismo/egoismo! Ecco allora il richiamo alla gratuità, alla giustizia che è il modo di vivere di Gesù. Vivere in questa gratuità disinteressata, senza ricompensa, ci fa già gustare la vita nuova, quella con le mani bucate, che è già preludio della vita risorta.

 
 
 

3 novembre 2019

Post n°1505 pubblicato il 03 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Molti seguivano Gesù,quel strano rabbì...ma lui notò che mancava proprio lui, Zaccheo e lo chiamò con grande semplicità a fare parte pure lui del suo gruppo...anche noi siamo tanti Zaccheo che Gesù desidera avere con sé...

 
 
 

2 novembre 2019

Post n°1504 pubblicato il 02 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

Giovanni 6,37-40
Ogni creatura nasce, viene al mondo, vive e poi muore. Immerso in questo oceano di vita e dunque di morte, l'essere umano vive però l'evento della morte non solo nella fatica che accompagna il mestiere di vivere, ma anche come la somma ingiustizia. Morire è doloroso e dentro di noi la memoria mortis può generare smarrimento, dubbi, rivolta. Ed è proprio l'amore che viviamo a rendere difficile questo trapasso, questo esodo, e di conseguenza l'abbandono di quanti amiamo e ci amano. Di fronte a questa domanda la fede cristiana ci può fornire non una certezza, ma una convinzione: l'amore tende alla vita eterna.
Per quanti credono in Gesù Cristo, il quale è morto ed è stato sepolto - come si ripete nel Credo -, il morire è un cammino con lui, che ci precede nella morte e nella sepoltura. Ma essendo risorto, ci precede anche e ci attende con le braccia spalancate, per portarci con sé per sempre nella vita eterna: "Io lo risusciterò nell'ultimo giorno" (v. 40). 

 
 
 

1 novembre 2019

Post n°1503 pubblicato il 01 Novembre 2019 da donmichelangelotondo

"Chiunque può essere un eroe - un santo -, anche un uomo che fa una cosa semplice e rassicurante come mettere un cappotto sulle spalle di un bambino, per fargli capire che il mondo non è finito" (Bruce Wayne)

 
 
 

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