Post n°1702 pubblicato il
08 Maggio 2020 da
donmichelangelotondo
Gv 7,25-39
C'è una violenza nella forma di sapere: avere la presunzione di sapere tutto quello che c'è di me. "Mi sapete" può tradursi in mi possedete:delimita l'altro al modo di un possesso. Si nega il mistero dell'essere umano che sfugge a ogni pretesa di padronanza. L'altro è pietrificato nel voi mi sapete: ogni scambio è negato in anticipo, perché non c'è niente da scoprire e da ricevere. Si impedisce così l'incontro: il rifiuto dell'incontro nasce dal rifiuto dell'ascolto. Non ci si apre alla domanda ma si rimane nella conferma del già noto. Così sfugge l'incontro con il Dio che sceglie di rivelarsi attraverso le trame di un'esistenza umana, nella precarietà e fragilità dei giorni. Se non ci si lascia attrarre di nuovo dall'umanità di Gesù, dalle sue parole e dalle sue azioni, non si potrà nemmeno incontrare il volto del Padre nello scorrere del tempo.
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