Creato da donmichelangelotondo il 27/10/2013
proporre buoni e belli pensieri
 

Messaggi del 18/02/2022

18 febbraio 2022,6

Post n°2775 pubblicato il 18 Febbraio 2022 da donmichelangelotondo

Leggere la Commedia di Dante Alighieri
Di
Paolo Farina -
18 Febbraio 2022
Claudio Rocco, La Commedia di Dante. Lettura in prosa, Eretica Edizioni

Si legge - o si dovrebbe leggere - per piacere. Si legge, talvolta, anche per dovere. Epperò, la Divina Commedia ha in sé una sfida e una promessa come nessun'altra opera possiede né sono bastati 700 anni di letture e interpretazioni per sondarne a fondo l'universo immaginifico: per questo navigare tra le pagine di Dante dovrebbe essere l'aspirazione di ciascun lettore, tanto più se italiano.

Lo sappiamo, il capolavoro che ha dato origine alla nostra lingua propone un viaggio che ogni uomo e ogni donna vorrebbe, almeno una volta nella vita, intraprendere: e che forse, un giorno, ognuno di noi intraprenderà.

Certo, altro è vedere, altro è immaginare, eppure è proprio questo l'indiscusso merito di Dante: riuscire a farci vedereciò che egli ha immaginato. Di più: riuscire a farci vedere ciò egli stesso ha visto.

A questo proposito, la lettura in prosa di Claudio Rocco si offre come una sorta di viatico del pellegrino, un valido supporto per entrare nella lingua di Dante, spesso ben più ricca e polisemica della nostra e, proprio per questo, ahimè, ai più difficilmente comprensibile.

Peraltro, sono state mantenute, laddove possibile, le scelte lessicali ed espressive della Commedia oppure, al fine di facilitarne la comprensione letterale del testo, le stesse sono state affiancate, di volta in volta, alle espressioni o ai termini presenti nel nostro corrente uso linguistico e comunicativo.

In definitiva, un'opera meritoria e di pregio, quella di Rocco, utile strumento per quanti Dante hanno il privilegio di insegnarlo a scuola, ma anche duttile passepartout per quanti vogliano provare a misurarsi in prima persona col viaggio più incredibile che mente umana abbia mai concepito.

 

Claudio Rocco. Giornalista. È stato consulente per la cultura e l'informazione della Regione Marche. Ha pubblicato per l'Università studi su Italo Svevo (Editrice Cappelli di Bologna, rivista "Hermeneutica" Università di Urbino), su Dino Garrone (Edizioni Scientifiche Italiane, di Napoli), sulla cultura italiana del primo Novecento ("Studi Urbinati", Università di Urbino), per riviste letterarie e musicali, su Benito Perez Galdòs -con menzione di Carlo Bo -, e Tomasi di Lampedusa. Ha pubblicato inoltre studi di storia moderna e contemporanea. Per l'Università di Bari è stato relatore al I Congresso Internazionale di Psicotecnica (Atti editi da Aracne editrice, Roma).

 

 
 
 

18 febbraio 2022,5

Post n°2774 pubblicato il 18 Febbraio 2022 da donmichelangelotondo

«Molta gente è venuta a conoscenza dell'esistenza del cervello solo quando gli è stato servito in tavola panato e fritto»
(Dal web)

Il volo pindarico per eccellenza.

Stavo cercando di ricordare da dove diavolo venisse il soprannome con cui mi chiamava mia madre: Papìk. Mi sono arrovellata parecchio prima di illuminarmi e mi è tornato in mente che Papìk è il protagonista di un romanzo che narra la storia di due generazioni di Inuit, le popolazioni indigene delle coste artiche dell'America, distribuite dalla Groenlandia all'Alaska.

Intanto il disappunto: mia madre non poteva che chiamarmi, sempre, con il nome di un maschio, per giunta indigeno. Inutile io mi faccia domande, per darmi risposte. Credo che il tutto si commenti benissimo da solo, almeno agli occhi di chi mi conosce. Ma questa è un'altra storia.

Da Papìk, sono passata a pensare agli eschimesi e al fatto che siano tondeggianti perché in natura le forme tonde trattengono il calore.

Da una tribù di palline, dunque, ho ricordato che quello degli eschimesi è un popolo di tabù, come li definiremmo noi, cresciuto con riti precisi: mai mischiare carne di foca con carne di animale terrestre, per esempio, così come mai contravvenire ai riti del lutto o conciare la pelle delle renne prima che la stagione di caccia sia finita, e così via.

Alla fine sembrano cose incomprensibili, ma di fatto nemmeno a noi mancano le superstizioni: non passare sotto una scala, non attraversare la strada dopo il gatto nero, toccare ferro contro la sfortuna... un'altra serie di faccende irrazionali, ma molto ben radicate nella cultura.

Da questo insensato giro dell'oca, mi sono chiesta come possiamo dirci liberi di cercare la verità, dal momento che, in qualsiasi parte del globo siamo nati, restiamo assoggettati alle regole di una cultura specifica, nel suo modello limitato. Dacché il mondo è mondo, siamo vincolati dalle tradizioni, dal ceto, dalla nazionalità, dalla religione, dall'educazione, dall'arte, dalle consuetudini, dai costumi, dal cibo, dal clima, dalla famiglia, dal gruppo dei pari: tutte influenze e pressioni che, come dogmi, condizionano le nostre reazioni e, ci piaccia o no, ci fanno uniformare. Pena la solitudine e l'isolamento.

Quindi, mi sono detta, quando mai potremo dirci messi nella possibilità di cercare il vero? O una sua parte? Non è proprio un passatempo da domenica mattina, in giro per uliveti sotto al sole! Si tratta di cercare condizionamenti migliori? O addirittura di uscire da qualsivoglia condizionamento?

Non so rispondermi per il momento: bisognerebbe avere una mente totalmente libera, scevra da qualsiasi proiezione, in grado di comprendere in autonomia senza la guida di altri, una coscienza che si conosca nel profondo per quel che realmente è. Ma, ancora, si può capire cosa "realmente è", senza cadere nella trappola del "realmente è... rispetto a"?

Sarò franca, non lo so.

Ed ancor più francamente rinuncio: prima di iniziare a pensare avevo preparato l'impasto per le polpette. Ho deciso di continuare: a volte è decisamente meglio friggere.

 

 
 
 

18 febbraio 2022,4

Post n°2773 pubblicato il 18 Febbraio 2022 da donmichelangelotondo

La fine del tunnel
17 Febbraio 2022

Abbiamo la sensazione, o meglio, la speranza, di essere alla fine del tunnel. Non festeggiamo ancora solo per prudenza, per il timore di venire delusi un’altra volta. Del resto questi due anni sono stati uno spartiacque interminabile tra il mondo di prima e il futuro. All’inizio della pandemia per farci coraggio ci dicevamo, alla fine sarà tutto diverso e saremo migliori.

Cosa è cambiato davvero? E siamo davvero migliori di prima? Siamo un po’ più connessi, è vero, abbiamo imparato a resistere ore in  quelle videochiamate che prima detestavamo, ci siamo abituati a fare la spesa online; e ordinare la cena a domicilio non è più una stravaganza per chi non ha voglia di cucinare; andiamo sempre meno al cinema e al teatro e questo è davvero un peccato; ci siamo stufati di Facebook e anche Instagram non sta tanto bene, mentre sembra che non si possa resistere all’algoritmo di TikTok ma non so se sia una buona notizia; in Italia dovremmo sentire soffiare forte il vento della ripresa economica innescata dai miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma la transizione, ecologica o digitale, come le rivoluzioni, non è un pranzo di gala: è una battaglia continua dove ogni giorno lotti per un centimetro. Servirebbe più energia ma costa sempre di più. E così nei discorsi ci rifugiamo nel mondo parallelo del metaverso, dove le criptovalute e gli Nft acquistano un valore incomprensibile ai più. E’ strana la fine del tunnel, è come se avessimo paura di uscire a guardare cosa c’è davvero dall’altra parte. Forrest Gump dopo aver attraversato l’America a piedi disse: “Sono un po’ stanchino”. Ecco, sembriamo stanchi. Eppure dovremmo sentirci fieri per essere arrivati fin qui. Fieri e fortunati. Capirlo è il segreto per la felicità.

 
 
 

18 febbraio 2022,3

Post n°2772 pubblicato il 18 Febbraio 2022 da donmichelangelotondo


Mussolini un tipo qualunque

Tommaso Ragno, a sinistra, e Massimo Popolizio in una scena di "M, il figlio del secolo"

Tommaso Ragno e Massimo Popolizio in una scena di "M, il figlio del secolo"

Tre ore di spettacolo sono volate, il tempo dipende da come lo passi, tre ore in sala a vedere una storia che ti diverte ti incanta ti spaventa e infine ti lascia per strada di notte con la voglia di parlarne ancora: ecco, volano. A teatro, a Milano, a vedere "M, il figlio del secolo" ci sono mille persone ogni sera, da settimane. Davanti a me una famiglia intera con due bambine piccole, gruppi di ragazzi con le scarpe da skateboard, vicino le signore di Milano, composte accanto ai mariti che annuiscono, e certo qualche critico - uno prendeva appunti - di quelli che poi qualcosa devono pur trovare da ridire, allora è troppo pop, grottesco ma in fondo prevedibile, cose così.

A me diciotto attori in scena sull'immenso palco del Piccolo hanno procurato l'emozione della vita che riparte. Le botole le carrucole, chi compare dall'alto e chi dal basso, decine di tecnici dietro le quinte. Si narra l'ascesa al potere del giovane Benito e Massimo Popolizio, che ha scritto la drammaturgia dal libro di Antonio Scurati, è anche regista e interprete del Mussolini istrione, teatrante: da par suo, Popolizio è sempre uno spettacolo in sé. La sorpresa è l'altro Mussolini, il suo doppio: Tommaso Ragno, formidabile per discrezione e magnetismo.

Un uomo qualunque, pensi. Mussolini - l'uomo - poteva essere chiunque, un tipo scarso, senza particolati doti, capitato lì quando doveva. Questo sì, a guardarsi attorno oggi, fa paura. Sandra Toffolatti, Margherita Sarfatti abbandonata quando non serviva più, commovente. I cinque ragazzi appena usciti dalla scuola del Piccolo, Raffaele Esposito in Matteotti, Paolo Musio in Balbo, Michele Nani narratore e tutti, tutti, un coro felice. A Roma presto, una festa.

 

 
 
 

18 febbraio 2022,2

Post n°2771 pubblicato il 18 Febbraio 2022 da donmichelangelotondo

https://www.repubblica.it/rubriche/la-prima-cosa-bella/2022/02/21/news/frank_bruni_prima_cosa_bella_romagnoli-338161470/?ref=RHTP-BC-I270682881-P17-S1-T1

 
 
 

18 febbraio 2022

Post n°2770 pubblicato il 18 Febbraio 2022 da donmichelangelotondo

(Leggo)
Mc 8,34-9,1
<<Chi perde la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà>>

Oggi Gesù ci insegna una cosa che i genitori di oggi non fanno con i loro bambini: perdere. Gli inculcano l'idea di vincere, sopraffare, che non perderà mai. Che cxxxxxa! Invece dovrebbe e dovremmo anche noi imparare la sconfitta. Vincere siam capaci da soli...è perdere che è difficile. Il perdere ha bisogno di maestri, di educazione di qualcuno che ci dica: HAI PERSO, MA NON TI SEI PERSO! Oggi ne sei uscito sconfitto, ma la vita è tutta da giocare!

(Prego)
Gesù che regna sulla croce
icona povera e amante
ai nostri occhi dà la luce
perché vediamo in lui la gloria.

(Agisco) Investire e guardare sempre al futuro!

 

 
 
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Febbraio 2022 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28            
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 9
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

alexxia_74forddissechestufissimoassaicassetta2norise1il.passoCherryslsiska16QuartoProvvisoriopianoforte7Marilena63g1b9donmichelangelotondoSense.8Marco69_foto
 

Ultimi commenti

Il silenzio. Il silenzio dopo una giornata in mezzo a...
Inviato da: cassetta2
il 19/05/2024 alle 19:54
 
buonasera Don Michelangelo...un abbraccio di...
Inviato da: Marilena63
il 11/03/2024 alle 21:58
 
...che oltre alla ritualità liturgica,utile per curare il...
Inviato da: donmichelangelotondo
il 30/08/2023 alle 19:16
 
"Andate a imparare che cosa vuol dire:...
Inviato da: nilsia
il 30/08/2023 alle 19:02
 
Buona giornata!
Inviato da: blaskina88
il 30/08/2023 alle 07:31
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963