Creato da donmichelangelotondo il 27/10/2013
proporre buoni e belli pensieri
 

Messaggi del 03/03/2022

3 marzo 2022, 6

Post n°2844 pubblicato il 03 Marzo 2022 da donmichelangelotondo

Guerra Ucraina, a Melitopol i civili sfidano i soldati russi con i fucili in mano: 'Tornate a casa' https://video.repubblica.it/dossier/crisi_in_ucraina_la_russia_il_donbass_i_video/guerra-in-ucraina-a-melitopol-i-civili-sfidano-i-soldati-russi-con-i-fucili-in-mano-tornate-a-casa/409731/410437
...il coraggio...

 
 
 

3 marzo 2022, 5

Post n°2843 pubblicato il 03 Marzo 2022 da donmichelangelotondo

PUTIN

https://www.repubblica.it/esteri/2022/03/02/news/guerra_russia_ucraina_repressione_mosca_bambini_arrestati-339953264/?ref=RHTP-BL-I338475600-P1-S5-T1

 
 
 

3 marzo 2022, 4

Post n°2842 pubblicato il 03 Marzo 2022 da donmichelangelotondo

Perché l'Ucraina chiede aiuto ad Apple e Google
(agf)
02 Marzo 2022 1 minuti di lettura

Nella guerra della Russa in Ucraina il fronte digitale si allarga. Lunedì per effetto delle sanzioni è diventato impossibile per i russi abbonarsi a Netflix e Spotify e contestualmente Netflix ha deciso di non obbedire alla legge russa che gli impone di trasmettere un certo numero di ore di propaganda putiniana. Qualcuno mi ha chiesto: senza Netflix e Spotify le sorti della guerra possono cambiare? Ovviamente no, come ha detto ieri il presidente ucraino Zelensky, “questo non è un film”. Ma la svolta delle grandi aziende tecnologiche occidentali può avere un peso.

Poco fa il ministro ucraino per il digitale Fedorov, che all’inizio del conflitto aveva chiamato a raccolta gli hacker di tutto il mondo per difendere il suo paese, ha detto che due mosse possono segnare la fine del regime di Putin: l’uscita dalla Russia dei circuiti bancari di Visa e MasterCard e il blocco degli store delle app di Apple e Google. Questo, ha concluso, “può colpire il regime in maniera irrevocabile”. Subito dopo Apple ha chiuso il suo store digitale in Russia e ha rimosso le notizie che vengono da Russia Today e Sputnik, due testate di propaganda putiniana. Lo stesso farà in giornata Twitter, che come abbiamo detto, è il social network più importante in questa fase. Mentre piovono le bombe sulle città ucraine, l’impatto di queste mosse non va sopravvalutato ma neanche minimizzato: solo sei mesi fa Apple e Google ricevettero dal governo russo l’ordine di rimuovere una app sviluppata dal partito dell’oppositore Navalny per organizzare gli elettori in vista del voto. Allora Apple e Google obbedirono. E il partito di Putin alle elezioni trionfò. Questa volta stiamo provando a scrivere una storia diversa.

 
 
 

3 marzo 2022, 3

Post n°2841 pubblicato il 03 Marzo 2022 da donmichelangelotondo

Nel 2023
03 Marzo 2022 aggiornato alle 00:01 1 minuti di lettura

La prima cosa bella di giovedì 3 marzo 2022 è il sollievo con cui superiamo le date apocalittiche segnate da certi libri, film o canzoni che ci parevano lontane e spaventose, eppure eccole.

Nel 1974 David Bowie cantò 1984: “Il cambiamento non è libero, l’hai letto nei fondi del tè e le tracce sono in tv. Apriranno il tuo bel cranio e lo riempiranno d’aria, ti diranno che hai ottant’anni ma, amico, non te ne importerà nulla: ti farai di qualsiasi cosa e il domani non arriverà mai. Fa’ attenzione alle fauci feroci del 1984!”. Allora lessi il libro di Orwell e pensai di tapparmi in casa per dieci anni. Invece siamo sopravvissuti anche se qualcosa si è avverato.

Poi è arrivato il 1997 e non siamo fuggiti da New York (io ci andai anzi a vivere), anche se quattro anni dopo ne abbiamo avuto la tentazione. Era il 2001 e quel che accadde fu niente in confronto alla possibile odissea nello spazio e alla dittatura di Hal.

Così oggi mi ronza in testa Dalida che canta Nel 2023 e mi sovviene la parte finale: “Diecimila anni son passati, l'uomo crede di aver raggiunto Dio, d'avere in mano il mondo, di conquistare il sole, ma se ti volti indietro le rose sono vive, la pioggia cade ancora, le cose belle sono antiche. Nel 2023 io non ci sarò più ma tu mi cercherai nell’infinito”. E mi ostino o a pensare che la ascolteremo ancora nel 2024.  

 
 
 

3 marzo 2022, 2

Post n°2840 pubblicato il 03 Marzo 2022 da donmichelangelotondo

Cosa è assurdo a teatro e fuori

Federica Fracassi e Michele Di Mauro in scena con "Le sedie" di Ionesco

Federica Fracassi e Michele Di Mauro in scena con "Le sedie" di Ionesco

Sarà che tutto ci parla di noi. Che ogni cosa cambia senso mano a mano che cambia il senso di quel che ci riguarda. O sarà che siamo qui, mentre i bambini sfollano sotto le bombe, a chiederci se la famosa soprano o il celebre tenore debbano fare abiura anziché limitarsi a cantare. Perché come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, ci domandiamo e chiediamo loro: come potete. Ma poi. Possiamo noi giudicare l’arte a partire dalla condotta di vita di chi la esprime, siamo certi che una vita retta – giusta? Da che prospettiva? – sia la condizione che rende l’arte luminosa e degna? Non lo siamo, direi.

Abbattere le statue di Dostoevksij, cancellare e poi precipitosamente ripristinare lezioni su “L’idiota” qualifica chi lo propone, che non deve aver letto “L’idiota”, e non sposta Putin dalla sua rotta, certamente. Ho visto ieri in teatro “Le sedie” di Ionesco, il gran rumeno, genio a lungo oscurato per delitto di scorrettezza politica, in vita e dopo. Il teatro era pieno di ragazzi, come sempre capita al Vascello, Roma. Il vecchio e la vecchia, i due protagonisti, siedono a mezza costa di un declivio di macerie.

Ci deve essere stata un’apocalisse, forse il fuori non esiste più, alla festa non arrivano che fantasmi, di una città il cui nome iniziava per P, detta ville lumiere, c’è scarso barlume di memoria. Una farsa tragica scritta settant’anni fa. Settanta. Federica Fracassi, regina della scena, impeccabile e struggente in vestaglia stracciata, un grande Michele Di Mauro, regia di Valerio Binasco, scene e luci di Nicolas Bovey, premiato per questo con l’Ubu. Si ride tanto e si piange un poco, ci si commuove sempre e si sta meglio, dopo. Si vede più nitido il mondo lì fuori.

 
 
 

3 marzo 2022

Post n°2839 pubblicato il 03 Marzo 2022 da donmichelangelotondo

(Leggo) Matteo Lc 9,22-25

In quel tempo Gesù disse: «Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

La via di Gesù che lo condurrà al Calvario è irta, piena di lacci e insidie, è fatta di rifiuti di riconoscersi creature in comunione con altre creature e come tali degne di rispetto, sempre e comunque: al di là di ogni provenienza, appartenenza religiosa, politica, sociale. La salita di Gesù al patibolo continua ieri come oggi a essere memoriale delle tante vite squarciate dalla violenza, è una via ai cui lati giacciono i cadaveri dei morti sepolti dalle macerie dell’oppressione dei poteri politici ed economici violenti e guerrafondai.

(Prego)

Sapremo nel deserto
resistere al maligno
nell’ora della lotta
il Nome tuo invocare?

(Agisco)

Non è rubando o tenendo strette nelle proprie mani la vita che ci si arricchisce, ma donando.

 
 
 

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