Creato da donmichelangelotondo il 27/10/2013
proporre buoni e belli pensieri
 

Messaggi del 07/03/2022

7 marzo 2022, 5

Post n°2864 pubblicato il 07 Marzo 2022 da donmichelangelotondo

La poetessa russa Marina Cvetaeva
 
 
 
Tra empatia per gli ultimi e solitudine salvifica.

Al volgere della fine della Grande Guerra, l’esercito russo, composto per lo più da contadini, aveva subìto gravi perdite a causa dalla mancanza di mezzi e rifornimenti; in assenza dello zar Nicola II, deciso a seguire le campagne militari personalmente, la situazione economica era crollata per l’assenza di un potere esecutivo e il malcontento di una popolazione sempre più allo stremo era sfociato nella Rivoluzione di Febbraio, a cui seguirà quella bolscevica di Ottobre e la successiva Guerra Civile che vedrà nascere l’Unione Sovietica.

La sanguinosa rivoluzione bolscevica con conseguente caduta dell’Impero scoppia nella vita della poetessa con inevitabile violenza, il terrore, il disorientamento, la disperazione e il sentimento di quei giorni rimangono nelle sue poesie facendone una delle voci più importanti della letteratura russa. Nei suoi versi ci sono gli emarginati, i ribelli, gli esiliati, scegliendo di stare dalla parte degli oppressi, dei perseguitati.

 

Lo ribadisce lei stessa in uno scritto già prima di partire da Parigi alla volta di Mosca nel 1939:”Sappiate una cosa: che anche là io sarò con i perseguitati e non con i persecutori, con le vittime e non con i carnefici”.

L’aspro linguaggio della Cvetaeva è già di per sé indicativo di una scelta, di una visione del mondo ruvida e severa. Lei diviene simbolo del conflitto tra individuo e collettività, tra sfera privata e repressione di una società totalitaria.

 

“Come spostando pietre,

geme ogni giuntura!

Riconosco l’amore dal dolore

lungo tutto il corpo

[…]Vandalo in un’aureola di vento! Riconosco

l’amore dallo strappo

delle più fedeli corde

vocali: ruggine, crudo sale

nella strettoia della gola.”

(Versi tratti dalla poesia Indizi)

 

E ancora la poesia “Agli ebrei”

“Chi non t’ha calpestato-e chi non t’ha bruciato,

cespuglio di incombustibili rose!

Unica cosa incrollabile che il Cristo

ha lasciato dietro di sè sulla terra.

Israele! Si avvicina un secondo

tuo dominio. Per tutti i centesimi

voi col sangue ci avete pagati: Eroi!

Traditori- Profeti- Mercanti !

In ciascuno di voi, anche in colui che conta

a lume di candela le monete d’oro nel sacchetto.

Cristo più forte parla che non in Marco,

in Matteo, in Giovanni e in Luca.

Per tutta la terra-da un capo all’altro-

crocifissione e deposizione dalla croce.

Con l’ultimo dei tuoi figli, Israele,

in verità seppelliremo il Cristo”

 

Ed ecco, estate 1916, città di Aleksandrov, una casa alla periferia, davanti a questa casa oltre al giardino, alla piazza si addestrano soldati al tiro.

 

“Un bianco sole e basse, basse nubi,

lungo gli orti-dietro il muro bianco-un cimitero.

E sulla sabbia file di spauracchi di paglia

sotto le traverse a statura d’uomo.

[…]

Come hanno potuto incollerirti queste nere capanne,

Signore! E perché a tanti mitragliare il petto?

[…] Oh, Signore, Dio mio!”

(versi tratti dal ciclo “All’ Achmatova”)

 

Di fronte a tali crude realtà che saranno rese ancora più severe nel corso della sua vita, la poetessa non può che trovare rifugio, acquietamento del proprio animo nella solitudine.

 

“Sono felice di vivere in modo semplice ed esemplare –
come il sole, come il pendolo, come il calendario.

D’essere un’anacoreta laica di snella figura, 
savissima – come qualsiasi creatura di Dio.

Di sapere: lo Spirito è mio alleato, lo Spirito è mia guida!

D’entrare senza annunciarmi, come un raggio e come uno sguardo.

Di vivere così come scrivo: in modo esemplare e succinto

come Dio comanda e come gli amici non prescrivono”

(Poesia tratta dal ciclo “Il Commediante)

 

La sua “altezzosa solitudine” come la definì Šachovskaja è stato il suo modo semplice e al tempo stesso coraggioso di chiudersi in se stessa per ricreare un mondo diverso, più vero, più empatico, scevro da qualsiasi bruttura di cui il genere umano a quel tempo era capace.

La storia si ripete ed oggi più che mai il mondo interiore di questa grande poetessa russa grida le sue ragioni. E noi non possiamo non prenderle virtualmente la mano e ripetere con enfatica speranza velata di tanta tristezza:

“[…] ancora, Signore, benedico-la pace

in casa d’altri e il pane nel forno altrui!”

(Versi tratti dal ciclo “Don Juan”)

 
 
 

7 marzo 2022, 4

Post n°2863 pubblicato il 07 Marzo 2022 da donmichelangelotondo

Eterotermia 452…?

Perché l’inverno arriva in ritardo…

L’inverno arriva in ritardo su questo lembo di terra, dove la primavera è già di casa per una fretta non dovuta… Ora le resta l’affanno della corsa che la fa ansimare per correre di nuovo ai ripari.

È ritornato il “legale” inquilino “inverno”, ad occupare la landa, dopo essersi assentato inspiegabilmente, trovandola “occupata” dalla primavera. Questa, sin sulle prime battute dell’alba, si presentava con un cappotto addosso, fatto di brina. Ha dovuto indossarlo. L’inverno rientrato, complice il sole nel ritrarre i suoi raggi, le hanno tolto quel piacevole tepore. A sua volta l’aveva fatto il sole con la primavera, illudendola nel suo prematuro trasloco.

La Natura stessa pare stranita: confonde l’intrusione primavera con l’inverno, restio ad andarsene? Essa ha forse dimenticato che il “Verno” (Passa la nave con l’oblio… F. Petrarca) ha “diritto e impegno” a restare fino al 20 marzo e, per essere precisi, alle ore 15,33: è un suo diritto; è il suo equinozio di marzo.

Ché nel convulso precipitare della situazione umana anche la Natura sia rimasta contagiata, confusa? Oppure che il Sistema solare abbia deciso di traslare, in una parte dell’Universo, dove il “nulla” lo inglobi, oscurandolo, e lo taccia di sì tanta, arrogante ostentazione che perpetriamo, noi terrestri…?

C’è chi sostiene la guerra e fa sfoggio di armi atomiche e non vede ora di usarle: pura incoscienza, esaltazione mentale, delirio? Qualcuno si chiede: “Che ne sarebbe delle Opere tutelate dall’U.N.E.S.C.O., della Croce Rossa Internazionale, delle centinaia Opere di Carità, dell’ONU, del Patto Atlantico, del Consesso delle religioni universali, della Cultura, della Storia e dei suoi paladini, dei milioni di Libri scritti, dei campi di grano ucraini, russi, mondiali…della Fratellanza…dell’effimera Pace, qualora l’atomica formattasse la Terra? “

Solo gli appena nati non lo sanno ancora: ma sono i “meno incoscienti”. La nostra incoscienza “adulta”, ci fa ingoiare le risposte. Anche se, dare risposte incoscienti, resterebbero comunque insensate…

Non serve che ognuno apprenda e custodisca, generosamente in memoria, oltre la fine, sì tante “nozioni”, dal “Mondo” acquisite. Non ci sarà, non ci potrà mai essere un altro “Fahrenheit 451 o ‘52” come quello di Truffaut del 1966, tratto dal romanzo fantascientifico-dispotico di Ray Bradbury.

Ciò che stiamo vivendo, non è un film, ma pura realtà. Chissà se ci sarà modo che essa diventi storia; la potremmo far leggere oppure, in seguito, produrla con un altro lungometraggio…chissà?

Io le darei un nome già da adesso: “Eterotermia 452”. (L’eterotermia è il sistema biologico che adottano gli elefanti africani per bilanciare la temperatura del proprio corpo, tra la notte e il giorno).

Gli elefanti. Nemmeno questi pachidermi resterebbero a nutrirsi di bacche radioattive…

Colla loro possente memoria avrebbero potuto immagazzinare i tanti dati a rischio: da incendi, da cancellazioni casuali o mirate, oppure contaminate da bugie… Peccato che gli elefanti non sanno leggere i nostri complicati “codici”.

Vanno a naso lungo (proboscide) e grande cervello, gli elefanti. Noi umani, invece, col naso “lungo” e col cervello ridotto, non riusciremmo nemmeno ad immagazzinare le nostre menzogne e non abbiamo ancora deciso cosa fare e dove andare…

Si potrebbe rincominciare a fare come gli antichi: a scrivere tutto sui sassi, nella speranza che, dopo di noi, arrivino altri esseri a mettere piede, sui probabili lembi di Terra rimasti.

Certo. Passerebbero gli anni, tanti anni. Ma si potrà dare il caso che possa pure accadere: lo stiamo facendo anche noi, vagabondi dello spazio, mentre ignoriamo la terra sotto i piedi e ci disinteressiamo di mantener l’aria pulita che respiriamo.

È come quel fabbro che cercava il martello… ma che aveva in mano e, in un momento di stizza, se lo dava sull’altra. Se questa non è idiozia, sarà certamente un qualcosa di peggio: pazzia, paranoia?

Per chi aborrisce le armi, si munisca di un buon libro e se lo legga: centellinandosi le pagine e i periodi più belli scritti. S’immagazzini i concetti in memoria. Le pagine scritte, la sostanza espressa, non cangeranno mai opinione, ma diranno sempre la stessa cosa… ciò che non riusciamo a fare noi umani.

Tutto questo perché ci potranno “depredare” tutto…

Giammai nessuno, però, potrà toglierci la “Cultura” acquisita e la “Fede”.

Già. Solo Dio, nel chiamarci a Lui. Quale liberazione!!!

 
 
 

7 marzo 2022, 3

Post n°2862 pubblicato il 07 Marzo 2022 da donmichelangelotondo

Non era chiaro o conveniva

All'oligarca Vladimir Soloviev sono state sequestrate due ville sul lago di Como

All'oligarca Vladimir Soloviev sono state sequestrate due ville sul lago di Como

E’ sempre impressionante la rapidità dei voltafaccia, l’inversione di rotta con cui i salamelecchi di benvenuto si trasformano in grida che incitano i cani. E’ sempre una sorpresa, la mezza giornata in cui cambia di segno il cosiddetto “comune sentire”, ma questa volta è sbalorditivo. La caccia agli oligarchi è il nuovo padel: non c’è chi non si eserciti una mezz’ora, anche da fermo, ad additare la tal villa sul lago di Como, quel certo stabilimento balneare in Versilia, lo yacht ormeggiato all’Argentario, anzi una dozzina, li conosco di persona, ho fatto io il rogito, ero l’autista della delegazione, mia cugina gli puliva casa il giovedì.

Io, devo ammetterlo, per un certo periodo mi sono distratta – negli anni scorsi – ed è stato quando la compravendita di pezzi di Paese ai megamiliardari russi che neanche venivano di persona a vedere l’acquisto è diventata talmente una prassi che prima finiva nelle brevi di cronaca, poi nemmeno in quelle, alla fine era la norma. Il brusio di fondo. Ma prima, prima di distrarmi dico, ricordo benissimo certe cerimonie tragicamente lunghe, certi inviti in carta intestata di enti locali e capitani d’impresa affinché i cronisti venissero alla conferenza stampa in cui si dava notizia dell’importante investimento immobiliare, il rilevamento della quota di maggioranza, la cogestione del progetto.

Non è che gli oligarchi non fossero allora quello che sono oggi: gente che ha fatto i miliardi grazie a un tipo che sparava ai giornalisti, torturava ed eliminava i dissidenti col polonio, per restare ai dettagli vistosi. Quindi o non era chiaro allora, a chi si vendevano industrie spiagge e ville, o conveniva stare zitti e prendere i soldi. Non saprei cosa preferire.

 
 
 

7 marzo 2022, 2

Post n°2861 pubblicato il 07 Marzo 2022 da donmichelangelotondo

Fellini & Rol
07 Marzo 2022 aggiornato alle 00:01 1 minuti di lettura

La prima cosa bella di lunedì 7 marzo 2022 sono Fellini & Rol, il libro sulla loro amicizia, ma soprattutto loro due. Se soltanto fosse possibile averli ancora qui...

La "duografia" di Franco Rol, che di Gustavo è lontano parente, è documentata e meticolosa, ma loro due ne escono, non ce la fai a contenerli. A volte penso che se potessi trascorrere un giorno con qualcuno che non c'è più sceglierei loro, perché sarebbe un gran divertimento. Erano specie evoluta: uomini che non hanno mai smesso di coltivare il bambino in sé, né di cercare altro fuori e dentro di sé. Possibilità. Fantasie. Esperimenti. Giochi.

Vorrei che facessero le vocine al telefono per ingannare chi chiama dicendo di essere la segretaria del regista o la governante del dottore. Andare al ristorante e vedere Rol scrivere a distanza "maiale" sul tovagliolo di un commensale distante che s'abbuffa. E Fellini ridere quando quello si blocca mentre se lo porta alla bocca. Vorrei sentire Fellini che racconta i suoi sogni disegnandoli su un quaderno e Rol che annuisce lasciando intendere che non sono esattamente e non solo "sogni". Vorrei essere lì mentre evocano anime, spazzano via tutto questo grigio scuro, questa fame di cose già masticate, questa viltà del quotidiano con una pennellata senza pennelli, con uno scherzo senza ferocia, con uno sguardo dove niente appare e tutto è.

 
 
 

7 marzo 2022

Post n°2860 pubblicato il 07 Marzo 2022 da donmichelangelotondo

(Leggo) Matteo 25,34-40

<<Venite benedetti!>>

La notte del 7-8 marzo 2020 partiva la prima chiusura di tutto per arginare i contagi. Quanto bene è stato fatto? Quanti hanno invece abusato della generosità? Ma alla fine, ricordiamocelo, saremo giudicati sull'amore donato senza interesse, sempre!

(Prego)

La luce ormai nel suo apparire
ridesta il cuore dei credenti
e il canto unanime del mondo
dà nuova forza a chi è in cammino.

(Agisco)

Donare uno sguardo di attenzione

 
 
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Marzo 2022 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 9
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

alexxia_74forddissechestufissimoassaicassetta2norise1il.passoCherryslsiska16QuartoProvvisoriopianoforte7Marilena63g1b9donmichelangelotondoSense.8Marco69_foto
 

Ultimi commenti

Il silenzio. Il silenzio dopo una giornata in mezzo a...
Inviato da: cassetta2
il 19/05/2024 alle 19:54
 
buonasera Don Michelangelo...un abbraccio di...
Inviato da: Marilena63
il 11/03/2024 alle 21:58
 
...che oltre alla ritualità liturgica,utile per curare il...
Inviato da: donmichelangelotondo
il 30/08/2023 alle 19:16
 
"Andate a imparare che cosa vuol dire:...
Inviato da: nilsia
il 30/08/2023 alle 19:02
 
Buona giornata!
Inviato da: blaskina88
il 30/08/2023 alle 07:31
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963