Creato da donmichelangelotondo il 27/10/2013
proporre buoni e belli pensieri
 

Messaggi del 09/03/2022

9 marzo 2022, 2

Post n°2873 pubblicato il 09 Marzo 2022 da donmichelangelotondo

Uno scontro vale l'altro

L'incendio nella centrale nucleare di Zaporizhzhia dopo l'attacco dei soldati russi

L'incendio nella centrale nucleare di Zaporizhzhia dopo l'attacco dei soldati russi

Il Covid quindi non è più un problema, si direbbe sfogliando i giornali e accendendo la tv. E’ finita la pandemia? Non risulta, sarebbe stata una notizia da prima pagina e da apertura dei tg, per lo meno. No, non è che l’allarme sia rientrato: è che ce n’è uno nuovo altrettanto spaventoso, c’è la guerra. La minaccia nucleare, addirittura. Dunque fuori i virologi e dentro gli analisti di politica estera, categoria solitamente ignorata dalla tv.

Grande fibrillazione alla ricerca dei nuovi numeri di telefono. Contratti last minute di esclusiva per sottrarre l’esperto “che buca il video” ai concorrenti. La politica estera in tempo di pace “non tira”, si dice: non fa ascolti e non fa vendere copie. Deve essere anche per questo che non ne sappiamo mai niente, tutto nel mondo ci sembra sempre succedere all’improvviso: un conflitto latente da otto anni lo scopriamo con le bombe. Negli otto anni precedenti, difatti, le proposte di inchiesta sul conflitto - a giudicare dai segnali - imminente sono state respinte, cestinate, relegate alla notte in piattaforme dedicate.

I giornalisti di esteri free lance, quindi tutti quelli giovani, gli stessi che ora i direttori si litigano per averli come “il nostro inviato”, fino a ieri erano sopportati come rompiscatole ossessionati, nessuno che rispondesse loro al telefono, che pagasse loro l’assicurazione per una trasferta. Ora però, ecco. Allo scontro fra un Vax e un No Vax si può sostituire il “dibattito” fra un ucraino e un russo. Via i servizi sul racket delle mascherine, dentro con quelli sulla corsa ad accaparrarsi pillole di iodio. Gli esperti dicono che non bastano, in caso di radiazioni. Lo immaginavo persino io. Per il resto, tutto a posto.

 
 
 

9 marzo 2022, 3

Post n°2872 pubblicato il 09 Marzo 2022 da donmichelangelotondo

Mio padre finito in mezzo alla guerra

Alberto e Lidia in una foto di qualche tempo fa, quando la guerra era lontana

Alberto e Lidia in una foto di qualche tempo fa, quando la guerra era lontana

Mauro Mezzaroma, Cervignano del Friuli, allenatore e presidente del Rugby Club Monfalcone

Qualche anno fa mio padre Alberto, che ha da poco compiuto 78 anni, si è sposato con Lidia, una donna ucraina che ha conosciuto in Italia. Poi si sono trasferiti in Ucraina, dopo aver comprato una bella casetta nei pressi di Boryspil (a due passi dall'aeroporto Internazionale di Kiev). Lui e Lidia adesso fanno i nonni, Lidia ha due figlie e 3 bellissime nipotine, e stavano vivendo una vita tranquilla, poi è arrivata la guerra. Da loro (per ora?) non ci sono stati combattimenti o bombardamenti ma sanno che le truppe russe non sono distanti, stanno vivendo nell'incertezza di quello che potrebbe succedere da un momento all'altro, ogni tanto avvertono esplosioni in lontananza, l'altro giorno gli sono passati alcuni missili sopra la testa che poi sono andati a centrare obiettivi fortunatamente lontani.

C'è il coprifuoco, la sera devono rispettare l'oscuramento e ogni tanto si sente l'angosciante ululato delle sirene che avverte i cittadini di trovare un riparo. In casa adesso sono in otto, hanno deciso di stare tutti vicini in questi momenti drammatici. Erano in nove prima che il marito di una delle due figlie di Lidia fosse richiamato (fortunatamente nella protezione civile, non deve andare a combattere), con loro c'è anche la mamma di Lidia. Quando suona l'allarme scendono in un pozzo largo appena un paio di metri, scavato in giardino. Hanno cercato di attrezzarlo al meglio ma è tutt'altro che comodo, difficile rimanerci più di un paio d'ore. Ci sentiamo tutti i giorni, devo dire che mio padre dimostra una grande tranquillità, forse anche eccessiva, ma preferisco che sia così piuttosto che saperlo spaventato.

Mio padre è nato a Roma, nel quartiere di San Lorenzo Fuori le Mura, pochi mesi dopo il famigerato bombardamento. Si può tranquillamente dire che per lui le lancette della storia hanno fatto un balzo indietro di quasi 80 anni, ma in realtà l'hanno fatto anche per tutti noi, visto che siamo coinvolti emotivamente in una situazione che avevamo conosciuto solo attraverso i racconti dei nostri nonni. L'altra sera ho chiamato mio padre e l'ho visto immerso nell'oscurità di una casa che stavano lasciando per andarsi a chiudere nel pozzo, avevano dato l'allarme aereo, troppo pericoloso rimanere in superficie.

La mia famiglia  dal 1991 ha cominciato ad ospitare nei mesi estivi un bambino bielorusso, i bambini poi divennero due e continuarono a venire per diversi anni. Erano due dei tanti "bambini di Chernobyl" che passavano le loro vacanze in Italia per allontanarsi dalle zone contaminate. Mio padre, che si era affezionato parecchio a questi due bambini, cominciò anche ad andarli a trovare a casa loro quando poi non poterono più venire in Italia, anche quando ormai erano diventati grandi. In realtà andava a trovarli anche perché si trovava benissimo con le loro famiglie d'origine e con la gente del posto, un piccolo villaggio a ridosso del confine con l'Ucraina, dove vivono tutti in casupole di legno.

Il paradosso è che adesso mio padre, che in Bielorussia ha trovato amici ed ha ancora degli affetti, vede minacciata la sua vita da soldati (russi) provenienti da questa nazione e che potrebbe supportare ulteriormente l'invasione inviando proprie truppe, se addirittura non l'ha già fatto. Mio padre ha provato più volte a mettersi in contatto con l'ambasciata italiana in Ucraina e con l'Unità di Crisi del ministero degli Esteri: impossibile parlare con qualcuno, praticamente si rimane in attesa fino a quando la linea non cade. Capisco l'emergenza, che quei numeri saranno chiamati da migliaia di persone, ma a cosa serve un'Unità di Crisi se quando c'è una crisi diventa difficilissimo entrarvi in contatto?

Ora con mio padre mi sento tutti i giorni, ogni volta che lo saluto dopo una videochiamata spero che non sia l'ultima volta che posso sentirlo e vederlo, il mio papà, che è finito in mezzo ad una guerra.

 
 
 

9 marzo 2022

Post n°2871 pubblicato il 09 Marzo 2022 da donmichelangelotondo

(Leggo) Luca 11,29-32

<<...alla predicazione di Giona si convertirono>>

Quante volte tentiamo Dio di volere segni, miracoli, cose strabilianti e non vogliamo impegnarci nell'ascolto della predicazione seppur faticosa e impegnativa. Ecco, il vero miracolo è lasciare che la sua Parola cresca nel nostro cuore.

(Prego)

l sorgere del sole noi cantiamo
a te, Signore nostro, Dio fedele
sei fonte di bontà e di amore
e sei misericordia al peccatore.

(Agisco)

Cerco di vedere i bellissimi segni di Dio nella mia vita

 
 
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Marzo 2022 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 9
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

alexxia_74forddissechestufissimoassaicassetta2norise1il.passoCherryslsiska16QuartoProvvisoriopianoforte7Marilena63g1b9donmichelangelotondoSense.8Marco69_foto
 

Ultimi commenti

Il silenzio. Il silenzio dopo una giornata in mezzo a...
Inviato da: cassetta2
il 19/05/2024 alle 19:54
 
buonasera Don Michelangelo...un abbraccio di...
Inviato da: Marilena63
il 11/03/2024 alle 21:58
 
...che oltre alla ritualità liturgica,utile per curare il...
Inviato da: donmichelangelotondo
il 30/08/2023 alle 19:16
 
"Andate a imparare che cosa vuol dire:...
Inviato da: nilsia
il 30/08/2023 alle 19:02
 
Buona giornata!
Inviato da: blaskina88
il 30/08/2023 alle 07:31
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963