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Messaggi del 16/03/2022

16 marzo 2022, 5

Post n°2902 pubblicato il 16 Marzo 2022 da donmichelangelotondo


La fine dell'età dell'abbondanza
di Riccardo Luna
Dovremo cambiare molte cose, a partire dal modo di produrre energia puntando davvero sulle rinnovabili
15 Marzo 2022
Aggiornato alle 12:49 1 minuti di lettura

Dieci anni fa esatti uscì un libro fondamentale per capire lo spirito della Silicon Valley: si chiama "Abbondanza" e lo firma Peter Diamandis, un guru che ha fatto dell'ottimismo tecnologico la sua missione. L'idea di fondo del libro è il fatto che abbiamo davanti un futuro meraviglioso per via dell'abbondanza di risorse che la tecnologia avrebbe realizzato.

Ai tempi quel libro mi entusiasmò, oggi mi rendo conto che nell'idea di una abbondanza futura si alimenta e cresce una cultura dello spreco quotidiano. Senza voler fare facili autoprocessi è un fatto che nel mondo occidentale abbiamo vissuto per anni senza calcolare i costi nascosti delle nostre azioni: per esempio il fatto che la bolletta energetica fosse economica, rispetto ad oggi, ci faceva dimenticare il fatto che dal punto di vista del pianeta nulla è gratis e quell'energia aveva comunque un impatto. Un costo per l'ambiente. Oltre al fatto che provenendo dalla Russia ci esponeva ai rischi politici di cui parliamo da qualche giorno. Oggi improvvisamente, per via della guerra, scopriamo che l'era dell'abbondanza è rinviata di un decennio.

Per un po' mancheranno gas, petrolio, farina, olio di semi e chissà che altro; per un po' avremo di fatto meno soldi per via dell'inflazione. Dovremo cambiare molte cose, a partire dal modo di produrre energia puntando davvero sulle rinnovabili. E intanto dovremo cambiare comportamenti. Siamo costretti a farlo. Stare più attenti ai consumi. Risparmiare. Qualche giorno fa ho scritto, dovremmo abbassare di un grado i termosifoni per esempio. Non ci vedo nulla di triste. E' triste lo spreco, è triste la noncuranza, è triste la superficialità di certi atteggiamenti. Stare più attenti, dare più valore a quello che abbiamo, provare a farlo durare, non vuol dire solo interpretare un momento difficile, ma voler bene al pianeta che ci ospita, prendercene cura. Forse la guerra riuscirà là dove la pandemia ha fallito: renderci migliori.

 

 
 
 

16 marzo 2022, 4

Post n°2901 pubblicato il 16 Marzo 2022 da donmichelangelotondo


I quadri contesi l'arte ci guarda

Uno dei capolavori dell'Ermitage di San Pietroburgo esposti a Milano di cui era stata chiesta la restituzione

Uno dei capolavori dell'Ermitage di San Pietroburgo esposti a Milano di cui era stata chiesta la restituzione

C'è una battaglia parallela che corre nel mondo dell'arte, fra Russia e resto del mondo, di cui si intravedono segnali che devono essere costati enorme fatica e cautela. Non parlo dei gesti pubblici dei direttori di musei e di teatri che si dimettono, primi ballerini del Bolshoi che se ne vanno, cantanti che rinunciano a cantare per manifestare consenso o dissenso verso Putin, dipende: quelli sono visibili, episodi che avranno certo ripercussioni sulle carriere di chi li compie, in un senso o nell'altro, e formano parte - diciamo così - della militanza degli intellettuali.

Ci sono poi altri che lavorano sottotraccia. Immagino per esempio che il direttore dell'Ermitage Michail Piotrovsky abbia avuto il suo da fare nella trattativa con il ministero della Cultura russo per riuscire a rinviare (il comunicato dice "attenuare") la richiesta di ritiro immediato delle opere di proprietà del museo di San Pietroburgo in prestito, in questo momento, a musei europei: c'è una mostra in corso, per esempio, alle Gallerie d'Italia di Milano. Farà il suo corso.

I padiglioni russo e ucraino della Biennale sono per ora sospesi: il curatore e gli artisti russi hanno dato le dimissioni per protesta contro l'invasione, gli ucraini vorrebbero forse partecipare ma non è chiaro se ci saranno le condizioni. Può sembrare piccola cosa, di fronte all'assedio di civili nelle città e alla fuga, alla morte, di migliaia di persone. Ma l'immagine del Cristo messo in salvo dalle bombe, caricato su un camion, ha fatto il giro del mondo ed è diventata un simbolo di speranza, perché questo fa l'arte: viene da prima e si ferma, ci precede e ci segue, resta. Non siamo noi a guardare un'opera d'arte, è lei che ci guarda.

 

 
 
 

16 marzo, 3

Post n°2900 pubblicato il 16 Marzo 2022 da donmichelangelotondo


Parenti sergenti
di Gabriele Romagnoli
(afp)
16 Marzo 2022 alle 00:01
1 minuti di lettura

La prima cosa bella di mercoledì 16 marzo 2022 è il momento preciso in cui chi sta combattendo una guerra si rende conto dell'assurdità che l'ha scatenata. Quale guerra è "civile" e in quale non si cerca di uccidere un simile? Semplicemente, a volte è più difficile accorgersene. Altre volte invece è lampante.

Prendi la Prima guerra mondiale, combattuta in montagna, al confine tra Italia e Austria, su quei crinali che oggi separano, invece, veneti e trentini. Spari tra gente che parlava la stessa lingua. E non solo. Considera allora questo episodio. Il trombettiere Vittorio Murer, di Laste, un paese alle pendici della Marmolada, trombettiere del battaglione Belluno, rientrò da un servizio di pattuglia sul passo Fedaia tenendo per il bavero un nemico fatto prigioniero durante la spedizione. L'uomo appariva più anziano, dimesso nella divisa che gli andava un po' larga.

Il Murer lo trascinò tra i commilitoni fino a condurlo fieramente al cospetto degli ufficiali. Soltanto a quel punto allentò la stretta e presentò ai superiori la conquista effettuata: "Signori, mio cognato!".

 

 
 
 

16 marzo 2022, 2

Post n°2899 pubblicato il 16 Marzo 2022 da donmichelangelotondo

L'ARTE DELLE LETTERE
Di
Monica Fornelli -
16 Marzo 2022
"Amore", di Shaun Usher

Leggere delle lettere è un po' entrare nell'intimità delle persone e se queste persone sono dei personaggi celebri e famosi allora l'emozione si quadruplica non perché il mondo intimo della gente comune sia meno entusiasmante o toccante, semplicemente perché leggere le onde dei sentimenti di coloro che hanno fatto storia e hanno lasciato un'impronta indelebile nel tempo provoca una trepidazione quasi inconsapevole.

Ci si ritrova a condividere il loro stesso sentire, a commuoverci nell'esperire attraverso la semplice lettura sentimenti grandi, solidi nella loro spontaneità quanto sono grandi coloro che li nutrono. Esempi di genuino amore passionale, amichevole, paterno, un coacervo di umanità vera.

Così i grandi come Frida Khalo, Steinbeck, Beethoven, Nelson Mandela, Napoleone Bonaparte e tanti altri per un istante diventano come noi, li sentiamo più vicini, impariamo ad empatizzare con coloro che si mostrano attraverso la fragile forza dei sentimenti universali.

È questa la vita, lasciare la propria impronta grazie ad un sentire semplice e vero senza barriere o infingimenti.

Una lettura piacevole, tenera, arricchente che pagina dopo pagina fa sorridere, meravigliare e provare anche invidia perché essere sia autore che oggetto di tali sentimenti è una fortuna e permette di affrontare la vita profondamente senza alcuna aridità causata dall'estremo individualismo che oggigiorno ci attanaglia.

 

 
 
 

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