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proporre buoni e belli pensieri
 

Messaggi del 21/04/2022

21 aprile 2022, 10

Post n°2993 pubblicato il 21 Aprile 2022 da donmichelangelotondo

Sostiene Pereira
Di
Monica Fornelli -
20 Aprile 2022
Un romanzo duro e tenero, un risveglio dall'ignavia

In questo libro Tabucchi ci racconta la storia di un uomo, il signor Pereira, un giornalista che abbandona le rubriche di cronaca nera per dirigere la rubrica culturale di un quotidiano del pomeriggio della città, il Lisboa. Il momento storico che fa da sfondo al racconto è quello del regime dittatoriale salazarista.

Impariamo a conoscere la Lisbona del 1938 attraverso gli occhi ingenui, a tratti sempliciotti e quieti di Pereira che trascina la sua vita tra i ricordi della moglie defunta con cui mantiene comunque un rapporto quotidiano parlando con il suo ritratto e una visione apolitica di una realtà ben complessa.

Nella sua semplicità di uomo senza idee e senza apparenti ideali imparerà pian piano a "guardare" con occhi nuovi soprattutto grazie alle persone che incontrerà nel suo percorso quotidiano di vita come il neolaureato Monteiro Rossi, il dottor Cardoso. Il primo rappresenterà per lui l'incarnazione della vita stessa che grida le sue ragioni di libertà, di giustizia; il secondo gli parlerà della teoria della confederazione delle anime secondo la quale ogni persona non ha una sola anima ma una confederazione di anime su cui ne domina una, un "io egemone" e talvolta può accadere che una di queste anime si rafforzi al punto da prendere il sopravvento e diventare un nuovo io egemone, determinando così una vera e propria metamorfosi.

Il signor Pereira si ritroverà così suo malgrado a trasformare la sua semplice mediocrità acritica in coraggio e determinazione arrivando a compiere un gesto di "eroismo" e di ribellione al regime.

Un romanzo duro e tenero, pacato e impetuoso come può esserlo la vita di chiunque si risvegli dal sonno dell'ignavia.

 

 
 
 

21 aprile 2022, 9

Post n°2992 pubblicato il 21 Aprile 2022 da donmichelangelotondo

L'amore silenzioso di Ami
Di
Miky Di Corato -
20 Aprile 2022
Un Amore tormentato ma che incontra la sua accettazione nell'assenza di parole. Questo il leitmotiv di "Rompere il silenzio", il nuovo singolo di Ami, giovane cantautrice la cui musica smaschera i reali sentimenti

Ciao, Ami. Da dove nasce il tuo nome d'arte?

Non volevo andare troppo lontano dal mio nome reale, cioè Noemi Damiani, quindi non potendo utilizzare il mio Noemi (per ovvi motivi) ho estrapolato la parola "AMI" dal mio cognome.

Se esiste cosa esprime il fil rouge che unisce "Rompere il silenzio" al tuo brano d'esordio "La maschera"?

Sono riuscita a collegare i due brani con un semplice filo logico. Dopo aver tolto "la maschera", grazie all'aiuto di questo amore che ti accetta così come sei realmente, passi alla fase successiva; ovvero, accetti finalmente questa persona e inizi a raccontarti, a raccontare la tua storia. Insomma, a "rompere il silenzio".

Qual è, a tuo parere, la maggiore difficoltà nella condivisione della vita di coppia?

Credo che mettersi al primo posto, senza dare spazio all'altra persona, sia un limite. Non solo per chi esegue, ma anche per chi "subisce". Accettatevi e accettate; questo secondo me è il primo passo da fare.

Progetti futuri?

Spero di uscire presto con un nuovo singolo, al quale sto già lavorando. In seguito, di racchiudere il tutto in un album, per avere anche la possibilità di raccontarmi meglio al pubblico.

 

 

 
 
 

21 aprile 2022, 8

Post n°2991 pubblicato il 21 Aprile 2022 da donmichelangelotondo

LA MASSERIA DELLE ALLODOLE
Di
Monica Fornelli -
19 Aprile 2022
di Antonia Arslan

Antonia Arslan in questo libro racconta la storia della sua famiglia. Una famiglia di origine armena che ha vissuto in prima persona e ha subito le brutture del genocidio voluto e praticato dal governo turco all'indomani dello scoppio della prima guerra mondiale. La scrittrice entra in punta di piedi in media res nel narrare una storia inimmaginabile. Inizialmente vi è la presentazione di tutti i membri della famiglia dai più grandi sino ai bimbi descrivendo ognuno di loro attraverso i loro caratteri, i loro modi di essere, i loro sogni. Sogni che pagina dopo pagina verranno brutalmente cancellati, estirpati dai cuori di persone inermi di fronte alla brutalità del male.

Si racconta nelle persone di Sempad, di Shushanig, di Veron, di Azniv e dei bambini della famiglia come sia avvenuto il massacro.

Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915 vennero eseguiti i primi arresti tra l'élite armena di Costantinopoli (oggi Instanbul). L'operazione continuò l'indomani e nei giorni seguenti. In un solo mese, più di mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al parlamento furono deportati verso l'interno dell'Anatolia (oggi Turchia) e massacrati lungo la strada. Arresti e deportazioni furono compiuti in massima parte dai «Giovani Turchi». Nelle marce della morte che coinvolsero 1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o sfinimento nella forzata imposizione da parte di crudeli ufficiali agli ordini di Enver Pascià di raggiungere la Siria.

Un pugno allo stomaco, un'esperienza dolorosa data dalla lettura di strazianti e disumane azioni come: il decapitare il povero ed inerme Sempad, sparare per puro divertimento povere persone ormai ridotte a scheletri senza più alcuna dignità, violentare e riempire di botte donne indifese ed impaurite.

Un libro per conoscere uno dei tanti orrori della storia umana, per non dimenticare che la violenza e la crudeltà possono ritornare a dettare legge in qualunque momento, per ritrovare nell'orrore le sembianze di un'unanimità alla deriva.

 

 
 
 

21 aprile 2022, 7

Post n°2990 pubblicato il 21 Aprile 2022 da donmichelangelotondo

Ode al cesso
Di
Marco Volpe -
19 Aprile 2022
Un successo del 1997 firmato Liu Dehua

In questo triste periodo ce ne sarebbero di argomenti seri di cui parlare; dalla guerra in Ucraina, ai severissimi e poco sensati lockdown a Xi'an prima e a Shanghai poi, non sembrano tempi per risate spensierate, ma voglio provare ad andare controcorrente.

Mentre cercavo dei file didattici nel mio hard disk, ho ritrovato tra i file musicali una canzone che avevo scaricato anni fa, il che mi ha fatto tornare indietro a tempi davvero felici e senza pensieri per me.

La canzone è un successo del 1997 di Liu Dehua (刘德华), un cantante e attore di Hong Kong, molto famoso in Cina e in altre nazioni asiatiche.

La canzone si intitola "Matong" (马桶) che vuol dire "Gabinetto".

Sì, la canzone è un'ode al gabinetto, alla tazza, al water, al cesso, o come lo si vuole chiamare, ed è stato uno dei miei cavalli di battaglia delle serate al karaoke, cantata spesso insieme al mio amico e compagno di università Pietro, causando l'ilarità dei miei amici, soprattutto quelli cinesi che non si aspettavano che un italiano conoscesse quella canzone che dieci anni fa era già piuttosto vecchia e non conosciuta da tutti i giovani cinesi.

Un testo del genere non è proprio ciò che si aspetta qualcuno che voglia avvicinarsi al mondo della musica cinese, così mi è venuta voglia di scrivere questo articolo per farvi conoscere questa canzone, invitandovi ad ascoltarla e a guardare il video con i sottotitoli in cinese.

Essendo questi tempi che possiamo definire "di merda", possiamo davvero declamare un'ode al gabinetto, l'unico in grado di portarla via dalle nostre vite.

La canzone è in cinese mandarino, ma i sottotitoli sono in caratteri tradizionali, perché a Hong Kong non sono ancora diffusi quelli semplificati che si usano nella Cina continentale.

Non ritengo necessario riportare il testo in cinese, visto che è già presente nel video, mi limiterò quindi alla traduzione in italiano.

Buon ascolto!

"Gabinetto"

"A casa mia c'è un gabinetto,

ogni gabinetto ha un buco,

sul buco c'è sempre un sorriso,

mentre nel mondo ci sono tante ingiustizie.

In ogni casa c'è un gabinetto,

e ognuno lo userà

E dopo averlo usato,

ti sentirai libero e rilassato,

ti garantirà un'infinità allegria.

Ogni cesso è un eroe,

basta premere un tasto

e scarica via tutte le tue preoccupazioni,

e per quanti siano i tuoi problemi e le tue delusioni,

lui ti aiuterà portando tutto via con sé.

Ogni gabinetto è un amico,

puoi avere un bel rapporto con lui,

per tutta la vita non potrai farne a meno.

I miei segreti sono troppi,

i miei sogni troppo difficili da realizzare

e tu piano piano sai capirmi,

caro cesso!".

https://youtu.be/ZIDe6YJmi7w

 

 
 
 

21 aprile 2022, 6

Post n°2989 pubblicato il 21 Aprile 2022 da donmichelangelotondo

Uniba: un progetto all'insegna della sostenibiltà
Di
Francesco Maria Cassano -
18 Aprile 2022
Firmato un accordo quadriennale con Statkraft, il più grande produttore di energia rinnovabile in Europa

Il domani è sempre più green. Al giorno d'oggi il futuro è sempre più improntato alla sostenibilità, con iniziative e progetti che divengono sempre più numerosi. Un esempio è l'accordo quadriennale di ricerca "L'agri-fotovoltaico per un futuro sostenibile", sottoscritto dal Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali (DiSAAT) dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro con Statkraft Italia, società del gruppo norvegese Statkraft AS, ovvero il più grande produttore di energia rinnovabile in Europa.

Si inizierà con l'analisi delle colture più diffuse e dei loro mercati, per poi proseguire con l'individuazione di quelle che permetteranno di ottenere il tandem migliore con gli impianti fotovoltaici, considerando le tecniche di produzione e raccolta, i fabbisogni colturali e di meccanizzazione, la tipologia di impianti fotovoltaici e gli aspetti di impatto ambientale nell'intero ciclo di vita. Saranno definite le attività di automazione colturale per le specie selezionate e verranno indagate e studiate nuove soluzioni di meccanizzazione che, rifacendosi a tecniche di agricoltura di precisione, permetteranno di contenere l'impatto ambientale dell'intero processo agricolo-energetico, per una gestione green dell'intero processo. Ci sarà, inoltre, la valutazione delle possibilità di implementare innovative tecniche di marketing che valorizzino le produzioni agri-fotovoltaiche. Per il raggiungimento di un esito positivo saranno necessarie le competenze maturate dal DiSAAT in oltre vent'anni di attività nel settore dell'energia rinnovabile e della meccanizzazione agricola.

Le attività di ricerca permetteranno di saperne di più circa nuovi approcci, metodologie e tecnologie innovative nell'ambito della generazione elettrica e dell'agricoltura, con la finalità di pervenire alla corretta integrazione fra impianti fotovoltaici e produzione primaria, ottimizzando la resa in entrambi i campi. Le soluzioni saranno rivolte alle Pubbliche Amministrazioni, imprenditori, agricoltori e comunità locali.

Lo scopo del progetto è avviare attività di ricerca che permetta di dare un apporto alla multifunzionalità del settore rurale, alla decarbonizzazione, alla diversificazione degli approvvigionamenti energetici ed alla transizione ecologica, conformemente agli obiettivi della COP26, del Green Deal, con la Roadmap Fit for 55 Europe e con la joint action RepowerEU.

A gestire il coordinamento scientifico della ricerca saranno il prof. ing. Francesco Santoro, docente di Meccanica Agraria, e il prof. ing. Marco Antonio Pantaleo, docente di Fisica Tecnica. Il tutto sarà implementato dalle competenze e dalle esperienze internazionali di Stakraft nell'ambito dello sviluppo, della costruzione e della gestione di impianti per la generazione elettrica e per l'accumulo dell'energia verde prodotta, integrati con il territorio e con le comunità.

Non resta che attendere il prosieguo di tale progetto, con l'augurio che gli obiettivi prefissati possano essere raggiunti.

 

 
 
 

21 aprile 2022, 5

Post n°2988 pubblicato il 21 Aprile 2022 da donmichelangelotondo

Chi scende e chi sale
Di
Salvatore Memeo -
18 Aprile 2022
...in croce

Si muove come un bradipo, l'incandescente situazione europea, mantenuta viva da canagliate, supposti, mezze verità e tante menzogne. L'eco, i rimbombi delle armi che grandinano come maledizione dal cielo, persegue un fine altamente macabro da far raddrizzare i capelli ai tanti "giovin signori" coi loro "rubati onori", citati ne "Il Giorno", dal Parini, nel nostro caso, gli oligarchi russi e non solo...

Gli embarghi, i sequestri, le confische, le mosse più disparate per bloccare l'economia e la normale vita di uno Stato, sembra che giovi cinicamente a chi è preso di mira.

Cosa significa tutto ciò? È semplicemente detto. Dopo aver creato una siffatta globalizzazione, dove ognuno contratta con l'altro per lo scambio dei propri prodotti ed altri rapporti in genere, culturali, economici etc....non può esimersi, da un giorno all'altro, di cambiare le carte in tavola. Le filiere già aperte e consolidate nel tempo, una volta interrotte, creano disagi di ogni tipo. I "bisturi" che poi si adoprano per sanare le conseguenze diventano a doppio taglio, da far male sia al paziente che al chirurgo. Ne stiamo vedendo delle belle e sembra che la Russia presa di mira continui ad estrarre soldi dal "cilindro" come usano fare i prestidigitatori coi conigli ed altre fantasticherie. Dopo simili rappresaglie finanziarie contro gli oligarchi ancora non si vede alcun di loro per i campi a raccoglier verdure spontanee da mettere in tegame. Putin se ne rimane comodo in poltrona nel suo Cremlino e se qualche generale zoppica, lo licenzia. L'ammiraglia della marina russa affonda? Peggio per essa e chi ci stava a bordo. Se un personaggio tale ha intrapreso una simile operazione di pulizia nazista, com'egli afferma, e adopra mezzi altrettanto atroci: o non si accorge di essere un nazista lui medesimo, oppure sta dando il cambio per sostituirli.

Dopo che la Russia ha messo fuori discussione tutti i mezzi d'informazione, eccetto quello statale, ha lasciato un popolo intero, nella disinformazia assoluta, rendendo la gente di casa, assorbente di fake news e inconsapevolmente consenziente a ciò che sta accadendo.

L'intera situazione russa in Ucraina si sta evolvendo con manovre ambigue, come già era iniziata: semplice, ordinaria esercitazione militare? Sì, ma perché ai confini di uno Stato adiacente al proprio e non in Siberia? Ma semplice no? Più comodo e più facile varcarli, i confini. Adesso ci stanno provando Finlandia e Svezia e la risposta della Russia è la medesima: spiegamento di armi anche su quelle frontiere.

Se dovessimo fare similitudini e mettere a confronto le mosse russe con la scaltrezza dei partenopei con la carta da scegliere, "questa vince, questa perde", non sarebbe un rebus. La carta vincente è quella di scoprire presto le intenzioni dei russi prima ancora che dal capire o sfilarsi dal gioco delle "tre carte" dei napoletani. I compari in gioco poi... quelli di Forcella sono i più vaporosi, i meno riconoscibili, i più preparati.

Ma stiamo ancora parlando, di che cosa? Lo stravolgimento è totale. È stato coinvolto Francesco e la Via Crucis, mettendo in discussione una procedura ultra-millenaria. Sono i nuovi Bravi ad imporre che: -Il rito non sa da fare, ma si è realizzato lo stesso. Se almeno Gesù avesse potuto schiodarsi da solo, da come lo avevamo inchiodato! Scendere dalla croce e cominciare a prendere a "calci nel sedere" chi si stava giocando la Sua "tunica" ai dadi "truccati": avremmo ricevuto il vero uovo di Pasqua.

Purtroppo anche l'Europa è stata messa in croce, ma con le sue colpe. Ora si ritrova con un popolo crocifisso da un lato e una folta di furfanti dall'altra. Di figure come Ponzio Pilato se ne possono scegliere a caso fra i tanti doppiogiochisti, solo che per lavare le loro mani occorrerebbero le acque del Niagara...

Si procede con circospezione, guardandosi in modo furtivo, coscienti di non aver l'animo a posto. Ma si procede comunque, scansando il seminato di relitti bellici e di cadaveri, in un'orgia dantesca già scritta e malamente interpretata, come se la poesia abbia un'anima fasulla e sia lontana, molto lontana dall'etica avveniristica e costruttiva di pace e di fede.

L'esultanza si manifesta più ascoltando, i risultati micidiali delle armi in corso, piuttosto che sussultare di gioia alla Risurrezione del Cristo. Il rito della croce si ripete, anno dopo anno: dimostra che il peccato è talmente radicato che ha bisogno che Egli s'immoli in eterno, per debellarlo. Da parte nostra è disumanità: puro, gratuito, accanito sadismo, o leggera noncuranza?

Mia madre diceva spesso a mio padre: - Se esci in piazza con la tua "croce" ritorna a casa con la stessa e non cangiarla con quella degli altri che è quasi sempre più pesante...

 

 
 
 

21 aprile 2022, 4

Post n°2987 pubblicato il 21 Aprile 2022 da donmichelangelotondo

Buona Pasqua a chi risorge: anche in questo modo e in questo mondo

Giorni fa, ho avuto la possibilità di vivere una esperienza straordinaria. Ho potuto fare quattro ore di lezione, due per volta, ad una classe di ragazzi e ad una di ragazze. Fin qui, nulla di straordinario, direte, se non fosse che le classi "unisex" sono ormai in via di estinzione.

Il fatto è che queste classi erano e sono speciali per un'altra ragione. Qualcuno le definirebbe in vario modo: classi di delinquenti, avanzi di galera, disadattati, ragazzi problematici. E così via.

C'è anche chi le definisce "le mie bestie", ma con molto amore, perché si tratta della loro insegnante.

E proprio da costei mi è giunto l'invito a donare un giorno di lezione. Ovviamente, in apparenza, il dono lo facevo io. Ma sappiamo tutti che il dono, in realtà, l'ho ricevuto.

La lezione non aveva un oggetto preciso. Desideravo parlare loro di quanto la scuola, la pubblica istruzione, sia stata importante nella mia vita. Di quanto e come mi abbia salvato. Ho raccontato loro di quando la mia maestra mi metteva in punizione, perché ero davvero un ribelle, ma mi difendeva sempre, perché mi voleva bene. Ho raccontato del fatto che, una volta, con una reazione scomposta, ho rischiato di far male sul serio ad un compagno di classe che mi derideva per la mia obesità: in quella occasione, e chissà in quante altre, sarei potuto finire in galera.

Ecco, alla fine, mentre parlavo, e mentre li ascoltavo, ho finito per rendermi conto e confessare che ero esattamente uno di loro e che se non ero finito in gattabuia o a scontare misure alternative alla detenzione è solo perché sono stato fortunato e, soprattutto, sono stato amato.

Ci siamo capiti subito. Parlavamo la stessa lingua. Asciutta, diretta e senza infingimenti. Andando dritti al sodo. È stato magnifico, mi sono potuto sedere tra i loro banchi e lasciare che salissero loro in cattedra. Ho ricevuto anche un ringraziamento bellissimo da una tutor d'aula che, rimasta in silente ascolto per tutto il tempo, ha poi detto di aver ritrovato, grazie a quell'esperienza, la motivazione e la carica giuste per durare la fatica di ogni singolo giorno in un lavoro che non deve essere proprio semplice.

Siccome poi in questi casi io cito sempre don Milani - Un operaio conosce 100 parole, il padrone 1000. Per questo lui è il padrone -, ho voluto salutarli regalando loro il significato di due parole: programma e sviluppo, le stesse dell'ente di formazione da loro frequentato.

Ne ho chiesto il significato e, come sempre in queste circostanze, le risposte sono arrivate timide e stentate. Per spiegare programma, mi sono rifatto all'etimologia: pro-grapho, ovvero scrivo davanti, scrivo prima. Quanto a sviluppo, ho chiesto un foglio, l'ho piegato più volte su se stesso fino a ridurlo ad un quadratino e quindi, riaprendolo sotto i loro occhi, l'ho sviluppato, mostrando così che ciò che appare piccolo, può diventare grande e rivelare tesori nascosti.

Mentre li ringraziavo ancora per il magnifico tempo che mi avevano donato, ho aggiunto: «Ricordatevi, ragazzi. Potete scrivere prima chi volete essere e potete svilupparvi rivelando le perle che nascondete in ciascuno dei vostri cuori. Io, grazie alla scuola, ci sono riuscito. Potete farlo anche voi e qui, tra chi vi vuol bene, potete decidere di dare una seconda possibilità alle vostre esistenze».

Piccola nota di chiusura: avevamo tutti gli occhi lucidi e un bel pumpum nel petto.

Buona Pasqua a chi risorge, dunque: anche in questo modo e in questo mondo.

 

 
 
 

21 aprile 2022, 3

Post n°2986 pubblicato il 21 Aprile 2022 da donmichelangelotondo


L'ologramma teletrasportato come in Star Wars: il metaverso è fra noi
di Riccardo Luna
L'ologramma teletrasportato come in Star Wars: il metaverso è fra noi
19 Aprile 2022
Aggiornato alle 23:42 1 minuti di lettura

Nel 1978, in una scena memorabile di Star Wars, la principessa Leyla compare sotto forma di ologramma a Obi One Kenobi per chiedere aiuto contro l'Impero. Il tempo è passato, le tecnologie si sono evolute e siamo arrivati lì anche noi: agli ologrammi che si teletrasportano nello spazio. E' accaduto qualche mese fa, l'8 ottobre,, ma la Nasa lo ha detto soltanto adesso: l'ologramma di un chirurgo, Josef Schmid, è stato teletrasportato da terra sulla Stazione Spaziale Internazionale, che era a 400 chilometri di distanza, dove ha interagito con gli astronauti. Con il dottore c'erano anche il capo della startup di realtà virtuale che aveva messo a disposizione la tecnologia (Aexa Aerospace), e un paio di collaboratori che naturalmente si sono fotografati a bordo della Stazione Spaziale sebbene in quel momento fossero a terra.
La foto del sorriso che non ho mai fatto
di Riccardo Luna
04 Marzo 2021

Il fenomeno ha un nome preciso: holoportation, l'unione delle parole hologram e teleportation, teletrasporto, e non è una novità assoluta. Dieci anni fa al festival Coachella comparve l'ologramma di un rapper ucciso molto tempo prima che fu in grado di duettare con Snoop Dogg. E più recentemente la Microsoft ha fatto una dimostrazione di una tecnologia in grado di far apparire nella stessa stanza le persone durante le riunioni in smart working.
La casa-alveare stampata in 3D con la terra
di Riccardo Luna
04 Febbraio 2021

Quello che sta accadendo però è che questi sistemi stanno diventando sempre più facili, realistici ed economici. E' una prospettiva interessante: non siamo noi ad entrare nel metaverso, in una realtà virtuale; ma è il nostro ologramma a vivere nel mondo fisico. Il confine fra le due dimensioni sarà sempre meno percettibile.

 

 
 
 

21 aprile 2022, 2

Post n°2985 pubblicato il 21 Aprile 2022 da donmichelangelotondo


Ricchi, poveri e principio di realtà

Mike Tyson, ex campione mondiale dei pesi massimi, come si presenta oggi

Mike Tyson, ex campione mondiale dei pesi massimi, come si presenta oggi

Quando nella prossima vita mi applicherò a studiare neuroscienze sarà perché ho passato questa a chiedermi dove abbia sede, nel cervello, l'area che ci fa credere cose inverosimili e ci impedisce di credere alla realtà. Sì, certo, l'educazione la storia personale l'alimentazione, le privazioni e gli eccessi. Tutto concorre. Ma deve pur esserci un'area - anche minuscola, sovente disabitata - dove può aver sede, a coltivarlo, il principio di realtà.

Quello che ti impedisce di trovare enigmatica e attraente una persona egoista e crudele, per restare sul personale universalmente noto. Mi domando anche se non credere all'evidenza e credere a quel che non è siano facoltà speculari e simmetriche, se viaggino sempre insieme o separate. Poi c'è la mala fede, naturalmente, la Shoah è un'invenzione eccetera, ma parliamo qui degli ingenui. I convinti senza interesse. Di quelli che "non sono feriti, sono attori, non sono morti, sono fantocci, non è un virus, è un complotto" sappiamo tutto. Negazionisti incupiti.

Gli immaginifici, invece, creano mondi. Aggiungono: i chip, le scie chimiche, i rettiliani travestiti da leader mondiali. Ieri ho sentito che Mike Tyson, il pugile, ha detto di essere al corrente del fatto che ci sono luoghi dove i ricchi radunano i poveri per cacciarli, tipo caccia alla volpe. Lo ha assicurato. Per coincidenza, mi stavo giusto chiedendo come mai "3%", la serie brasiliana, pur essendo di qualche anno precedente abbia avuto meno successo di "Squid game", quella coreana. Sono sempre ricchi che giocano a uccidere poveri. Quello che non sapevo, e che ora Tyson mi ha rivelato, è che si tratta di docufilm. Anzi, docuserie. Bene. Anche questo giorno non è passato invano.

 

 
 
 

21 aprile 2022

Post n°2984 pubblicato il 21 Aprile 2022 da donmichelangelotondo

(Leggo)

«Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! » Lc 24,35-48.


L'apparizione di Gesù agli apostoli è strana e tuttavia familiare. Dice loro: "Pace a voi!". Ma essi sono colti dalla paura e pensano che si tratti di uno "spirito". Allora, egli fa toccare loro il suo corpo, e mangia davanti ai loro occhi.
Perché, siccome la fede nella morte e nella risurrezione di Gesù è il fondamento di tutta la predicazione, questa non tollera alcun dubbio.


(Prego)

O Dio dei nostri padri, che hai disposto gli eventi della storia per prefigurare il mistero del tuo Figlio divenuto per noi Servo sofferente e Signore glorificato, rendici degni della grazia che ci hai donato con la fede nel Cristo che vive e regna con te per tutti i secoli dei secoli. Amen.


(Agisco)

Leggo per intero un libro biblico del nuovo testamento e magari mi faccio aiutare da qualcuno per una comprensione generale del testo.

 

 
 
 

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