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Messaggi del 22/04/2022

22 aprile 2022, 5

Post n°2998 pubblicato il 22 Aprile 2022 da donmichelangelotondo

Uniba nuovamente protagonista di una rilevante scoperta scientifica
Di
Francesco Maria Cassano -
21 Aprile 2022
Un articolo spiega la coesistenza pericolosa tra fegato grasso, consumo di bevande alcoliche e malattie del metabolismo

L'attività di ricerca dell'Università degli Studi di Bari conduce ad un'altra importante scoperta: di recente dei ricercatori dell'Uniba, assieme a ricercatori della Saarland University di Homburg (Germania) e dell'Università di Pamplona (Spagna), hanno pubblicato sulla rivista scientifica International Journal of Molecular Science un articolo sulla coesistenza pericolosa tra fegato grasso, consumo di bevande alcoliche e malattie del metabolismo.

Il primo autore della pubblicazione, il Dr. Agostino Di Ciaula, spiega che la steatosi epatica (ovvero l'accumulo di grasso nel fegato) rappresenta la più comune causa di malattia cronica epatica e si verifica in un adulto su quattro. In passato, la stetatosi legata a malattie del metabolismo (come il diabete e l'obesità) e la steatosi da consumo di bevande alcoliche non erano ritenute in correlazione. Ora si può affermare che le due possono ‘'cooperare'' in presenza anche minima di alcool, comportando un peggioramento della malattia verso forme molto importanti come la cirrosi.

Il Prof. Piero Portincasa, coautore dell'articolo e Direttore della Clinica Medica "Augusto Murri" di Bari, specifica che il termine steatosi epatica non alcolica riguarda sia astemi che bevitori di 2-3 drinks al giorno. Dunque, ad un soggetto affetto da steatosi epatica, è consigliato evitare, in ogni caso, qualunque tipo di consumo di alcool. Sono auspicabili una capillare educazione sanitaria sul consumo di bevande alcoliche e un impegno nel porre fine alla crescita della steatosi epatica "metabolica" nella nostra società.

 

 
 
 

22 aprile 2022, 4

Post n°2997 pubblicato il 22 Aprile 2022 da donmichelangelotondo

Divorzio di velluto, di Jana Karšaiová
Di
Monica Fornelli -
21 Aprile 2022
Candidato al Premio Strega

In questo racconto le pagine trasudano una malinconia legata a momenti belli, felici della vita, momenti in cui ti senti protetta, supportata, raccolta da mani affettuose che ti costringono stretta.

Momenti che appartengono ad un passato che nel bene e nel male ti ha forgiato e ti ha fatto diventare ciò che sei.

Tutto questo viene fuori attraverso la narrazione della vita di Katarína, i suoi ricordi e le sue emozioni partorite dai rapporti con i suoi fratelli, soprattutto con sua sorella Dora, con la sua mamma tutta divieti e raccomandazioni, con le sue amiche, con le sue conoscenze ceche sempre pronte a scherzare con spiacevoli freddure sugli slovacchi e con Eugen, suo marito.

Si comprende, così , come nella vita si esperiscono varie situazioni che ti accolgono tra i fiori per poi svanire lasciandoti addosso un lieve profumo un tempo intenso e determinante.

I legami familiari, i luoghi dell'infanzia, le amicizie strette, gli amori scoperti tutto cade in un turbinio di danze veloci e nello strappo del cambiamento, a volte, repentino, c'è tutto il dolore intenso che ti rende comunque viva e ti spinge a capire chi sei e ad intraprendere una nuova strada.

Quanti "divorzi di velluto" avvengono nella vita di ognuno? Quante separazioni volute o subite ti travolgono e tristemente ti fortificano?

Questo libro è una danza nella bellezza cangiante della vita fatta di distacchi non facili ma a volte necessari e sorprendenti come è avvenuto nel ‘93 tra la Slovacchia e la Repubblica Ceca. Separazione questa che fa da sfondo e diventa specchio di tutte le spaccature che avvengono nella vita per insegnarti che "per andare avanti bisogna, a volte, abbandonare e abbandonarsi".

 

 

 
 
 

22 aprile 2022, 3

Post n°2996 pubblicato il 22 Aprile 2022 da donmichelangelotondo


La fine del lupo travestito da nonna

Un momento dello scontro televisivo fra Emmanuel Macron e Marine Le Pen

Un momento dello scontro televisivo fra Emmanuel Macron e Marine Le Pen

Chi subisce il fascino del Male ama i lupi, non le nonnette. Se il lupo si traveste da nonna è per mangiare la bambina, come ognun sa: non vuole certo convincere i lettori di essere una nonna per davvero. Nel duello televisivo fra candidati, invece, Marine Le Pen si è presentata ai francesi mascherata da nonna (da zia perbene, è lo stesso) con l'intenzione di persuadere: una signora ridente e gentile preoccupata del benessere di grandi e piccini.

Del lupo che è in lei, nessuna traccia. Mai una parola sugli immigrati che vengono a stuprare e rubare, niente sui musulmani e sulle crociate da fare, non un cenno al pericolo islamico, all'invasore: scomparsi dal discorso i nemici su cui Le Pen ha costruito con successo la fama di lupo che l'ha portata fino al ballottaggio. Nemmeno un ammiccamento, un occhiolino al pubblico come a dire: guarda che mi tocca fare, ma lo vedete tutti che sono sempre io. Ora però il problema è questo: chi ama le nonne, fra una nonna vera e un lupo mascherato sceglie la nonna.

Chi ama i lupi, se non trova il lupo torna a casa deluso. I cattivi travestiti da buoni dispiacciono ai primi e non convincono i secondi. E' un po' la questione di fascisti e sovranisti costretti per interesse a farsi forza moderata di governo, pensate a Salvini: perdono identità ed elettorato. E' anche, in forma speculare e contraria, il problema dei leader di sinistra che pensano di crescere al centro: perdono la sinistra, spesso anche il centro. Macron è arrogante ma preparato, Le Pen è fascista ma non ha studiato altrettanto: se smette di essere fascista, resta l'incompetenza. Del resto la fiaba insegna: se sei un lupo e ti travesti all'inizio magari convinci, poi fai una brutta fine.

 

 
 
 

22 aprile 2022, 2

Post n°2995 pubblicato il 22 Aprile 2022 da donmichelangelotondo


Mamme di guerra
di Gabriele Romagnoli
Mamme di guerra
22 Aprile 2022 alle 00:01
1 minuti di lettura

La prima cosa bella di venerdì 22 aprile 2022 sono state certe mamme di guerra. No, non sto pensando all'Ucraina, è ad esempi italiani che mi riferisco. In un paesino della Toscana incontro una donna che mi racconta la storia di sua nonna. Era una persona umile, sposata, con figli. Lavorava presso la casa di una famiglia abbiente del posto, che di figli ne aveva cinque. Improvvisamente, la mamma di questi muore. Il marito si dispera, non sapendo come allevare tutti quei bambini. La donna gli dice: "Non si preoccupi, ci penso io, li crescerò come fossero miei".

E così fa, stringendoseli al petto, uno a uno. Ai suoi figli che protestano perché la vedono dedicarsi ad altri spiega: "Voi una mamma l'avete, loro no". Il marito approva. I bambini, tutti, crescono all'ombra di quell'esempio. Il padre vedovo allarga la cappella di famiglia perché possa, quando verrà il giorno, ospitare tutti quanti, non hanno importanza i cognomi: li lega la generosità. Uno pensa sia una cosa eccezionale, ma così andava.

Perfino di mia nonna, che era la più ruvida del creato, scoprii con sorpresa che per i cinque anni della guerra aveva dato a mia madre una sorella temporanea, prendendo in casa la figlia di un vedovo partito per altre terre. Poi, il 22 aprile del '45, a liberazione della città avvenuta, lui era tornato e gliel'aveva restituita. Una carezza in fronte: "Buona vita". Ed era tornata a lavorare.

 

 
 
 

22 aprile 2022

Post n°2994 pubblicato il 22 Aprile 2022 da donmichelangelotondo

(Leggo)
Gesù disse loro: «Venite a mangiare» Gv 21,1-14.

Colui che ci accoglierà alla fine, già ora prepara un pasto eucaristico di ristoro, indipendente dai risultati ottenuti, anche se, come i pani della moltiplicazione, in qualche modo anch'essi vi partecipano: il frutto della propria pesca, ciò che la parola del Signore ha reso possibile, si integra col già preparato. In un banchetto gratuito, anticipazione del paradiso, si può sperimentare la gioia preannunciata da Gesù nei discorsi di addio: la situazione in cui lo si conosce, non c'è bisogno di fare domande, e si scopre che la pesca infruttuosa è l'accesso alla comunione col Signore.

(Prego)
Rinati dalla luce, figli del giorno
Signore, a te veniamo nel mattino
la tua parola dissipa le ombre
e libera dal male il nostro spirito.

(Agisco)
Non confidare in salvezze illusorie o edifici destinati a perire, per comprendere l'unicità del valore salvifico del Cristo morto e risorto per tutti.

 

 
 
 

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