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proporre buoni e belli pensieri
 

Messaggi del 09/05/2022

9 maggio 2022, 7

Post n°3074 pubblicato il 09 Maggio 2022 da donmichelangelotondo

https://www.andriaviva.it/notizie/inaugurata-la-nuova-sede-della-croce-rossa-di-andria/

 
 
 

9 maggio 2022, 7

Post n°3073 pubblicato il 09 Maggio 2022 da donmichelangelotondo

Da Odessa un messaggio di pace con ‘O sole mio
Di
Miky Di Corato -
9 Maggio 2022
È probabilmente la canzone più coverizzata di sempre, ma la versione che Gianluca Cannone (in arte Giaka) e Francesco Narducci offrono di 'O sole mio tocca le corde dell'anima con un sound rock che fa da ponte per la pace. Pare infatti che l'intramontabile classico napoletano sia nato proprio ad Odessa più di un secolo fa.

Ciao Gianluca. Perché avete deciso di performare "'O sole mio"?

L'idea mi è venuta leggendo un articolo di giornale in cui si ricordava che questo brano è stato composto proprio in Ucraina, nella città di Odessa: il compositore Eduardo Di Capua scrisse la musica di questo brano nel 1898, mentre si trovava in quella città, all'epoca parte dell'impero russo. Già diversi anni fa ne avevo realizzato una versione simile a quella proposta su Youtube, che eseguo ancora adesso con il mio gruppo, ma il collegamento con la guerra l'ha reso improvvisamente molto attuale. Ho utilizzato questo spunto per costruire un messaggio di pace, con la metafora del sole splendente che spazza via le nubi della guerra.

Cosa differenzia questa cover dall'originale di Giovanni Capurro ed Eduardo di Capua del 1898?
L'originale è un classico immortale che è stato eseguito da tenori e cantanti di ogni tempo. La mia versione, con un arrangiamento elettronico con venature rock, vuole sottolineare un po' di più quelle sfumature nostalgiche e malinconiche contenute nel testo. Poi la collaborazione con il mio amico Francesco Narducci mi ha consentito di inserire quell'impronta rock in più, data dalla sua chitarra elettrica e in particolare dall'assolo che sentite nella parte finale, che a me piace davvero molto. Ho fatto anche delle piccole variazioni nella melodia vocale in modo da costruire un crescendo tra la prima e la seconda strofa.
Allora come oggi, quale ruolo può assumere la musica nel tentativo di dirimere conflitti?

Questa è una domanda difficile! La musica può essere di ispirazione per coloro che hanno una sensibilità tale da essere capaci di ascoltare il messaggio che trasmette. L'auspicio è che piccole iniziative come la nostra, nate da semplici appassionati di musica, possano far arrivare un messaggio chiaro a chi ha responsabilità politiche: la guerra è la follia più grande che l'essere umano possa concepire.

Progetti futuri?

Attualmente sto lavorando ad un brano inedito col mio gruppo e spero entro l'estate di riuscire a realizzare anche un video musicale. Non escludo anche altre collaborazioni con Francesco, che oltre ad essere un ottimo chitarrista mi aiuta a districarmi nel mondo social, di cui non sono un grande esperto.

 

https://youtu.be/yIlHkBmWrCc

 

 
 
 

9 maggio 2022, 6

Post n°3072 pubblicato il 09 Maggio 2022 da donmichelangelotondo

Travaglio e lavoro
Di
Michela Conte -
9 Maggio 2022
Tra 1 maggio e festa della mamma

Il termine ci riporta immediatamente al parto, o meglio alla sua preparazione. Un momento particolare, intenso, emozionante, doloroso: non è un caso che il termine derivi dal tripalium medievale, noto strumento di tortura. Ciò che fa pensare è l'incidente linguistico per cui la parola è passata a designare il "lavoro": dal siciliano travagghiare al francese travailler, dal traballu dei sardi al trabajo spagnolo e al trabalho portoghese, in una certa area geografica il concetto di "essere in travaglio" si è sovrapposta all'idea di "lavorare", in una commistione di sofferenza e squilibrio, in cui non si sa se si traballa perché si soffre o se si soffre perché si traballa.

Strano? Forse non troppo, soprattutto di questi tempi. Si muore ancora per il lavoro, o per la sua assenza. Si soffrono ingiustizie, lentezze, contraddizioni. Si accusa burnout, ci si licenzia, si cercano ininterrottamente nuove opportunità, si brama riposo e nel riposo si controllano le e-mail, perché "non si sa mai". Si ha paura di una gravidanza, fino al punto che la sua comunicazione in sede lavorativa o di colloquio diventa una "confessione": per la serie «mi perdoni, padre, perché ho peccato», oppure «giuro di dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità, vostro onore». Per non parlare del fatto che per molti, ancora, partorire è l'unico lavoro di una donna, l'unico compito, l'unico scopo, il suo ruolo sociale.

Un'ansia infinita, che a poco più di una settimana dalla Festa del Lavoro fa riflettere e che, soprattutto, con il travaglio del parto non ha poi così tanto in comune. Perché in un travaglio quello che conta non è il dolore, per quanto intenso e inevitabile. Quello che conta e quello che salva è la fede nella vita, la speranza di farcela, il presagio del futuro, in un ritmo di impegno, spinte, respiri e pause. Se c'è una cosa che il travaglio insegna, non solo alle partorienti, è anzitutto questa: nessuno e nessuna è chiamato o chiamata a una sofferenza cieca, fine a se stessa. "Travaglio", del resto, è connesso anche al "tribulum", la trebbiatrice, strumento di raccolta in cui il dolore dello strappo, della separazione, della consapevolezza dell'ora di cambiare, è il preludio di qualcosa di nuovo, trasformato, buono, genuino.

La vicinanza sul calendario del 1° maggio e della "festa della mamma" impone di far pace con le parole e di congedare il dolorismo e le facili immolazioni dalle nostre culture, dai nostri linguaggi, dalle nostre mentalità. Soprattutto, chiede di convertire ogni retorica socio-politica e ogni sdolcinatura uterina in una seria consapevolezza dei labirinti del mondo lavorativo e della complessità della maternità, entrambi parte di un macrocosmo turbolento, in cui i buchi neri sembrano per ora avere la meglio sulle stelle danzanti.

L'augurio è quello di riscoprire la fede nel futuro e, in qualunque travaglio ci si trovi, di ritrovarsi a tenere tra le braccia i sogni più veri, piangenti, fragili e potenti come un neonato.

 

 

 
 
 

9 maggio 2022, 5

Post n°3071 pubblicato il 09 Maggio 2022 da donmichelangelotondo


Interviste, ministri e il mio idraulico

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Il presidente del Consiglio Mario Draghi durante l'intervista concessa al Tg1 il 17 agosto 2021

Il presidente del Consiglio Mario Draghi durante l'intervista concessa al Tg1 il 17 agosto 2021

Censura, libera stampa e altre piccole cose. Pensavo, in margine al dibattito sui talk show e su chi sia giusto ospitare e chi no, che nella nostra avanzatissima democrazia, liberale e aperta al contraddittorio, ci sono esponenti di governo che hanno scelto di non sottoporsi mai a interviste pubbliche televisive. Lo stesso presidente Draghi, che ha definito "un comizio" l'intervista di Lavrov, da quando ha assunto l'incarico ha accettato se non sbaglio una sola volta di rispondere alle domande di un giornalista del Tg1.

Le conferenze stampa hanno diversa natura e funzione. Parlo, qui, di una conversazione in cui l'intervistato risponde alle domande dell'intervistatore, possibilmente non conoscendole prima e non avendo la possibilità di far tagli o montaggi, dopo: come avviene, appunto, in un libero confronto. Altri ministri - Economia, Interni, Giustizia tra gli altri- non ricordo di averli visti né sentiti mai. Diversa è una conversazione per la carta stampata la quale, appunto, si può fare per scritto, o rileggere e correggere. In tv contano la prossemica, le esitazioni, i tempi di risposta, le espressioni del viso: è rilevante (e diverso dal leggere) vedere una persona mentre parla. Non farlo è una scelta. Può dipendere da diversi fattori.

Una disistima radicale e generalizzata per la categoria dei giornalisti, per esempio. Tutti inadeguati. O poco tempo e molte cose più importanti da fare. Però anche il mio idraulico, penso, ha molto da fare e non grande stima delle mie competenze nella sua materia, ma se gli chiedo cosa sta facendo porta pazienza e risponde. Perché lo pago, direte. Certo. Ma anche i ministri li pago e per giunta, diversamente dall'idraulico, mi rappresentano.

 

 
 
 

9 maggio 2022, 4

Post n°3070 pubblicato il 09 Maggio 2022 da donmichelangelotondo


L'organo
di Romagnoli Gabriele
L'organo
04 Maggio 2022 alle 00:00
1 minuti di lettura

La prima cosa bella di mercoledì 4 maggio 2022 è la notte di un giorno di festa, in quella cattedrale vuota che è un ospedale silente, aspettando il miracolo laico: l'arrivo di un organo. Neppure quello strepitoso romanzo che è Riparare i viventi di Maylis De Kerangal aveva raccontato il protagonista di questa cerimonia della vita, perché di questo si tratta. I medici, con i loro gesti studiati e ripetuti, sempre precisi e immutabili; il paziente con la sua fede in una forma di resurrezione; il sacrificato, già lontano, assurto a una dimensione per noi inconcepibile; i parenti dell'uno e dell'altro, collegati dal pudore di sperare e la volontà di immaginare; i trasportatori, attenti e concentrati su un percorso che non ammette incidenti, non più. Ma al centro di tutto, dentro un contenitore freddo, in attesa di un corpo caldo, resta l'organo. Ci attribuiamo l'istinto di sopravvivenza come connotato di base e pensiamo risieda nel cervello: sia quello a dare l'input a tutto il resto per fare la scelta che, in casi estremi, ci tenga vivi. In realtà, qualunque parte di noi è pronta a lottare per sopravvivere e, questa è la cosa fondamentale, anche senza di noi. L'organo passa da un corpo all'altro, da una persona all'altra, sostituisce l'imminenza della fine con un nuovo inizio, si adagia sul suo predecessore come fosse un abbraccio sulla soglia, attende scollegamento e collegamento, poi ricomincia a battersi per la vita: quella di uno sconosciuto e la propria. Salva un essere umano per salvare sé stesso. E' la trasmigrazione dei cuori, dei fegati, dei reni, sotto questo cielo scuro.

 

 
 
 

9 maggio 2002, 3

Post n°3069 pubblicato il 09 Maggio 2022 da donmichelangelotondo


Difendi il buzzurro
di Romagnoli Gabriele
Difendi il buzzurro
09 Maggio 2022
Aggiornato alle 00:53 1 minuti di lettura

La prima cosa bella di lunedì 9 maggio 2022 è l'Elegia americana, o dei buzzurri. Il libro va letto o il film guardato, per capire che accade non solo in Ohio, ma nel mondo. Non l'avevo mai fatto perché la trama della storia (e i volti del cast nella versione cinematografica) mi mettevano un po' tristezza. Poi l'autore, J.D. Vance, ha vinto le primarie repubblicane in Ohio, a 37 anni, ponendosi al fianco e oltre Donald Trump. Elegia è la storia sua e della sua famiglia. Un pianeta ai margini: la nonna resta incinta a 13 anni e viene regolarmente picchiata dal nonno. La mamma è tossicodipendente e passa da una relazione all'altra. La sorella si consegna a 17 anni all'unico amore della sua vita. Vivono in case tristi e appena mettono piede fuori dallo Stato li chiamano buzzurri. Ma credono che il loro piccolo mondo custodisca un seme. Che una famiglia sbagliata sia più una famiglia che uno sbaglio. Che esista la fine dei giorni, ma anche la redenzione. E' una speranza basta sulla mancanza di esperienza, sul sacrificio come istinto, sull'unicità di ogni destino. Non è il sogno americano, è la sua ruggine, ma ancora scrostabile. J.D. Vance diventa avvocato, scrittore, finanziere, ora politico. Domani forse vice o presidente. Ci sono state rincorse anche più lunghe (Obama), ma la domanda è un'altra: perché, lì come altrove, i buzzurri non hanno scelto chi aveva nel dna la difesa dei più deboli? Chi ha tradito se stesso?

 

 
 
 

9 maggio 2022, 2

Post n°3068 pubblicato il 09 Maggio 2022 da donmichelangelotondo

https://youtu.be/Bt7sm1-8EpE

 
 
 

9 maggio 2022

Post n°3067 pubblicato il 09 Maggio 2022 da donmichelangelotondo

(Leggo)

«Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza» Gv 10,1-10.


Cristo parla del suo ruolo di pastore: non è venuto per essere servito, non è venuto per trattare le persone con arroganza; è venuto per salvare le sue pecorelle e, se è necessario, per morire per loro.


(Prego)

O Dio misericordioso, che non consideri profano tutto quello che hai purificato, Fa' che accogliamo i doni del tuo Spirito attraverso tutte le vie che predisponi nella tua provvidenza, senza alcuna chiusura o impedimento.


(Agisco)

A volte incontriamo i nostalgici dei tempi che furono: spendo una parola per evidenziare sia le criticità attuali, sia le ricchezze e le possibilità di oggi!

 

 
 
 

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