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Messaggi del 13/05/2022

13 maggio 2022, 4

Post n°3094 pubblicato il 13 Maggio 2022 da donmichelangelotondo

Scrivere perché non hai altra scelta
Di
Myriam Acca Massarelli -
13 Maggio 2022
«Scrivo per lo stesso motivo per cui respiro - perché, se non lo facessi, morirei»
(Isaac Asimov)

Ho avuto una giornata piena, è ancora in corso, ma per ragioni di differente natura mi sono dovuta sedere davanti a questo aggeggio del demonio, che non ha alcun rispetto per il mio lato vintage.

Ecco che appare, per fortuito caso, una pagina che insegna cosa serve per essere uno scrittore: originalità, attenzione ai dettagli, tempo, spontaneità, solitudine, perseveranza.

Ora, fermo restando che chi scrive questo elenco lo fa in riferimento alla carriera di un grande, che è Haruki Murakami, mi domando: ma lo conosce? Proprio in qualità di uomo, intendo, ci ha mai mangiato insieme? Io no, naturalmente, e nonostante questo mi è venuto da ridere.

Passi per l'originalità, che però è descritta come cosa studiata a tavolino; l'attenzione ai dettagli, come se scrivere consentisse di essere superficiali; ma santo cielo... il tempo, la solitudine, la spontaneità e la perseveranza.

È una barzelletta?

Ma voglio ancora scremare: per spontaneità intende l'impossibilità di scrivere su commissione. Ci sta, ci sta tutto, lo capisco perfettamente, è esattamente così che funziona e per perseveranza fa riferimento alla capacità di affrontare anche le critiche, senza abbandonare la penna. Va bene, passi, sebbene potremmo anche riconoscere a uno scrittore la fragilità di ogni essere vivente.

Intendo: Giovanni Verga ha abbandonato per vent'anni la sua penna. Come mai non è finito nell'oblio?

E ora i pezzi da novanta però: tempo e solitudine.

A questo punto, io che ho la presunzione di riempire pagine senza nemmeno starci troppo a pensare e solo "per colpa" di chi proprio, in illo tempore, ha scelto di vietarmi di cestinare tutto, a quale categoria apparterrei?

Non ho nemmeno il tempo di ricordarmi come mi chiamo e quando me lo ricordo è solo perché il mio secondo nome anagrafico (Arsedea) scatena la curiosità di chiunque lo legga, la qual cosa mi costringe ogni volta a spiegare da dove viene, cosa vuol dire, perché non mi faccio chiamare con quello e blablabla; non riesco neppure a tenere sotto controllo un posto definitivo per le chiavi della mia auto, non so assolutamente cosa sia una tabella di marcia eppure ne rispetto una ogni giorno senza colpo ferire: come faccio a scrivere, se il tizio dell'elenco ha ragione?

E la solitudine? Vogliamo parlarne? Ogni mattina vedo un numero spropositato di persone che non sono esattamente incontri casuali, ma gli universi con cui batto e combatto per natura stessa del lavoro che faccio; in casa, peggio mi sento. Non ne faccio descrizioni, ma basti un dettaglio su tutti: il cane è capace di guardarmi anche mentre mi lavo i denti. E lui è, in assoluto, il meno ingombrante e più silente di tutti.

Dunque resto appesa con un boh, in teoria e con una risposta molto precisa, invece, in pratica.

Forse scrivere per commercio è tutte le cose sciorinate dall'elencatore abusivo; ma scrivere per la natura stessa dello scrivere, è altra cosa. Se sei originale non è che trovi un modo, se sei attento ai dettagli non è che lo decidi, se sei perseverante non è che lo scegli, se sei spontaneo non è che lo prevedi. Il tempo e la solitudine, non li compri. Né puoi rubarli.

Se ti ritrovi a scrivere, piuttosto, è solo perché non hai altra scelta, sei spalle al muro, c'è una forza esterna che ti guida, spinge, spesso divora. Non ne hai scopi diversi, se non quello dell'espressione: lanci le cose nel mondo, i tuoi pensieri, i tuoi personaggi, te stesso e non fai calcoli di nessun genere. Può andarti male, ma tu non lo stai nemmeno tenendo presente, perché non hai tornaconti su cui focalizzarti.

Temo che questo sia un concetto duro a morire.

Una persona a me cara un giorno disse: per scrivere ad alcuni serve studio, ad altri niente, perché la loro penna è un dono.

Dunque spero che Murakami, dal suo Giappone, non debba mai leggere ciò che ho letto io. Perché nel suo caso, sono certa, non parliamo di studio e non parliamo di elenchi: esiste il talento e quello è una cosa che va oltre ogni categoria. Ce l'hai o non ce l'hai. Punto.

 

 
 
 

13 maggio 2022, 3

Post n°3093 pubblicato il 13 Maggio 2022 da donmichelangelotondo


Cccp, col cavolo che perdiamo

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Una scena del film "Crazy for football" con Sergio Castellitto e Max Tortora

Una scena del film "Crazy for football" con Sergio Castellitto e Max Tortora

C'è una piccola storia che non capisco, ve la riassumo qui. A Roma esiste da vent'anni una società sportiva da sempre - come si dice - "impegnata nel sociale". Collabora col Centro Astalli, Save the Children, il Centro per la Giustizia minorile. Nel 2018 il capo dei suoi allenatori, Enrico Zanchini, ha creato e allenato la nazionale di calcio delle persone con problemi di salute mentale vincendo il Campionato del Mondo. Da quella incredibile esperienza è stato tratto un film, "Crazy for football", vincitore di un David di Donatello.

Enrico Zanchini era interpretato da Max Tortora. La Rai ne ha fatto una fiction. Oggi la società ha 230 tesserati, tredici squadre di bambini dai cinque anni a ragazzi di sedici. L'ultima pattuglia di un esercito di più di mille calciatori formati dalla fondazione. La società ha sede al Faro, in zona viale dei Colli Portuensi, in un'area di proprietà della Croce Rossa. Quale miglior connubio, verrebbe da dire. Invece no: la Croce Rossa vuole sfrattarla. Vuole riprendere possesso dell'area, anche se ancora non ha nessun progetto per l'uso di quel terreno: contesta il contratto di locazione. Il Municipio ha tentato una mediazione, riconoscendo l'importanza della società sportiva anche per il quartiere, ma non c'è stato niente da fare.

La Croce Rossa si è rivolta al tribunale civile per ottenere lo sfratto. La società si chiama CCCP 1987. Ai fondatori sembrò divertente: Col Cavolo Che Perdiamo. Certo non è possibile che la Croce Rossa abbia, per uno spiacevole equivoco, esteso a loro le sanzioni contro Putin. Sabato 14, alle 11, al Faro si terrà un'assemblea pubblica: per chi ha domande, per chi non ha capito bene, per chi vuole. La Croce Rossa è invitata.

 

 
 
 

13 maggio 2022, 2

Post n°3092 pubblicato il 13 Maggio 2022 da donmichelangelotondo


Who Pod?
di Gabriele Romagnoli
Who Pod?
13 Maggio 2022 alle 00:01
1 minuti di lettura

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La prima cosa bella di venerdì 13 maggio 2022 è che nella sfida tra l'uomo e l'aggeggio, l'uomo a imparato a prevalere alla distanza. Prendete l'I Pod, per esempio. È durato ventun anni.

Mio nonno ha avuto la radio: lui se n'è andato e lei c'è ancora. Mio padre la televisione e si sfidano ogni sera da ottant'anni. Nella mia vita ho accolto e sepolto molti congegni. Ho fatto parte del "Popolo dei fax" e della "Generazione I Pod".

Vidi nel metro di Parigi uno con la scatoletta bianca e le cuffiette: doveva essere parente di Steve Jobs. Mi sembrò una meraviglia, la mia musica in tasca. L'avevo ascoltata con il giradischi, il mangiadischi, il walkman, l'autoradio, i dischi, le cassette, i cd, i file Mp3.

Avrei visto i blackberry nascere e scomparire. Il phone diventare smart. Il pc spezzarsi in due e diventare I Pad (se vuoi la tastiera, a parte). Meteore da polso, da mettere davanti agli occhi, prototipi che mi raccontano in segreto, mentre mangiamo in ristoranti senza finestre. Ci vorrebbe, come fecero per i gusti dei gelati Ben & Jerry, un cimitero per oggetti finiti. Non smarriti, finiti.

È stato bello, è stato utile, ma soprattutto, eh già: noi siamo ancora qua.

 

 
 
 

13 maggio 2022

Post n°3091 pubblicato il 13 Maggio 2022 da donmichelangelotondo

(Leggo)

«Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» Gv 14,1-6.


I popoli chiamano la loro terra "patria". Ciò sottintende una protezione, un conforto ed implica amore. Ci sentiremmo a casa nostra nella casa del Padre, ci sentiremmo a nostro agio, rassicurati. Questa è l'opera fantastica dell'amore: trasformare quattro mura anonime nella propria casa e un servo in un figlio.

(Prego)

O Padre, che sei la meta finale del nostro cammino, Fa' che seguiamo la via del tuo Figlio che ci guida verso di te, rivelandoci la pienezza di vita nella tua casa.

(Agisco)

Essere segno e presenza di Cristo per chi soffre.

 

 
 
 

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