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Messaggi del 20/05/2022

20 maggio 2022, 7

Post n°3132 pubblicato il 20 Maggio 2022 da donmichelangelotondo

Un fattapposta che non stava a lista
Di
Myriam Acca Massarelli -
20 Maggio 2022
«Quando c'è equilibrio tra l'intrecciare e il non stringere, si sta bene. È legame»
(Fabrizio Caramagna)

Sono giorni che faccio solo una cosa: dimenticare.

Tutto, mi dimentico tutto.

Piena di promemoria, sveglie, trilli, cazzotti in testa, niente: non c'è verso che nulla mi aiuti a ricordare le cose che ho da fare. Tentano di sfuggirmi, si confondono, si allontanano, fanno le capriole e poi, sempre, sempre, dico sempre, per qualche volere Altro, non riescono a scappare.

Ricevo un messaggio, ne invio uno, sento un suono, mi sveglio di soprassalto, mi cade l'occhio su una pietra e, in calcio d'angolo, mi ritrovo a fare quel che dovevo. Manca sistematicamente pochissimo tempo dal momento dello scossone a quello dell'evento e io, però, riesco in qualche modo a portare a termine tutto ciò di cui avevo perso ogni traccia e il fatto di essere trafelata resta a me. Un segreto. Il mondo non lo sa, salvo l'una tantum di emisfero a cui scelgo di farlo sapere.

Praticamente ogni volta che sta per suonare il gong giunge un "fattapposta" a salvarmi la vita.

Ora, pensavo, praticamente arriva qualcosa che "non stava a lista" e salva la vita.

"Un fattapposta che non stava a lista", il che tradotto dal barese altro non è che "una cosa perfetta nemmeno immaginata".

Arriva non si sa da dove. Resta là non si sa come. Agisce non si sa perché. Insieme a me risolve. Fatto.

Me ne sono appena resa conto, non finirò mai di stupirmi davanti alla follia delle circostanze: quelle funzionano se le tieni insieme.

La divisione profonda, invece, nel nostro modo di osservare e ricordare, il modo assurdo in cui separiamo tutte le cose che già conosciamo e il sistema balordo per cui non le colleghiamo.

È un totale controsenso. Respiriamo dentro ad un ecosistema in cui è palesemente tutto connesso in maniera perfetta, noi ne facciamo totalmente parte ed è l'intelligenza quella capacità di creare collegamenti.

È vergognoso non collegare. Indegno non creare legame.

E forse è perché io non mi voglio vergognare, né sentirmi indegna, che ho collegato, anche stasera, "un fattapposta che non stava a lista" e, a cinque minuti netti prima dell'evento ics, sto chiudendo questo pezzo, che uscirà domattina e che, evidentemente, avevo dimenticato di scrivere.

Legami e légami. Certe volte è un fatto di accenti.

 

 
 
 

20 maggio 2022, 6

Post n°3131 pubblicato il 20 Maggio 2022 da donmichelangelotondo

La gravità delle leggerezze umane...
Di
Salvatore Memeo -
20 Maggio 2022
Durante i conflitti, sono i bambini che non periscono, a diventar adulti in "breve" tempo...

Glissando quelli che noi chiamiamo problemi, dalla nostra vita: ci rimarrebbero noia e indifferenza. Queste ci farebbero uscire da un mondo attivo, vivo, per addentrarci, "auto-spintonarci" in una situazione vegetativa e priva di interessi vitali: vuoto mentale.

A una certa età non sarebbe inutile un bel, robusto bastone per aiutarci a camminare; un buon libro da leggere per tener sveglia la memoria; eliminare certe usanze sbagliate mentre sediamo a tavola...e via dicendo.

Sarebbe veramente d'ausilio munirsi di un sostegno quando le ossa delle ginocchia, mancanti di vitamina "D", cominciano a dare segni di osteoporosi e a "lamentarsi" sotto il peso del corpo. Non è bello trascinarsi, solo per fare a meno del supporto, che poi nemmeno toglie dignità a chi ne fa uso e non crea certamente disdoro.

Quando si afferma che si è divenuti decrepiti la cosa e riferita agli anni acquisiti, vissuti, peggio ancora se privi di regole. Spesso vedendo alcuni conoscenti, con alcuni dei quali, da ragazzi, si entrava spesso in "competizione" nei giochi, oggi che vanno in giro con le sedie a rotelle per deambulati, mi vien da pensare...

Alcuni di questi mezzi sono muniti di un motorino altre, invece, spinte a mano dall'occupante. Arrivassi alle stesse condizioni chissà a quali competizioni mi confronterei...seduto su uno di essi, ma è meglio lasciar cadere certi pensieri e restare nella propria "pelle", ringraziando la sorte per quello che si ha e che se ne conosce il "valore".

Pensandoci bene, sembra che ad una certa età l'incipienza si rinnovi e ci riporti ai primi, insicuri passi: quelli che sono, poi, migliorati e divenuti stabili. Pure gli ultimi che ci verranno dati sembrano somiglianti ai primi, instabili ma che tali resteranno... o peggioreranno, fino all'immobilità...?

E che dire dei passi inconsueti messi da taluni accentratori? A parer loro sembra sentirsi pedagoghi nell'indirizzare interi eserciti per risolvere problemi "personali". È un fatto paradossale farli partire su mezzi corazzati, per poi farli ritornare a casa su sedie a rotelle, se non stecchiti in una bara o finiti in "fosse comuni"?

I conflitti, di ogni genere, lacerano il tessuto sociale e disabilitano ogni forma democratica di vivere civile. Sono essi che innescano rancori a catena e non solo. Essi creano disparità tra i popoli, fame, economie impazzite, lutti a non finire, disabili e povertà. Sono solo in pochi i beneficiari ma che hanno la cinica sfacciataggine di decorare i pochi coglioni rimasti, come per dire: -Questa è la medaglia, tieniti pronto per la prossima volta.

Di questo passo, per accontentare e tenere impegnati tutti i nuovi disabili si dovrebbe poi organizzare delle paralimpiadi ogni mese?

Ma di che cosa stiamo parlando, lo vogliamo dire? Dopo le mascherine, e gli orecchi tappati per non ascoltare la voce dei saggi, pure i paraocchi, per non guardare gli scempi che fanno le guerre? Ché nessuno veda! Al pari dei somari che girano i mulini?

A proposito di mulini: ma ci sarà qualcosa da macinare, visto la piega che sta prendendo la scarsità di cereali?

I ceceni, poi. Questi ne hanno combinate di tutti i colori: "putti(a)nate" a non finire... hanno inveito sulle povere, indifese donne, lasciate dai loro uomini impegnati al fronte alla mercè degli aggressori. Nei Talk show non si fa che parlare a vanvera: lo fanno un po' tutti, col meno garbo possibile, per dare quel macabro tocco di sadismo il quale, per molti, diventa beffardo intingolo... come se la guerra sia stata una manna piovuta dal cielo e non dall'inferno.

Si sta rendendo evidente che sono in molti a bagordare cinicamente su di una tragica situazione, dove la resa dei conti si dimostra ancora lungi dall'esser liquidata. Forse perché le pazzie messe in atto non han trovato ancora il riconoscimento dell'Io malato, o forse è dovuto all'euforia dei pazzi appunto, che non si sono posti un limite, dopo averlo superato...?

"Perché quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la dignità dell'uomo." (Oriana Fallaci)

"Nello sport si vince senza uccidere, in guerra si uccide senza vincere." (Shimon Peres)

 

 
 
 

20 maggio 2022, 5

Post n°3130 pubblicato il 20 Maggio 2022 da donmichelangelotondo

Per un reale dialogo tra biologia e teologia
Di
Mario Castellana -
19 Maggio 2022
Il contributo di Angelo Vianello

I primi decenni del XXI secolo vedono il pensiero filosofico-scientifico che, pur impegnato in primo luogo su vari livelli a far fronte a diverse e inedite sfide per loro natura sempre più planetarie, non tralascia quel non secondario tema ereditato dalla modernità, il confronto fra scienza e fede, o meglio fra il sapere scientifico e quello derivato dall'esperienza di fede, confronto che ha visto protagonisti gli stessi fondatori della scienza moderna; se con Galileo ha assunto, com'è più noto, risvolti drammatici, con Newton poi tale confronto è stato meno lacerante e nello stesso tempo più costruttivo, come ampiamente documentato da Hélène Metzger nell'ancora e quasi unico lavoro nel suo genere del 1938, Attraction universelle et religion naturelle chez quelques commentateurs anglais de Newton (Hélène Metzger, vittima della Shoah, filosofa della scienza, 27 gennaio 2021). E non a caso è stato ancora ritenuto cruciale da diverse figure del ‘900, a partire da figure di scienziati-filosofi come Max Planck, Albert Einstein, Pierre Teilhard de Chardin, Stefan J. Gould sino a Giovanni Paolo II, il cui papato, sulla scia delle indicazioni del Concilio Vaticano II, tra le altre cose è stato caratterizzato da una non comune attenzione verso questo problema ritenuto cruciale per evidenti ragioni pastorali tese ad avviare su nuove basi il rapporto con la contemporaneità, una volta individuate alcune cause del secolare conflitto grazie alla coraggiosa presa in carico del ‘Caso Galileo'.

E' da segnalare che in questo campo sono tuttora impegnati in prima persona gli stessi scienziati, credenti e non credenti, coadiuvati dal fatto che da una parte, a partire dagli anni ‘70 del secolo scorso, sono venute meno quelle immagini unilaterali della scienza di stampo vetero-positiviste grazie agli sviluppi degli studi storico-epistemologici col darci non secondari contributi per affrontare su nuove basi i valori cognitivi in essa impliciti; e dall'altra soprattutto in area anglosassone e nell'ambito della tradizione teologica riformata liberale è venuta a consolidarsi la cosiddetta Theology and Science, dove figure come Ian Barbour prima e dopo Robert J. Russell, fisico teologo, hanno messo proficuamente in atto quella che chiamano a creative mutual interaction (Quando cosmologia ed escatologia si incontrano, 9 dicembre 2021). Tutto questo, insieme con la piena metabolizzazione delle conseguenze del ‘Caso Galileo' in campo cattolico col portare ad iniziative varie come il Centro di ricerca DISF e Nuovo SEFIR, ha gettato le basi per avviare un rinnovato dialogo tra scienza e fede, una volta che sono state, a dirla con Papa Benedetto XVI, liberate dai rispettivi ‘restringimenti ideologici' ereditati dal passato; ma ciò è stato possibile dopo un loro reciproco e salutare bagno di umiltà epistemologica nel senso avanzato da più figure di filosofi della scienza come Federigo Enriques, Gaston Bachelard, Karl Popper ed Edgar Morin, i cui lavori hanno avuto il merito di demolire gli ‘assoluti terrestri' e di spogliarci dal mito dell'onniscienza per usare dei termini di Dario Antiseri e Mauro Ceruti.

Ed in tale contesto, caratterizzato dalla presenza per lo più di fisici, viene ad inserirsi l'originale lavoro, definito ‘molto ricco e felicemente interdisciplinare' dal compianto giornalista scientifico Pietro Greco, del biochimico Angelo Vianello Sapere e fede: un confronto credibile. Per un dialogo possibile tra biologia e teologia (Udine, Forum Edizioni, 20182) con la prefazione di Federico Vercellone e la postfazione di Alessandro Minelli che ne hanno illustrato alcuni salienti aspetti. Autore di altri importanti lavori riguardanti l'evoluzione della vita, la biodiversità, l'altruismo e le sfide dell'Antropocene (Per una visione agapica dell'Antropocene, 3 marzo 2022), Angelo Vianello, da savant o scienziato a lavoro ed engagé nel senso bachelardiano del termine, ci offre un non comune percorso storico-epistemologico caratterizzato da una parte da una presa di coscienza veritativa del continente scienza ed in particolar modo del composito universo delle scienze della vita, anche grazie ad una piena metabolizzazione dei risultati raggiunti nell'ambito del pensiero complesso, e dall'altra dalla presa in carica di alcune proposte di teologi come Hans Küng e Jürgen Moltmann; non a caso, grazie all'esperienza maturata attraverso lo studio dell'evoluzione dell'uomo, ci offre una lettura particolarmente interessante della Teologia della speranza di questo teologo col fare sue anche alcune indicazioni espresse in Scienza e sapienza, che gli hanno permesso di guardare al mondo della fede da diverse prospettive aperte al confronto critico con altri saperi al fine di "salvare l'esperienza umana e, più in generale, la biosfera". Armato di questa doppia consapevolezza epistemica ci viene così offerto un percorso teso al confronto con un nuovo esprit, nel senso di Gaston Bachelard, con i due ‘pilastri del tempo', come li chiamava S. Gould, con l'obiettivo insieme teoretico-esistenziale di "trovare delle sintesi che possono facilitare, sul piano culturale, il rispetto delle reciproche diversità", anche perché come già Galileo aveva diagnosticato, e poi ribadito da Giovanni Paolo II, non ci può essere conflitto tra due verità, ma esso si verifica quando si propongono false e fuorvianti interpretazioni di entrambe, come storicamente è avvenuto ed avviene spesso per motivi ideologici.

Ma è da tenere presente, per capire meglio il percorso di Angelo Vianello, che le scienze della vita, a differenza della fisica che ha dovuto per affermarsi come sapere autonomo portare avanti una contestuale e difficile ‘filosofica militia' come la chiamavano Federico Cesi e lo stesso Galileo, si sono sviluppatesi nella seconda metà dell'Ottocento da Darwin e Bernard a Mendel e Pasteur quando il sapere scientifico si era ben consolidato con le sue specifiche ‘ragioni' a dirla con Federigo Enriques; e per questo i maggiori protagonisti non si sono particolarmente impegnati sul terreno epistemologico per chiarirne le modalità d'essere, operazione sempre necessaria per evitare false interpretazioni, il che è avvenuto spesso, com'è noto, per la teoria dell'evoluzione. Mentre i fisici alle prese con altri radicali cambiamenti hanno continuato nel corso del primo Novecento a produrre una ricca mole di dibattiti sulla natura del reale fisico, in campo biologico, se si escludono gli importanti contributi di Teilhard de Chardin, S. Gould, Ernst Mayr e Jean Piaget, non si è verificata una cosa del genere e si è dovuto aspettare la riflessione prodotta dal pensiero complesso che non a caso si è nutrito in particolar modo dei contenuti veritativi impliciti nell'universo delle scienze del vivente.

Tutto ciò ha determinato sino a qualche decennio fa la mancanza di un ‘dialogo' costruttivo da parte di questo ambito del pensiero scientifico con il sapere teologico data anche la complessità delle scienze della vita, su cui aveva attirato già l'attenzione Giovanni Paolo II nei due discorsi sulla teoria dell'evoluzione con l'insistere sulla necessità da parte degli stessi protagonisti di affrontarne le relative questioni metodologiche e le implicazioni teologico-filosofiche per capire le ‘origini' e le stesse ‘ragioni della vita', questioni oggi sempre più al centro dell'attenzione. Ed è questo uno degli obiettivi e dei meriti non secondari del percorso di Angelo Vianello che, ponendosi sulla scia di tali indicazioni come anche sui lavori più recenti di Christian de Duve, Stuart Kauffmann, Fiorenzo Facchini, Francisco Ayala, Francis Collins, Giuseppe Tanzella-Nitti e Mauro Ceruti, si impegna quasi in una rinnovata ‘filosofica milizia', tesa da una parte a fare emergere gli intrinseci valori veritativi delle scienze del vivente e dall'altra, grazie ad esse, a ridare all'esperienza di fede un rafforzato dinamismo escatologico col fare sue proficuamente le proposte di Teilhard de Chardin e di Moltmann; ne emerge un solido quadro epistemologico-ermeneutico per gettare le basi di ‘un confronto credibile', di una ‘dialogo possibile tra biologia e teologia', ritenuto sempre più ‘ineludibile' anche perché, come spesso viene ribadito, trova le sue ragioni d'essere nelle "fondamenta nella libertà di pensiero, intesa come la più grande risorsa dell'uomo".

E come uomo di scienza che ha studiato l'evoluzione dell'uomo, le ‘nostre lontane origini', ‘le principali tappe dell'Homo sapiens', ‘l'enigma dell'aggressività', ‘la sfida ambientale', Angelo Vianello ci avverte che porre sul terreno più giusto l'auspicata sintesi tra il sapere scientifico ed il sapere della fede, oltre a costruire insieme una più "concezione laica della società", è un percorso più aperto a diverse possibilità come "aprire a scenari di speranza utili a orientarci nell'agire di ogni giorno e a costruire un futuro che renda possibile la sopravvivenza di questa nostra fragile esperienza terrena". E come scienziato al lavoro ha messo in pratica in modo proficuo quella magistrale ‘sintesi', esposta nei suoi numerosi scritti a partire da Il fenomeno umano, di Teilhard de Chardin che ha sempre insistito sul fatto che se le verità scientifiche vengono ben comprese, sono il nutrimento stesso dell'uomo di fede; tale approccio, grazie all'immersione nei dibattiti epistemologici e teologici odierni, poi lo ha portato ad una diversa lettura dei rispettivi contenuti veritativi e più attenta alla loro autonomia insieme con la coscienza teoretica del fatto che, quando scienza e fede si incontrano e dialogano in modo costruttivo, si arricchiscono entrambe di nuovi orizzonti cognitivo-esistenziali oggi più che mai necessari in un mondo globalizzato le cui dinamiche richiedono piani di interventi non più sorretti da logiche unidimensionali ma interdipendenti per le diverse sfide che ci attendono.

Alla luce di tali indicazioni, Sapere e fede, oltre ad analizzare diversi punti di vista emersi nel variegato universo delle scienze biologiche sempre più bisognose di approfondimenti storico-epistemologici data la dimensione planetaria dei problemi affrontati, è un testo molto ricco di idee finalizzate a creare le basi di una impalcatura concettuale in grado di rendere sempre più "fecondo" il dialogo tra teologia e biologia; esso ‘fa tesoro' nel senso biblico del termine dello "scenario che emerge dal ‘dibattito alla tavola alta dell'evoluzionismo'" senza cadere in posizioni naturalistiche grazie al fatto che, ormai nel regno del vivente e dell'universo stesso, la storia della vita è concepita "come una storia di possibilità per esplorare ciò che Kauffman definisce ‘l'adiacente possibile'" dove vengono a giocare un ruolo strategico la contingenza e la causalità come ben analizzato da Gould e in Origini di storie da parte di Gianluca Bocchi e Mauro Ceruti. In tal modo Angelo Vianello non cade in un facile sincretismo o concordismo, già definito da Giovanni Paolo una vera e propria ‘insidia epistemologica', in quanto fa suo in modo programmatico il punto di vista espresso dallo stesso Gould che riteneva la vita piena di diverse potenzialità ed emergenze continue, tale da non dover ‘essere abbracciata sotto un'unica prospettiva' con il conseguente e necessario essere non un ‘relativista' nei confronti della verità, ma ‘un pluralista' nei confronti di questo reale.

Angelo Vianello ci consegna questo suo percorso con una ulteriore indicazione, che gli proviene dal lungo peregrinare nei tortuosi sentieri dell'evoluzione umana, contrassegnata come diceva Teillhard de Chardin sì da continui ‘strazi' ma forieri di nuove possibilità, dove è ritenuta essere stata strategica e lo è tuttora la cooperazione tra gli esseri viventi; e questo percorso, che si nutre anche dell'apporto di esperienze poetiche come quella di Mario Luzi, viene arricchito dall'invito di Moltmann a "contrastare il cinismo dell'annientamento della vita, oggi diffuso nel nostro mondo", a non "trascurare la sofferenza della natura" e a dare il dovuto ascolto al "gemito della creazione oppressa" per lottare "per un futuro comune", condizione indispensabile per la "possibilità di nuova nascita dell'umanità", proposta condivisa sulla scia delle indicazioni di Ernesto Balducci e di Mauro Ceruti.

 

 
 
 

20 maggio 2022, 4

Post n°3129 pubblicato il 20 Maggio 2022 da donmichelangelotondo


Elon Musk ha un problema. E non è Twitter
di Riccardo Luna
Elon Musk ha un problema. E non è Twitter
(reuters)
19 Maggio 2022 alle 12:33
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Elon Musk ha un problema. E non è Twitter. Ma Tesla. Dall'inizio dell'anno le azioni di Tesla, l'azienda di auto elettriche più famosa del mondo, hanno perso il 40 per cento del valore. E gran parte di questa perdita, il 30 per cento, si è registrata nell'ultimo mese. Insomma da quando Elon Musk ha iniziato ad occuparsi di Twitter.
L'auto non si guida (ancora) da sola
di Riccardo Luna
26 Ottobre 2021

Ad aggravare la situazione il titolo di Tesla qualche giorno fa è uscito da un importante club, quello dei 500 titoli più importanti del mercato azionario che fanno qualcosa di concreto sul fronte della sostenibilità. In gergo, gli obiettivi ESG. Il paradosso è che una delle aziende iconiche della transizione ecologica, quella che ha aperto il mercato delle auto elettriche, è stata espulsa dal circolo delle aziende virtuose e che quindi sono attrattive per gli investitori. Perché? Nelle motivazioni si legge che Tesla non ha una strategia per la decarbonizzazione (è al ventiduesimo posto nella classifica dei 100 peggiori inquinatori del pianeta); e non ha un codice di condotta sul lavoro in grado per esempio che si ripetano casi di razzismo o sfruttamento dei lavoratori già registrati in una fabbrica in California.
Twitter, Musk e la posta in gioco
di Riccardo Luna
15 Aprile 2022

Musk ha replicato su Twitter ovviamente, definendo i criteri ESG sulla sostenibilità "incarnazione del demonio" e dicendo che il club da cui Tesla è stata esclusa ha perso ogni credibilità. Se ne può parlare. Ed è presto per dare Musk in crisi: Musk del resto in passato è stato in crisi ma ne è sempre uscito alla grande. Epperò intanto va registrato il fatto che la cassaforte dove è custodito il patrimonio dell'uomo più ricco del mondo in questo momento pesa quasi la metà. Le prospettive per i prossimi mesi non sono buone. E questo inciderà anche sulla conclusione o meno dell'affare Twitter.

 

 
 
 

20 maggio 2022, 3

Post n°3128 pubblicato il 20 Maggio 2022 da donmichelangelotondo


Sanna Marin come risorsa

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La prima ministra finlandese Sanna Marin a Palazzo Chigi accolta dal presidente del Consiglio, Mario Draghi

La prima ministra finlandese Sanna Marin a Palazzo Chigi accolta dal presidente del Consiglio, Mario Draghi

La fiammata di italico entusiasmo per Sanna Marin ha un retrotono ormonale che - ai fini reputazionali - sarà bene dissimulare concentrandosi piuttosto sull'opportunità che l'interesse verso questo strano esemplare suscita. Marin (che era premier della Finlandia anche prima di chiedere l'ingresso nella Nato, va detto: forse i fan non l'avevano notata, d'altra parte desideriamo solo ciò che vediamo - come spiega Hannibal the cannibal) è una giovane donna di 37 anni alla guida di un paese, fatto questo già di per sé paragonabile da noi alla femmina barbuta: qui le donne di 37 anni le usiamo al massimo come candidate di bandiera da usare per mostrare che le abbiamo messe in rosa, poi scompaiono e cominciano a giocare i maschi, come è normale.

Ma la Finlandia è un paese semplice, sento dire: non è mica l'Italia, non ha la nostra storia la nostra complessità. Lì ci sono solo betulle e laghetti, saune, al massimo hanno esportato nel mondo - ma è già per palati fini - Sibelius e Alvar Aalto. Più di recente romanzi sull'allegro suicidio. Mah. Comunque non di questo che volevo parlare, ma del fatto che Marin oltre ad avere un solido curriculum accademico e politico (non è una che democraticamente porta in dote la sua incompetenza, come da noi fa moda) ha una biografia interessante. E' cresciuta con due madri (la sua biologica, la nuova compagna di lei) e ha per questo provato, dice, "un senso di invisibilità" perché "delle famiglie arcobaleno non si parlava". Pensate, neppure in Finlandia. Ora io non so se questo possa aiutare la causa del ddl Zan, omotransfobia e tutto i comparto di tabù che ci portiamo appresso ma la metto qui: ne approfitterei, nella festa degli ormoni, per fare campagna.

 

 
 
 

20 maggio 2022, 2

Post n°3127 pubblicato il 20 Maggio 2022 da donmichelangelotondo

Ridateci il binge!

La prima cosa bella di venerdì 20 maggio 2022 è, o era, il binge watching, l'abbuffata di puntate di una serie tv che ti appassiona, senza dover aspettare una settimana. Ce lo stanno togliendo. Ora, va bene che le piattaforme sono in difficoltà, che la Russia non c'è più, che i clienti disdicono perché non c'è più la serie A, non c'è più il lockdown, non ci sono più soldi, ma tornare a mostrare una puntata a settimana così tengono l'abbonamento non è sadico, è masochista.

Perché nessuno vuol tornare ai romanzi d'appendice e leggerli la domenica. Se un libro ci piace, lo finiamo. Se una serie ci prende, andiamo avanti finché crolliamo, a volte anche dopo. Possiamo saltare la cena, non avere una vita mondana, perfino un lavoro fisso o una carriera, in cambio del privilegio di guardarci "Avvocato di difesa" tutto in due giorni.

Se ci fate aspettare 7 giorni per "Better call Saul" o per "Una squadra" è come se ci deste la connessione lenta, il telefono a gettoni, il fax. Come se ci diceste: l'ami? Vi rivedrete la prossima estate. Non è colpa nostra, ci avevate disegnati così. Se ci cancellate, vi lasciamo. Vogliamo tutto e subito, almeno in tv.

 

 
 
 

20 maggio 2022

Post n°3126 pubblicato il 20 Maggio 2022 da donmichelangelotondo

(Leggo)
«Vi ho chiamato amici» Gv 15,12-17.

Cristo ha chiamato "amici" i suoi discepoli a lui più vicini solo alla fine della sua vita, dopo aver fatto loro conoscere tutto ciò che aveva sentito dal Padre, dopo aver rivelato la verità a coloro che egli aveva scelto. Per provare che non esiste amore più grande del suo, egli ha offerto la propria vita per i suoi amici. Di conseguenza, ciò che era raro nell'antichità, è comune nella Chiesa, in cui uomini e donne conoscono e vivono la verità.


(Prego)

O Signore, che ci hai chiamato amici perchè partecipiamo al dono della tua vita, rendici capaci di corrispondere a questa tua amicizia con una maggiore generosità nell'amare te e i nostri fratelli.


(Agisco)

Coltiva le amicizie attuali e porta nel cuore i legami interrotti.

 

 
 
 

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