Creato da donmichelangelotondo il 27/10/2013
proporre buoni e belli pensieri
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Messaggi del 27/05/2022
Post n°3157 pubblicato il 27 Maggio 2022 da donmichelangelotondo
(Leggo) «...la vostra tristezza si cambierà in gioia.» Gv 16,20-23. Questa realtà è transitoria, quello che è definitivo, eterno, è la gioia di incontrarlo, risorto, nella certezza di non perderlo mai. Mentre viviamo in questa vita, la certezza della sua presenza ci appaga; non abbiamo bisogno di interrogarci sul passato o sul futuro. Cristo, Signore risorto, dà il senso ultimo della storia e della nostra vita. (Prego) Dice il Signore: «Non vi lascerò orfani. Vi vedrò di nuovo e si rallegrerà il vostro cuore». (Agisco) Pregare per quelle mamme tentate dall'aborto.
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Post n°3156 pubblicato il 27 Maggio 2022 da donmichelangelotondo
Gli avverbi di De Mita La prima volta che il giornale mi ha mandata a parlare con Ciriaco De Mita non avevo ancora 26 anni, il Muro di Berlino era al suo posto ed era in corso una delle faide interne alla Dc al cospetto delle quali la Guerra Fredda appariva un processo lineare. De Mita, da poco ex presidente del Consiglio, aveva appena rinunciato a formare un nuovo governo. Gli sarebbe subentrato Andreotti. Mi ricevette in un suo studio privato, alzò solo un attimo gli occhi dalla scrivania e senza rivolgermi la parola ("Buongiorno", forse, disse a mezza bocca) chiamò al telefono il mio direttore. "Questa non è adatta, non può capire", gli disse davanti a me, "questa" ero io. Sconsolato dalla risposta, passò a dettare sillabando. Non c'erano i social né l'attuale suscettibilità, dunque a posto così. Dopo due ore nel labirinto delle subordinate, incisi e sospiri, tornai con quattro cartelle scritte a mano che declamai al collega esegeta della lingua dei ‘basisti': ogni corrente dc aveva difatti un esperto nella traduzione di quel preciso idioma. "Interessante questo passaggio", disse fermandomi a metà della terza cartella: "Questo", e ripeté fra diecimila parole un solo avverbio di otto sillabe. Ho passato i primi quindici anni della mia vita di cronista a decifrare la complessità della prosa e del pensiero dei leader politici, i secondi quindici a piangerne l'assenza: di prosa, di pensiero. Qualche anno fa, ormai con me amichevole non so se per abitudine o per resa, mi ha presa sottobraccio, in Transatlantico, e indicando un suo giovane collega ha detto: "Quando dice una cosa semplice è perché mente". Anche voi, ho risposto, mentivate. "Sì, ma sapevamo sempre per andare dove", e ha allungato il passo contento.
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Post n°3155 pubblicato il 27 Maggio 2022 da donmichelangelotondo
La decadenza del servizio clienti I trend di acquisto per il 2022 sono già qui: scopri cosa vuole il consumatore No, il fenomeno interessante dei call center è un altro. In pratica se ci devono trovare per venderci qualcosa, lo fanno in ogni momento, una persona con voce suadente si presenta promettendo di aiutarci e lì inizia la televendita. Ma se invece siamo noi ad aver bisogno di loro, per cambiare una prenotazione e verificare qualche dato, veniamo rimbalzati da una chat online dove un bot prova a far finta di aver capito di cosa abbiamo bisogno; a segreterie telefoniche dove veniamo invitati a premere il tasto uno o due per andare avanti fino a che non ricominciamo dal via. Insomma, il fenomeno è questo: le vendite le fanno gli esseri umani; il servizio clienti lo fa una rudimentale intelligenza artificiale. Non è casuale: gli esseri umani sono ancora molto più bravi ma costano di più e se devi tagliare, tagli sul servizio non sul fatturato. Il risultato è che quando arriva la telefonata qualcuno effettivamente ci casca e cambia abbonamento al gas, alla luce o al telefono; mentre se devi esercitare i tuoi diritti, far presente un malfunzionamento, o semplicemente se hai bisogno di aiuto, sei spacciato. Per porre un argine al dilagare delle chiamate di marketing partirà presto un nuovo strumento, il registro delle opposizioni; ma sarà il caso di occuparsi anche del secondo aspetto. La decadenza dei servizio clienti. Compra qualcosa online e se c'è un problema con qualche eccezione (tipo Amazon) finisci in un buco nero. A meno che non ti piaccia dialogare con una intelligenza artificiale piuttosto scema peraltro.
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Post n°3154 pubblicato il 27 Maggio 2022 da donmichelangelotondo
Uber e i tassisti non sono più quelli di una volta, per fortuna L'ACCORDO CON I TAXISTI Nel frattempo il mondo è cambiato, ma soprattutto sono cambiati i tassisti: messi all'angolo dall'arrivo di Uber, hanno fatto l'unica cosa che potevano fare. Non le barricate. Migliorare il servizio. Oggi quelli che ti dicono che non hanno la carta di credito o che hanno il POS rotto sono una piccola minoranza, gli altri spesso li puoi pagare tramite smartphone; per chiamarli, nelle grandi città, una app dedicata ha preso il posto del radio taxi che spesso ci costringeva ad attese infinite. Con le stesse app è possibile sapere chi arriverà a prenderti, su quale auto, e alla fine dare un punteggio al servizio ricevuto; e una mancia. In sette anni i tassisti hanno fatto quello che non avevano fatto nei settanta anni precedenti. Ma anche Uber è cambiata: l'idea che chiunque, senza una licenza, potesse mettersi a fare il tassista con la propria auto per arrotondare è stata accantonata, travolta da sentenze contrarie ma anche da incidenti più o meno gravi capitati ai passeggeri. Oggi Uber si è evoluta e punta a diventare una piattaforma per la mobilità urbana in cui ci siano tutti i servizi, legali e autorizzati, a disposizione del cittadino, comprese bici e monopattini. Sullo sfondo si intravedono un giorno città meno trafficate, meno inquinate, più vivibili.
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Post n°3153 pubblicato il 27 Maggio 2022 da donmichelangelotondo
La spesa a casa in 10 minuti forse non ci interessa più tanto Il lavoro dopo la pandemia Gli investitori si erano entusiasmati mettendoci oltre un miliardo di dollari, la valutazione di Gorillas era volata facendone la startup cresciuta più in fretta nella storia e quei soldi erano serviti a finanziare la crescita su diversi mercati europei. Non era sola Gorillas a giocare in questo nuovo campionato chiamato quick-commerce, una evoluzione ultra rapida dell'ecommerce. Adesso la frenata: Gorillas ha annunciato il licenziamento di 300 persone. Anche il principale competitor, la startup turca Getir, ha annunciato che licenzierà il 14 per cento dei suoi dipendenti, circa 500 persone. Intendiamoci, è tutta l'economia che sta frenando, e tutte le aziende ne stanno soffrendo. Il meccanismo è semplice: con i tassi di interesse alti, ci sono meno soldi per gli investimenti e quindi mancano i capitali per continuare a finanziare la crescita di startup che per affermarsi continuano a bruciare decine di milioni di dollari al mese. Gorillas, per esempio, perde 90 milioni al mese. Le televendite con gli influencer Epperò forse è il quick commerce ad essere al capolinea. Una pratica nata durante il lockdown, quando era complicato o sconsigliato uscire di casa e la spesa a domicilio in dieci minuti ci sembrava una figata. Ma adesso la pandemia sembra alle spalle e abbiamo tutti una voglia matta di uscire di casa. In giro nelle nostre città ci sono ancora maxi affissioni di Gorillas e Getir che ci decantano la meraviglia dei dieci minuti. Sembrano parlare del passato.
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Post n°3152 pubblicato il 27 Maggio 2022 da donmichelangelotondo
L'inverno delle startup L'immagine da Trono di Spade, questo "inverno delle startup", rende bene l'idea di quello che sta capitando a causa della guerra e della crisi finanziaria. In altri tempi, guardando i titoli azionari andare in picchiata verso il basso, avremmo detto che la bolla speculativa si sta sgonfiando, come accadde nel 2000. Ma rispetto a quel drammatico crollo, questa volta la speranza è che i fondamentali del settore siano più solidi; se così fosse saremmo davanti soltanto a una trasformazione esemplificata da una espressione mitologica: "Stanno sparendo gli unicorni, è il momento dei centauri". Gli unicorni sono le startup con una valutazione superiore al miliardo di dollari, una definizione coniata nel 2013 da un investitore che aveva creato una specie di classifica di tutte le startup del decennio che avevano raggiunto quel traguardo: erano 39, una media di 4 ogni anno. Qualche mese fa erano diventate più di mille, risultato di un'economia che per anni, con i tassi di interesse azzerati, ha iniettato denaro facendo schizzare le valutazioni delle startup destinatarie di investimenti importanti. Se prima i membri del club degli unicorni stavano in una stanza, adesso hanno bisogno di un teatro. Lo status di unicorno è diventato il sinonimo di successo, anche se quei valori sono slegati dal fatturato e dai profitti (molte startup di successo non fanno profitti per anni). Ora quella stagione è finita, dicono: quello che conta è il fatturato sicuro, basato su contratti e abbonamenti. Con 100 milioni di dollari di fatturato una startup può definirsi un centauro. Ed è un ritorno ai fondamentali: come per qualunque attività economica, conta quanto vendi e non quanto si pensa che venderai.
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Post n°3151 pubblicato il 27 Maggio 2022 da donmichelangelotondo
Gioia chi molla 26 MAGGIO 2022 ALLE 00:01
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Post n°3150 pubblicato il 27 Maggio 2022 da donmichelangelotondo
L'abolizionista 25 MAGGIO 2022 ALLE 00:01
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Post n°3149 pubblicato il 27 Maggio 2022 da donmichelangelotondo
Il vecchio passaporto 27 MAGGIO 2022
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Post n°3148 pubblicato il 27 Maggio 2022 da donmichelangelotondo
La celebrazione della morte 26 MAGGIO 2022 ALLE 01:25
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Inviato da: cassetta2
il 19/05/2024 alle 19:54
Inviato da: Marilena63
il 11/03/2024 alle 21:58
Inviato da: donmichelangelotondo
il 30/08/2023 alle 19:16
Inviato da: nilsia
il 30/08/2023 alle 19:02
Inviato da: blaskina88
il 30/08/2023 alle 07:31