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proporre buoni e belli pensieri
 

Messaggi del 14/06/2022

14 giugno 2022,16

Post n°3249 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo

Non è il film "Gomorra",ma la cruda realtà...
https://www.corriere.it/cronache/22_giugno_14/cosimo-lauro-chi-boss-guerra-scampia-ritratto-un-camorrista-c212106e-eb64-11ec-b89b-6b199698064a.shtml

 
 
 

14 giugno 2022, 15

Post n°3248 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo

La non verità
Di
Miky Di Corato -
14 Giugno 2022
Tutte le situazioni ansiose e ansiogene della nostra vita sono causate dalla non verità.

Nel momento in cui non ci si ascolta, non si segue il proprio cuore, non si tasta il proprio stomaco, sei protagonista di un'esistenza che non ti appartiene, sei protagonista di un'avventura artefatta che pecca di genuinità.

Tutte le situazioni ansiose e ansiogene della nostra vita, se soffocate da azioni che bloccano pensieri, passatempi sterili, vacanze futili, divertimenti vacui, palliativi temporanei, tornano a fare capolino più tardi, quando meno ce lo aspettiamo, provocandoci stati d'animo "down", campanelli d'allarme di una felicità sempre costruita e mai spontanea.

Se vi manca il respiro, che siate allettati o accelerati, vuol dire che state facendo qualcosa che non vi va di fare, qualcosa che vi sta snaturando. Se vi manca il respiro significa che non state percorrendo la strada più giusta, ma state perseguendo nella finzione.

La non verità, prima o poi, vi porgerà il conto e quando realizzerete di aver svenduto la vostra personalità a cliché relazionali socialmente duplicati con lo stampino, allora sarà giunto il tempo di liberarsi dagli stereotipi, di accettare anche l'ipotesi di non presentarsi all'altare di un matrimonio effimero, preparativi e dinamiche familiari da cui non sai più uscirne, di allontanarsi da gente con influenza negativa, di lasciare un lavoro alienante e non appagante.

Tutte le situazioni ansiose e ansiogene della nostra vita sono causate dalla non verità. Una scelta che implica coraggio ma che può farci rinascere ogni giorno, salvandoci da un destino già segnato.

 

 
 
 

14 giugno 2022, 14

Post n°3247 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo

Un test per conoscere se si è stati colpiti dall'Epatite C
Di
Francesco Maria Cassano -
14 Giugno 2022
L'iniziativa in ambito regionale è dell'Unità di Epatologia dell'IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza.

Un semplice test, del tutto gratuito, che le persone con età superiore ai 50 anni potranno effettuare in farmacia per scoprire se sono state o meno esposte all'HCV, ovvero l'Epatite C, infezione che nei programmi dell'Organizzazione mondiale della Sanità dovrà scomparire entro il 2030.

Ebbene, questo progetto salvavita, che parte da lontano, si sviluppa molto da vicino, grazie all'Unità di Epatologia dell'IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo e alle farmacie pugliesi che hanno aderito a questa iniziativa.

Ma per raggiungere questa auspicata eliminazione è necessario arrivare ad un aumento delle diagnosi. Nasce quindi "DOI-HCV Apulian Pharma", un'iniziativa di screening sul territorio regionale in partnership con le farmacie di prossimità, coordinata dalla dottoressa Alessandra Mangia, responsabile dell'Unità di Epatologia dell'IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza. Sono state 24 le farmacie pugliesi hanno aderito alla campagna "DOI-HCV". L'attività volontaria è alla base di questo ambizioso progetto volto allo screening delle infezioni da HCV non ancora diagnosticate.

Per individuare la presenza degli anticorpi contro l'HCV in maniera semplice si è deciso di usare il "Point of care testing", una strategia che può essere adottata su numeri considerevoli di soggetti. Applicabile in zone rurali e per pazienti difficili da raggiungere, questa modalità di screening è basata su test che possono essere effettuati al di fuori dei laboratori ospedalieri, "DOI-HCV Apulian Pharma" ha l'obiettivo di incrementare lo screening e la diagnosi dell'infezione da HCV.

La sfida di questo progetto è riuscire a coinvolgere il maggior numero di persone per fare emergere le infezioni nascoste e cercare di collegare al trattamento il maggior numero di soggetti appartenenti alla popolazione generale, cioè coloro che, portatori di un'infezione inapparente, la scoprono solo per essersi sottoposti al test all'interno dell'iniziativa "DOI-HCV Apulian Pharma".

In pratica, presso le farmacie che aderiscono all'iniziativa, sarà possibile per le persone che lo vorranno con età superiore ai 50 anni, sottoporsi al test e così capire se sono state, senza saperlo, esposte all'HCV. L'epatite C è una malattia silente: spesso non dà sintomi e purtroppo in molti casi i pazienti non si accorgono di averla contratta finché non porta a conseguenze gravi come la cirrosi epatica e il tumore del fegato. Nel caso il risultato del test di screening per l'anticorpo sia positivo, si consiglierà il percorso migliore per identificare chi, affetto da infezione attiva senza esserne consapevole, potrà immediatamente essere sottoposto a terapia attraverso una procedura fast-track facilitata dai farmacisti.

 

 
 
 

14 giugno 2022, 13

Post n°3246 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo

Finali nazionali Under 17
Di
Miky Di Corato -
12 Giugno 2022
Ecco le avversarie della Fidelis Andria Handball

Sorteggiati i gironi delle finali nazionali UNDER 17 in programma la prossima settimana in Veneto.

Fidelis sorteggiata con i veneti del Malo, San Vito Marano e gli emiliani del Bologna.

L'esordio è previsto giovedì 16 giugno alle ore 16:20 al Palasport di Quinto Vicentino e nella gara inaugurale la Fidelis affronterà il Malo, nella seconda gara venerdì 17 giugno (mattina) sarà la volta del Bologna, e sempre venerdì (pomeriggio) si giocherá la terza gara contro il San Vito Marano.

Sabato 18 e domenica 19 giugno si svolgeranno tutte le fasi finali in base ai piazzamenti ottenuti nei quattro gironi.

Ecco le dichiarazioni di mister Colasuonno: "Siamo inseriti in un girone difficile contro squadre abituate a giocare le finali nazionali, mentre per noi sarà la prima volta con questo gruppo. Ci siamo allenati duramente per farci trovare pronti e i ragazzi hanno tanto entusiasmo nell'affrontare questa manifestazione. All'esordio giocheremo contro Malo e sicuramente avranno la fortuna di giocare le finali a 30 km da casa loro. Avranno il fattore pubblico dalla loro parte e questo dovrà portarci a giocare una grande partita, essere uniti nei momenti di difficoltà e dimostrare che non siamo inferiori a nessuno".

 

 
 
 

14 giugno 2022, 12

Post n°3245 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo

Grazie, prof!
Di
Michela Conte -
13 Giugno 2022
dav
Un'ora di lezione può salvare la vita

È così è giunto un altro termine, un altro 8 giugno. Devi averlo agognato parecchio, soprattutto negli ultimi tempi, quando la stanchezza ha preso il sopravvento, quando gli adempimenti burocratici sembravano crescere in maniera esponenziale, quando (ancora) arrivavano richieste di didattica a distanza. Usque ad finem!

Poi è suonata l'ultima campanella e tu, consapevole che non sei ancora in vacanza (a differenza di quello che i luoghi comuni recitano sulle vacanze degli insegnanti!), hai preso a confrontarti con i colleghi per i famigerati scrutini. Quante idee diverse, quante visioni differenti, quanta fatica per i voti di condotta, soprattutto lì dove il 10 non lo daresti nemmeno a te, perché forse potevi fare di più per quello studente, perché forse potevi scavalcare i muri dei colleghi e andare direttamente al cuore del problema di quella studentessa, rimasto incastrato nelle maglie delle medie aritmetiche, talmente logiche da risultare spesso ingiuste. Non preoccuparti: l'equilibrio tra la relazione con i colleghi e la relazione con gli studenti è figlio di una serie infinita di squilibri e cadute. Sei studente anche tu, non lo sapevi? Non sai che stai ancora imparando? Forse, allora, un buon proposito per il prossimo anno scolastico è alzarti dalla cattedra e far lezione da un banco in mezzo ai banchi. Per ricordarti e ricordare che il primo discente sei tu. E non per uno smielato e controproducente annullamento dei ruoli, ma perché la relazione empatica abbia sempre la meglio sulla nozione e ti guarisca dalla comoda convinzione che sei pagato unicamente per spiegare-verificare-valutare-far recuperare.

C'è stato scontro con i colleghi per qualcosa? Ben venga! Meglio essere chiari. Meglio metter fuori tutto. Gli idilli non sono roba da scuola. La scuola è una fucina incandescente. E lì dove qualcuno, collega o studente, sta coprendo impressionanti immaturità umane con risultati eccellenti, occorre prendere posizione. La banalità del male è sempre in agguato. A un certo punto, però, ricordati di mettere punto. Perché non puoi perdere la salute. Perché di fronte all'impermeabilità di certe coscienze, devi anche tu imparare a farti scivolare addosso le cose. Mettiti in vacanza dalla sindrome messianica: non devi salvare nessuno, devi lasciare segni, in te e negli altri, perché sei un in-segnante.

Sì, lo so: qualcuno l'hai già salvato. Te lo ha scritto uno studente su un pezzo di carta. E sì, anche i millennials scrivono ed è colpa dei luoghi comuni se ce ne accorgiamo poco. Che strano: siamo vittime di numerosi luoghi comuni sul nostro mestiere, poi non riusciamo a fare a meno dei luoghi comuni sulle nuove generazioni. Interrompere la spirale del male è un'arte e fa parte del paziente tirocinio del tuo lavoro: non ripagare gli altri con la moneta con cui ripagano te, cioè non riversare sugli studenti il sangue delle tue ferite. Imparare a disinnescare le trappole dell'adultità non riconciliata con i propri complessi: secondo proposito per il prossimo anno scolastico.

Ma torniamo alla lettera che hai ricevuto: "grazie prof", "grazie maestra", "mi sono sentito accolto", "mi sono sentita ascoltata", "ho scoperto cose di me che non sapevo", "mi ha aperto gli occhi", "volevo farla finita ma quella sua frase mi ha salvato". Già, qualcuno lo salviamo: è il miracolo che avviene quando non vogliamo salvare nessuno, quando entriamo in classe con gratuità, per il piacere di entrare e di diffondere una cultura emozionata, sym-patica. E non fa niente se la tua materia appartiene alle Cenerentole del sistema scolastico: ai bambini, ai ragazzi importa la passione che ci metti. La classificazione tra materie e docenti di serie A e materie e docenti di serie B è roba di adulti trasferita, più o meno consapevolmente, ai gruppi classe. I bambini, i ragazzi hanno bisogno di te: guardali e dai il massimo. Il sistema scolastico scoraggerebbe anche Socrate! Occorre relativizzarlo e pensare solo ai cuori pulsanti che ci si ritrova di fronte.

Un'ora di lezione può salvare la vita. Per cui raccogli tutti i bigliettini e i fiorellini degli ultimi giorni e conservali con cura. Prendi appunti sul cuore anche di sguardi, parole e abbracci delle ultime ore, non scritti, eppure indelebili. Sono i frutti della tua semina. Sono la voce inesistente sul cedolino dello stipendio che ti arricchisce in altro modo. Sgualciti, piegati alla meglio, imperfetti, gracili, sono il tuo specchio e il tuo premio.

Cara insegnante, caro insegnante: riposa pure adesso. E ricordati che vacanza, derivando da "vacatio", ti costringe a fare i conti col vuoto. Affrontalo. Fa parte del tirocinio per una scuola che non tappa tutti i buchi, che non risponde a tutte le domande, che non si limita a riempire le teste, ma apre all'ignoto e abitua all'incerto. Altrimenti non vi è speranza. E non dirmi che vorresti essere connivente con una simile lacuna di carne e futuro.

 

 
 
 

14 giugno 2022, 11

Post n°3244 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo

Breve appunto di geopolitica
Di
Marco Volpe -
13 Giugno 2022
Dopo l'ennesima mezza gaffe di Biden...

Nei giorni scorsi il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato che gli Stati Uniti interverranno militarmente nel caso la Repubblica Popolare Cinese invada Taiwan, salvo poi quasi smentirsi ribadendo che la politica statunitense nel riconoscere l'esistenza di una sola Cina non cambia.

Ora quest'ennesima mezza gaffe di Biden non è neanche necessariamente una cosa negativa, visto che fungerebbe da deterrente nel caso il governo cinese guidato da Xi Jinping avesse davvero intenzione di invadere l'isola, ma crea ulteriore confusione da un punto di vista meramente politico e geopolitico.

Alcune delle persone, con cui ho parlato, pensano che Taiwan sia a tutti gli effetti uno stato indipendente, che la Cina si ostina a non riconoscere, ma le cose non stanno proprio così.

Per quanto de facto il governo di Taipei amministri del tutto autonomamente l'isola, con un sistema molto più vicino a quelli democratici occidentali rispetto a quello di Pechino, questa è ancora da considerare parte della Cina, e non perché lo dico io o lo dice il governo della Cina continentale, ma perché ciò è riconosciuto da quasi tutto il mondo, compresi Stati Uniti e Unione Europea, in base alla "One China Policy", e cioè la politica del riconoscimento dell'esistenza di una sola Cina.

Sottolineo "quasi" tutto il mondo perché ci sono ancora quattordici stati (tra cui il Vaticano) che riconoscono la Repubblica di Cina (nome ufficiale del governo di Taipei), ma oltre a essere Stati minuscoli e molto poco decisivi nello scacchiere politico internazionale (il più grande di questi è il Guatemala), sono Paesi, e ciò va sottolineato, che considerano quello di Taipei come il governo legittimo dell'intera Cina (secondo la stessa costituzione della Repubblica di Cina, la capitale ufficiale dello Stato è Nanchino, ed essendo questa occupata, allora Taipei ne fa le funzioni provvisorie), non riconoscono Taiwan come uno stato indipendente dalla Cina continentale, e di conseguenza considerano il governo di Pechino illegittimo e non lo riconoscono ufficialmente, sempre in base alla One China Policy; ma soprattutto è Taiwan stessa a non considerarsi ufficialmente uno stato indipendente, in accordo alla già citata costituzione della Repubblica di Cina, costituzione che ribadisce l'obiettivo di far cadere il governo comunista e riconquistare l'intera Cina, che fu persa dal Partito Nazionalista Cinese (国民党 Guomindang, che allora governava appunto la Repubblica di Cina, che era il nome dell'intero Stato) durante la guerra civile con i comunisti dal 1945 al 1949, nonostante il sostegno economico e militare degli Stati Uniti, sostegno che è rimasto più o meno inalterato fino a oggi (senza di esso molto probabilmente l'isola sarebbe già stata riannessa al continente da tempo), nonostante sia venuto a mancare il riconoscimento diplomatico.

Detto questo, io sono il primo ad augurarmi che rimanga inalterato lo status quo, un'operazione militare di Pechino contro Taipei sarebbe catastrofica, ma se a Pechino decidessero di riprendere il controllo dell'isola con la forza, quale dovrebbe essere la posizione della comunità internazionale al riguardo?

Se, come mi sembra altamente probabile, l'Unione Europea e la NATO seguissero gli Stati Uniti nella guerra contro la Cina, allora l'intervento contro la Repubblica Popolare Cinese sarebbe giustificato e appoggiato, ma ciò entrerebbe evidentemente in contraddizione con il principio di salvaguardia dell'integrità territoriale che è alla base della ferma opposizione all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, le cui dichiarazioni che affermano che non si tratta di una guerra o un'invasione, ma di un'operazione militare speciale in difesa delle popolazioni russofone e indipendentiste del Donbass, sono respinte categoricamente da parte dell'Occidente.

Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Wang Weibin ha infatti colto la palla al balzo, dichiarando che, se Taiwan è riconosciuta a livello internazionale come parte integrante della Cina, allora bisogna chiedersi perché mai gli Stati Uniti parlino di invasione.

Questa contraddizione rende evidente come le cause che ci stanno a cuore dipendano molto non solo dall'empatia per le vittime, ma soprattutto dall'antipatia per gli oppressori, in un rapporto che si può definire inversamente proporzionale; tanto più odiamo l'aggressore, tanto più solidarizziamo con gli aggrediti, mentre accettiamo e anche giustifichiamo gli abusi di chi opprime quando questo ci piace o è nostro amico, e poniamo tanti se e tanti ma quando parliamo della causa delle vittime, come succede in Palestina, o per quanto riguarda gli indipendentisti delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk, e tanti altri casi.

Ora noi possiamo anche credere di essere sempre nel giusto, e magari lo siamo davvero, possiamo affermare orgogliosamente di essere i difensori della democrazia e dei diritti umani in tutto il mondo, ma se pensiamo che tutto il resto del pianeta debba accettare i nostri criteri di libertà e democrazia, e stigmatizzare chi non si adegua, allora da un lato forse non siamo così democratici e la nostra mentalità è rimasta ancora quella che nel diciannovesimo secolo ci spinse a colonizzare mezzo mondo (il famoso "fardello dell'uomo bianco"), dall'altro, pur continuando ad ammettere che la nostra è una causa giusta, dobbiamo accettare l'idea di vivere con il pericolo costante dello scoppio di una guerra mondiale, perché ci sarà sempre qualcuno che vedrà il mondo diversamente da noi Occidentali, ci saranno sempre Paesi che seguiranno altre vie rispetto a quella democratica Occidentale, e spero che nessuno si illuda che un'eventuale vittoria contro la Russia e la Cina, cioè le due potenze non democratiche e avversarie degli Stati Uniti, porterebbe la democrazia, e di conseguenza la pace, in tutto il mondo.

La storia ci insegna bene che non esistono "guerre che mettono fine a tutte le guerre", e che l'umiliazione dell'avversario, per quanto secondo noi meritevole di ciò, ha sempre conseguenze nefaste, anche nel breve periodo.

Meglio convivere e cercare di trattare con chi non ci piace, o dichiarare una guerra perenne al "male"?

 

 
 
 

14 giugno 2022, 10

Post n°3243 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo

Il pruno secco tornerà a fiorire (Paradiso XIII)
Di
Paolo Farina -
12 Giugno 2022
«Non sien le genti, ancor, troppo sicure
a giudicar, sì come quei che stima
le biade in campo pria che sien mature»
(Paradiso XIII, vv.130-132)

Il canto tredicesimo del Paradiso contiene una lunga parentesi didascalica. In apertura, una ricca similitudine paragona due corone concentriche di beati, che cantano e danzano ruotando in senso opposto, a due cerchi di dodici stelle l'una, costituiti dalle quindici stelle più luminose in cielo più le sette dell'Orsa Maggiore e le due dell'Orsa Minore.

Quindi, riprende la parola san Tommaso, che già nel canto undicesimo aveva chiarito un primo dubbio di Dante, legato al verso u' ben s'impingua se non si vaneggia (Paradiso X, v.96). Nel medesimo contesto, riferendosi al re Salomone, ancora Tommaso aveva dichiarato che Dio ha posto in lui una sapienza tale che a veder tanto non surse il secondo (Paradiso X, v.114) e Dante tacitamente si interroga su come possa Salomone aver più sapienza d'Adamo, creato dalla stessa mano di Dio, e soprattutto di Gesù Cristo, il Verbo incarnato.

Tommaso, che indovina il suo esitare, si profonde in una lunga lezione di teologia dommatica e alla fine conclude: Dante non ha torto e lui, il Dottore Angelico, non ha detto il falso; solo, la sua affermazione riguarda la sapienza da Salomone invocata per adempiere al proprio ministero di re, non già per discettare di filosofia o teologia. Salomone sarà stato pure un uomo fallibile ed esposto ad errore, celebre peraltro per il suo peccato di lussuria senile - e di ciò si fa velatamente cenno in Paradiso X, vv.109-111 - ma la sua richiesta di ottenere la sapienza nell'esercizio del suo ufficio regale è stata esaudita: Ecco, ti concedo un cuore saggio e intelligente: come te non ci fu alcuno prima di te né sorgerà dopo di te (1Re 3,12).

Fin qui il succo narrativo di questo canto. Seguono i versi che mi sono stampati nel cuore sin dalla prima lettura:

«Non sien le genti, ancor, troppo sicure
a giudicar, sì come quei che stima
le biade in campo pria che sien mature»

(Paradiso XIII, vv.130-132)

E poco più avanti:

«Non creda donna Berta e ser Martino,
per vedere un furare, altro offerere,
vederli dentro al consiglio divino;
ché quel può surgere, e quel può cadere»

(Paradiso XIII, vv.145-148).

In parafrasi riassuntiva: non si abbia fretta di giudicare dalle apparenze, nessuno saprà come sarà il raccolto prima che sia maturo e se qualcuno pensa di poter condannare chi ruba ed esaltare chi fa un'offerta, sappia che il giudizio divino è imperscrutabile tanto che può cadere chi sta in alto e risorgere chi sta in basso.

Una precisazione: "donna Berta" e "ser Martino" equivalgono ai nostri "Tizio" e "Caio" ma preceduti dai titoli canzonatori donna (signora) e ser (signore). Detto ciò, non tiro le conclusioni per te che leggi, ma confesso che queste parole mi infondono leggerezza nel cuore.

Mi danno speranza e libertà.

Non è solo questione di ribadire l'importanza di giudicare l'albero dai frutti e non i frutti dall'albero, come spesso accade in tante umane troppo umane consorterie: sei dei nostri, dunque i tuoi frutti sono buoni; militi con altri, allora i tuoi frutti sono pessimi.

È anche il ribadire che c'è speranza per tutti, fino alla fine e oltre la fine: come per Manfredi, accolto da braccia larghe di misericordia, ben più capaci della micropsichia di tante dottrine e dottrinari.

Caro lettore, adorata lettrice, io non lo so se esiste veramente Iddio. Lo spero: e provo ogni giorno a crederci mio malgrado. Ma mi piace confidare che, se proprio esiste, sia un Dio così, con cuore di padre e madre, che aspetta tutti sulla soglia, fino all'ultimo, senza mai chiudere la porta, pronto a correre incontro a chiunque abbia nostalgia di Casa.

Al di là dei nostri giudizi e pregiudizi. Ben oltre le apparenze su cui troppo spesso, e frettolosamente, assolviamo i nostri amici e condanniamo i nostri avversari.

Il grano maturerà nel tempo giusto e il pruno, secco durante l'inverno, tornerà a fiorire con boccioli di rosa.

Albert Camus: «Bisogna adoperare i propri principi nelle grandi cose, nelle piccole basta la misericordia».

Nadia Toffa: «Ho sempre pensato che la vita fosse disporre sul tavolo, nel miglior modo possibile, le carte che ti sei trovato in mano. Invece all'improvviso ne arriva una che spariglia tutte le altre, e la vita è proprio come ti giochi quell'ultima carta».

Giovanni Crisostomo: «Anche se ci troviamo al vertice della virtù, è per misericordia che saremo salvati».

 

 
 
 

14 giugno 2022, 9

Post n°3242 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo

QUATTRO SALTI IN BICICLETTA
Di
Domenico Dalba -
11 Giugno 2022
PER SCOPRIRE MASSERIE DEL TERRITORIO

Appuntamento ai Giardini pubblici... "Baden Powell", in onore del fondatore dei boyscout, che ha scolpito negli animi indicazioni di epiche battaglie personali per dare un senso alla vita: "Guida da te la tua canoa", "Vedi il peggio, ma guarda al meglio", "Butta il cuore oltre l'ostacolo", "La felicità non viene stando seduti ad aspettarla".

Ancora nessuna presenza umana. Gli alberi intanto bisbigliano calorosamente tra di loro, il sole occhieggia tra i rami che zefiro fa leggiadramente danzare. Profumo inebriante di aria fresca, che voluttuosamente accarezza guance e braccia. Festante nei suoi drappeggi punteggiati di fiori, la dea Flora, immortalata artisticamente da Sandro Botticelli.

Una manciata di minuti di attesa, ed arrivano alla spicciolata, i partecipanti all'escursione ciclistica, organizzata da "Lega Ambiente" di Barletta, pilotata da Raffaele Corvasce, vulcano di iniziative. Trafelato, lingua penzoloni, varca il cancello l'immancabile ritardatario che giustifica il ritardo, aprendo teatralmente le braccia, con un... "impellente bisogno fisiologico all'ultimo momento!"

Nastro di partenza... una trentina di ciclisti, diversi per temperamento, professione, genere ed età. Cappelli gialli con visiera, mani al manubrio, un piede su un pedale e l'altro a terra nel misero fazzoletto di verde pubblico sopravvissuto miracolosamente in un territorio devastato negli ultimi decenni da pazzesche scelte urbanistiche che hanno privilegiato gli interessi di pochi palazzinari. Ultime raccomandazioni, occhi aperti, disciplina sulle strade, per riportare a casa, sana e salva, la pelle.

Un territorio è una realtà molto complessa che va dipanata, per comprenderla, in tutte le sue molteplici variabili, antropiche e naturalistiche. Per tutto il percorso vi provvede, la guida Marco Bruno, giovane atletico, biondo che il giorno precedente era stato alle prese con bambini di scuola elementare, curiosi, entusiasti della vita, ed in altre occasioni si inerpica per montagne, scivola lungo dirupi, attraversa boschi, percorre sentieri, campagne e lande deserte, trainando stuoli di amanti del trekking o di lunghe passeggiate a piedi.

Mediocre la condizione del manto di asfalto e della segnaletica lungo le strade provinciali. Sconnessi e dissestati, i viottoli di campagna, che costringono le biciclette a continui saltelli e manovre tortuose nel vano tentativo di evitare spuntoni di roccia, buche, solchi di carreggiate, pozzanghere. I pavimenti pelvici, le vesciche e gli intestini, confabulando tra di loro, esprimono un forte disagio e disappunto.

Compaiono all'orizzonte altri amanti della bicicletta, allora la mano si stacca dal manubrio e sventola allegramente. Quando, poi, giunge il frastuono dei trattori trainanti irroratori, erpici o frese, gli organizzatori ne invitano i conducenti a rallentare, con il classico gesto della mano che va su e giù.

I cigli delle strade si fanno onore con il rosso smagliante dei papaveri, il giallo ed il bianco dei cuscini di margherite. I petali di malva evocano la filastrocca: "La donnina del male di denti va nel bosco tra mille lamenti, un poco di malva cogliere vuole per fare il decotto al dente che duole..."

Nuvole di calendule, che curavano naturalmente le ferite purulente, quando Fleming non aveva ancora scoperto la penicillina, corteggiano, con le corolle giallo-arancio, che a sera timidamente si rintanano nel proprio animo vegetale, i generosi ulivi. Apprezzati per la bontà dell'olio e delle olive, poco invece per la sconosciuta virtù terapeutica delle foglie capaci di elasticizzare i vasi sanguigni, contrastare il colesterolo LDL ed il diabete, potenziare il sistema immunitario.

 

 

 
 
 

14 giugno 2022, 8

Post n°3241 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo


Oriana Fallaci inadatta a Livorno

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Lo zaino di Oriana Fallaci, inviata in Vietnam e in Medio Oriente, è custodito nella Biblioteca Lateranense di Roma

Lo zaino di Oriana Fallaci, inviata in Vietnam e in Medio Oriente, è custodito nella Biblioteca Lateranense di Roma

Da un articolo di Eva Giovannini pubblicato ieri sul Tirreno e da Michele Serra su queste pagine ho saputo che la città di Livorno ha deciso di negare l'intitolazione di una via a Oriana Fallaci con una duplice argomentazione: non era livornese ed era diventata, nell'ultima fase della sua vita, troppo "di destra" - perciò inadatta alla città culla del comunismo. Colpisce la demenzialità di entrambe le ragioni e lo dico senza offesa per nessuno: non so del resto chi le abbia portate avanti, non è rilevante. Il campanilismo civico ci priverebbe di viale Mazzini e via Cavour fuori da Genova e Torino, esempi a iosa.

Più interessante è la seconda causa della bocciatura: da vecchia era diventata un po' fascista. A parte l'arroganza di darsi la patente di giudice, in questa sommaria analisi dell'evoluzione del pensiero Giovannini si domanda: chi ha stabilito il dogma della superiorità cronologica delle opinioni? Cosa pensi da ultimo vale più di quel che hai pensato prima? E' interessante a questo proposito "Invecchiare come problema per artisti", di Gottfried Benn, Adelphi. Poche pagine in cui Benn si domanda cosa sarebbe successo se artisti morti giovani avessero vissuto cent'anni e viceversa, se i centenari fossero scomparsi in gioventù: porta illuminanti esempi, a un tratto scrive che "alla fine della vita si aprono allo spirito rassegnato pensieri fino allora impensabili, sono come demoni beati che si posano splendenti sulle cime del passato".

Non credo che lo spirito di Oriana Fallaci fosse rassegnato. Escluderei anche la beatitudine dei suoi demoni. Pensieri impensabili si affacciano sempre, però, col tempo. Per fortuna non a tutti capita di essere sottoposti al giudizio della commissione comunale per la toponomastica.

 

 
 
 

14 giugno 2022, 7

Post n°3240 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo


Le parole si sciupano

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La villa in Versilia che molti indicano come di proprietà del presidente ucraino

La villa in Versilia che molti indicano come di proprietà del presidente ucraino

In un luogo di villeggiatura della costa toscana le anziane signore riconoscono in Zelensky l'uomo che incrociavano fino all'estate scorsa in infradito, avviarsi con un telo in spalla verso il mare. Tanto una persona perbene, commentano all'ombra dei pini: che sfortuna questa guerra. Una "sfortuna" lontana, vista dalla Versilia, qui dove russi e ucraini facoltosi possiedono ville di vacanza confinanti e dove molti si sono rifugiati ben prima di tre mesi fa, prima che le ostilità iniziassero - informati con lungimiranza, si vede. Cordialità, conversazioni fra tavoli vicini.

La guerra, si sa, è da sempre una faccenda che non riguarda chi ha denaro. Se non fosse per il problema delle sanzioni ci sarebbe quasi da non accorgersene, mi dice un ristoratore che non fa i nomi, dei suoi clienti più assidui, naturalmente, ma ride quando aggiunge che "sono molto più esagitate le discussioni fra esperti e giornalisti filo russi e filo ucraini in tv che quelle fra russi e ucraini che vivono qui". Non c'è da stupirsi, ripeto, che la sintonia della ricchezza possa far premio sull'identità patria.

Più interessante è invece lo stupore, a volte il divertimento, con cui si guarda, da questo ovattato luogo, al dibattito tv. "E' come se la guerra fosse lì, tutta in tv", dice il titolare del locale: una guerra di protagonismi, di posizionamento identitario. Una smania di primeggiare che è via via diventata fine a se stessa. C'è qualcosa di sempre meno autentico, di sempre più stucchevole e distante dalla sofferenza nella battaglia di opinioni, e non si tratta solo delle cosiddette liste di proscrizione - da dove vengano, perché siano stilate. E' che le parole, a usarle troppo e usarle male, si sciupano.

 

 
 
 

14 giugno 2022, 6

Post n°3239 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo


Cosa ci insegna Catullo sul nostro rapporto con i robot
di Riccardo Luna
Cosa ci insegna Catullo sul nostro rapporto con i robot
(reuters)
Alcune sue poesie hanno gli stessi meccanismi dei nostri post su Facebook e Instagram
12 Giugno 2022 alle 10:05
2 minuti di lettura

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Grazie ai miei figli ha riscoperto il greco e il latino. Non tanto le versioni, quanto la letteratura. E' un ripasso istruttivo. Per esempio, rileggendo Catullo - che ho sempre adorato - ho notato come certe poesie adottino gli stessi meccanismi dei nostri post su Facebook e Instagram, quando vogliamo mandare un messaggio alla persona amata che ci ha lasciato. Tipo: lo sto dicendo al mondo quanto soffro solo perché anche tu lo sappia e capisca che nessuno ti amerà mai così.

In questo viaggio nel tempo mi è capitato un filosofo greco, Senofane, il quale diceva che se gli animali potessero disegnare, i cavalli raffigurerebbero dio come un cavallo e i buoi come un bue. Questa attitudine spiega perché da sempre continuiamo a fare robot di sembianze umane: sì, lo so, ce ne sono di forme diversissime, ma la stragrande maggioranza è antropomorfa. Dal primo, il famoso Elektro, che debuttò il 30 aprile 1939 alla fiera di New York intitolato "il mondo di domani". Elektro era stato realizzato in due anni dalla Westinghouse ed era un colosso: alto più di due metri, pesava oltre cento chili. Conosceva 700 parole ma non sapeva combinarle fra loro, parlava per frasi fatte. In compenso poteva svolgere ben ventisei azioni diverse, tra cui spiccava la capacità di gonfiare un palloncino fino a farlo scoppiare (cosa che farà di Elektro un'attrazione nelle fiere di paese per circa un decennio). Ma la cosa per cui Elektro è passato alla storia è il fatto che sapesse accendersi una sigaretta e far finta di fumare.
Una vita (meno) social
di Riccardo Luna
01 Giugno 2022

Fare finta, sì. Perché i robot non hanno polmoni, non respirano davvero. Ma ci piace credere il contrario. Per questo li facciamo antropomorfi. Perché così diventano subito più familiari. Ma il risultato finale è il contrario. E' l'allarme, la paura: vogliono prendere il nostro posto!, ci rubano il lavoro!. Quante volte è stato detto? I robot invece non ci rubano il lavoro, ormai è dimostrato scientificamente; ma fanno lavori faticosi, pericolosi e usuranti che giustamente non vogliamo fare. Se scoppia una centrale nucleare chi è meglio mandare in ricognizione? Un essere umano o un robot? E quando brucia Notre Dame a Parigi, chi va a spegnere l'incendio in prima linea? Un robot. Del resto i paesi che hanno investito di più in tecnologia e automazione sono quelli dove l'occupazione è cresciuta di più, ma si è trasformata. Non parliamo di nuovi posti di lavoro, ma di posti di lavoro nuovi, diversi. Che prima non c'erano. E' un problema di competenze, certo: disporre delle competenze necessarie per farli questi nuovi lavori. Non di mancanza di occupazione.

 

 
 
 

14 giugno 2022, 5

Post n°3238 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo


Cosa studiare per essere assunti in una startup
di Riccardo Luna
Cosa studiare per essere assunti in una startup
Su Italian Tech tutte le offerte di lavoro delle startup italiane aggiornate in tempo reale
13 Giugno 2022 alle 10:23
1 minuti di lettura

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Stiamo entrando in una fase economica complicata, lo hanno capito tutti, e dobbiamo aggrapparci alle poche cose che ancora sembrano funzionare. Le aziende che assumono nonostante la crisi.
Il più grande esperimento del mondo di settimana lavorativa da 4 giorni
di Riccardo Luna
08 Giugno 2022

Da oggi su Italian Tech, in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti, pubblichiamo tutte le offerte di lavoro delle startup italiane aggiornate in tempo reale. Mentre vi scrivo sono più di mille. Mille posti di lavoro qualificati, ben pagati, in realtà giovani e dinamiche che stanno crescendo. Non fattorini per portare la cena a domicilio, insomma; o magazzinieri per movimentare i pacchi dei nostri acquisti online. Per un giovane che abbia finito gli studi, quelle offerte di lavoro sono la situazione ideale.
Lo smart working e la guerra
di Riccardo Luna
24 Marzo 2022

Tra le professioni più richieste ci sono ovviamente gli sviluppatori di software, gli esperti di marketing digitale, ma nel database ci sono anche contabili, venditori e addetti alla comunicazione. Il ventaglio è ampio. Per alcuni posti è necessario stare in sede, per altri è richiesto di trasferirsi all'estero, dove la startup sta cercando di aprire nuovi mercati; per altri ancora è possibile lavorare da casa o da dove si vuole, secondo quella interpretazione estensiva dello smart working che prende il nome di remote working, lavoro a distanza. Più di mille posti di lavoro dall'ancora piccolo ecosistema startup nostrano sono tanti. Dimostrano che nonostante le difficoltà nel trovare capitali, in Italia stanno crescendo aziende solide. E indicano chiaramente una strada ad un giovane in cerca di un impiego: il principale problema non è la mancanza di lavoro, spesso è la mancanza di competenze adeguate. Ma per acquisirle basta studiare nei corsi giusti. Per questo abbiamo lanciato i master della Italian Tech Academy.

 

 
 
 

14 giugno 2022, 4

Post n°3237 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo


Dirlo in dialetto anche alla nonna

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Le schede dei cinque referendumo su cui si è votato domenica. Nessuno ha raggiunto il quorum

Le schede dei cinque referendum su cui si è votato domenica. Nessuno ha raggiunto il quorum

Ha ragione Luigi Manconi quando dice che se fra i referendum ci fosse stato anche quello sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis il quorum ai referendum si sarebbe probabilmente raggiunto. Ma la Corte costituzionale ha bocciato quel quesito, inammissibile perché mal posto. Ricordo bene l'ironia che si è scatenata sull'incapacità lessicale dei promotori: non ci sono più i radicali di una volta, i nuovi non sanno neppure scrivere in italiano.

Ora: non sarà stato solo per questo, e certo da un punto di vista giuridico le domande sui temi di giustizia erano ben poste, tuttavia io non conosco nessuno - neppure tra persone molto ben informate per indole o per mestiere - che alla vigilia del voto abbia saputo spiegare a un vicino, a un amico, a un parente o conoscente di che cosa si trattasse. Certo l'ignoranza non scusa, per restare al linguaggio della legge, la responsabilità di chi non sa resta sua. Certo la campagna politica è stata flebile e quella mediatica impercettibile. E poi faceva caldo, si poteva andare al mare - per fare il verso a quell'antico invito.

Penso però che quando qualcosa tocca la sensibilità diffusa, se riguarda un tema che le persone riconoscono non c'è giro di parole che lo possa occultare. Si capisce sempre, qualcosa che davvero ci riguarda. La distanza tra il linguaggio della burocrazia e quello della strada è un falso ostacolo, se l'oggetto della domanda si può tradurre e riferire in dialetto anche alla nonna. L'uso dei referendum è uno strumento a doppio taglio. Abusarne, farne cartaccia è un rischio grande. Più di tutto, lo depotenzia non rispettarne gli esiti. Sull'acqua pubblica, per esempio, sappiamo come andò: nulla è mai successo.

 

 
 
 

14 giugno 2022, 3

Post n°3236 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo


Le parole giuste
di Gabriele Romagnoli
Le parole giuste
13 Giugno 2022 alle 00:01
1 minuti di lettura

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La prima cosa bella di lunedì 13 giugno 2022 sono le parole giuste e quelli che si dannano per trovarle: una forma di rispetto per sé stessi, per la lingua parlata o scritta, ma non soltanto. Nel libro di Tove Jansson Il campo di pietra il vecchio giornalista dice al suo direttore: "Parole, milioni di parole che ho scritto per il tuo giornale, capisci cosa vuol dire aver scritto milioni di parole e non poter mai essere sicuri di aver scelto quelle giuste? E così si diventa silenziosi, sempre più silenziosi". Vuol dire bloccarsi al bivio tra una ripetizione e l'uso di un sinonimo, con la sensazione che solo la prima scelta sia efficace, ma possa irritare. Cercarla allora, quell'altra parola, ma dentro di sé, non con "Google-sinonimi", perché riesca naturale quanto la prima. Sapere che non ci saranno più reti: né editor, né correttori di bozze, nessuno che dia un'ultima occhiata. Senza filtri. Non confondere velocità con sciatteria (non sono sinonimi). Sentire una ferita rendendosi conto, più tardi, che si poteva usare una parola migliore. E smettere di rileggersi. Milioni di parole per diventare silenziosi. Tacere se non si hanno parole necessarie, utili a qualcosa o qualcuno. Portare rispetto al lettore, il più cortese tra gli estranei.

 

 
 
 

14 giugno 2022, 2

Post n°3235 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo


Dancin' men
di Gabriele Romagnoli
Dancin' men
14 Giugno 2022 alle 00:01
1 minuti di lettura

La prima cosa bella di martedì 14 giugno 2022 sono gli uomini che ballano da soli, quando nessuno li vede, persone serie travolte da un improvviso desiderio di assecondare la vita. E' un impulso che non ha spiegazione logica. Li vedi rigidi ai concerti, in discoteca non li vedi proprio, hanno bisogno del loro spazio e tempo e neppure loro sanno quando accadrà. Tornano da una lezione di filosofia del diritto, dalla chiusura del giornale di cui sono direttori, dal tribunale. Appendono la giacca. Esitano. Li ha fregati Norman Mailer con I duri non ballano, ma ha scritto anche altre cose sbagliate. Balla perfino Salvini, ma si pesta i piedi da solo. Gli altri invece rivelano inattesa eleganza, infantile allegria, sincronia con tutti i possibili tempi. Certo, c'è bisogno della musica giusta, perché questi di solito ascoltano Keith Jarrett o Leonard Cohen. Ma questa è la seconda sorpresa: non aspettatevi Let's dance di David Bowie o Satisfaction dei Rolling Stones. Quando si scravattano lo fanno in ogni possibile senso. Esiste una playlist per duri che ballano. Se la passano. Nell'olimpo di hit parade: al numero 3 Don't let me be misundesrtood dei Santa Esmeralda, al numero 2 Una vita in vacanza dello Stato Sociale e al numero 1 Get Lucky dei Daft Punk. State fermi, se ci riuscite.

 

 
 
 

14 giugno 2022

Post n°3234 pubblicato il 14 Giugno 2022 da donmichelangelotondo

(Leggo)

«egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» Mt 5,43-48.

Gesù dice le cose come se fossero le più naturali al mondo. Gli uomini di fede amano, è risaputo. Ma, in fondo, chi amiamo? Persone che ci stanno simpatiche, che la pensano come noi, che appartengono al nostro gruppo, che ci piacciono. In fondo amiamo coloro che ci amano, restituiamo un sentimento, magnifico! Esattamente come fanno tutti, anche coloro che non credono. Gesù è tagliente e destabilizzante mentre parla: cosa facciamo di straordinario se amiamo chi ci ama? Cosa c'è di eroico nel voler bene a chi se lo merita? Gesù ribalta la prospettiva: il discepolo è chiamato ad amare ogni uomo, nemico o amico.

(Prego)

Padre santo, custodiscili nel tuo nome,
perché siano, come noi, una cosa sola. (Gv 17,11)

(Agisco)

Coltivare la mitezza senza perdere il gusto della verità.

 

 
 
 

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