Creato da donmichelangelotondo il 27/10/2013
proporre buoni e belli pensieri
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Messaggi del 16/06/2022
Post n°3260 pubblicato il 16 Giugno 2022 da donmichelangelotondo
LE ASSAGGIATRICI Questo libro, vincitore del Premio Campiello 2018, narra attraverso l'esperienza di Rosa Sauer, la vita, i timori, le impressioni delle donne "arruolate" come assaggiatrici di Adolf Hitler nella caserma di Krausendorf. Un ruolo a lungo dimenticato dalla storia e a cui le prescelte non potevano opporre alcun rifiuto. La Postorino si è ispirata alla vera vita di Margot Wolk, un'assaggiatrice del Führer che da paranoico qual era aveva paura di essere avvelenato, da qui la necessità di avere qualcuno che assaggiasse il suo cibo. Nello scorrere delle pagine ci si immedesima completamente con la protagonista arrivando a condividerne le emozioni, le paure, le perplessità e i tanti interrogativi. Rosa ed altre 9 donne saranno reclutate forzatamente e vivranno sulla loro pelle uno tra i tanti orrori che il nazismo ha saputo perpetrare, in questo caso, rischiare ad ogni pasto la propria vita. Ecco quindi che con il passare dei mesi tra le donne si creeranno dei rapporti di amicizia, per cui la "straniera di Berlino" (soprannome che le donne le avevano dato) si sentirà un po' meno sola e un po' più supportata. All'amicizia si accosterà anche un altro sentimento, un amore per il cinico e spietato comandante, Albert Ziegler. Rosa può apparire a tratti ambigua: appartiene ad una famiglia che disapprova esplicitamente il regime nazista e Hitler, m eppure si ritroverà a lavorare per lui e per fame mangerà voracemente tutto ciò che le viene messo nel piatto; innamorata di suo marito Greg, partito per il fronte russo per combattere si abbandonerà alla storia d'amore con il comandante. Ma Rosa più che ambigua dimostra tutta la fragile e destabilizzante forza di una donna che cerca di andare avanti nonostante i dolori e le paure che si porta dentro. Rosa si domanda : «perché, da tempo, mi trovavo in posti in cui non volevo stare, e accondiscendevo, e non mi ribellavo, e continuavo a sopravvivere ogni volta che qualcuno mi veniva portato via? La capacità di adattamento è la maggiore risorsa dell'essere umano, ma più mi adattavo e meno mi sentivo umana.» Rassegnazione e sopravvivenza, sono nominate più volte lungo le pagine ed è proprio in queste sue parole che si nasconde una vita emotivamente e indiscutibilmente provata.
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Post n°3259 pubblicato il 16 Giugno 2022 da donmichelangelotondo
Nibali per sempre Lo scorso 11 maggio nella tappa del Giro d'Italia n°5, la frazione per velocisti da Catania a Messina, la vittoria era andata a Arnaud Demare, il francese della FDJ. La tappa verrà ricordata soprattutto per le dichiarazioni a fine gara rilasciate da Vincenzo Nibali ai microfoni del Processo alla Tappa, nelle quali ha esternato, in lacrime, le sue impressioni e le sue emozioni riguardo la scelta di lasciare il ciclismo agonistico a fine stagione :«Aspettavo questa tappa da qualche anno. Proprio nella terra dove sono nato e ho iniziato a pedalare volevo annunciare che questo sarà il mio ultimo Giro d'Italia e che probabilmente mi ritirerò a fine anno. Ho raccolto davvero tantissimo nella mia carriera, ho cercato di fare il meglio fino ad ora. Sono emozionato, qui è iniziata la mia storia, con le prime corse in Sicilia, che poi ho lasciato a 15 anni. Ho dato tantissimo al ciclismo e forse è arrivato il momento di poter restituire un po' quello che ho sottratto alla famiglia, agli amici, a tutto quello che ho sacrificato per le due ruote» (Fonte RAI). Nello sport i numeri contano e hanno un peso specifico: Nibali fa parte del ristretto club di coloro che hanno vinto i tre Grandi Giri; ha vinto il Giro di Lombardia per due volte e una Milano Sanremo. Il più grande rammarico è senza dubbio la caduta di Rio, ai Giochi Olimpici, quando era solo al comando, impresa che gli avrebbe attribuito l'immortalità olimpica. Nell'immaginario comune lo Squalo dello Stretto occupa il posto di coloro che hanno fatto grande le due ruote in azzurro come Coppi, Bartali, Gimondi e Pantani. Un campione umile e mai arrendevole, capace di colpi da campione, da "uomo solo al comando", per citare la celeberrima frase di Mario Ferretti. Anche nelle sconfitte ha saputo essere esemplare, non colpevolizzando mai nessuno e prendendosi le proprie responsabilità, riuscendo sempre a risalire sul sellino della sua bici per riscattarsi. Forte in discesa, temibile in salita, Nibali ha sempre ricoperto il ruolo di leader. Anche nell'ultimo Giro lo Squalo è arrivato quarto, un risultato mica male per chi ha deciso di smettere. Della straordinaria carriera di Nibali vorrei ricordare tre vittorie, tre flash, quelle nelle quali all'estro e all'imprevedibilità ha saputo associare la capacità di leggere la tappa ed essere al posto giusto, nel momento giusto. TAPPA 2 DEL TOUR DE FRANCE 2014 YORK - SHEFFIELD. Nella tappa inglese, una gara che sembra una delle Classiche del Nord, Froome e Contador vengono sorpresi dalla mini fuga di Nibali, che a meno di 3 chilometri stacca il gruppo e precede di 2" Sagan. Una prodezza che gli vale la vittoria e la maglia gialla provvisoria, un presagio per quello che sarà il risultato finale di quella edizione, una vittoria italiana alla Grande Boucle sedici anni dopo Pantani. 19^TAPPA DEL GIRO D' ITALIA 2016 PINEROLO - RISOUL Con la vittoria a Risoul Nibali inizia a ribaltare le sorti di un giro che fino a quel momento l'aveva visto un po' defilato e in grande difficoltà. Merito dell'impresa va dato anche al gran lavoro che fa il compianto Michele Scarponi durante tutto il corso della tappa. Sfrutta la caduta di Kruijswijk e inizia a rosicchiare secondi a Chaves, che stacca negli ultimi 5 km al secondo affondo. Il giorno dopo completa l'opera a Sant'Anna Vinadio strappando la maglia rosa al colombiano. MILANO SANREMO 2018. Dopo dodici anni un italiano riporta in Italia una delle classiche più affascinanti e antiche del ciclismo. Indovinate chi? Il nostro Nibali, naturalmente. A 7 km dall'arrivo compie un capolavoro simile a quello di Sheffield. Arriva da solo in Via Roma, resiste agli assalti degli avversari e festeggia in lacrime una vittoria leggendaria.
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Post n°3258 pubblicato il 16 Giugno 2022 da donmichelangelotondo
Facebook Fino a qualche anno fa, la banda larga era la nostra terra promessa e il digital divide, il divario digitale fra chi è connesso e chi no, ci appariva come il primo problema del Paese. Oggi i problemi principali sembrano molto più complessi anche perché portare Internet ad alta velocità in tutta Italia è diventato un obiettivo improvvisamente raggiungibile. Un po' dipende dai fondi del Pnrr e un po' dal fatto che i rapporti fra TIM e Open Fiber, dopo una rivalità distruttiva, sono entrati in una fase di collaborazione. Insomma già adesso nelle grandi città è abituale vedere persone che guardano una partita in diretta sul telefonino; entro il 2025 potremo farlo anche nelle località balneari o nei tantissimi minuscoli comuni di cui è fatta l'Italia. L'unico ostacolo sulla strada dell'Italia digitale pare essere la mancanza di manodopera. Qualche giorno fa l'amministratore delegato di Open Fiber ha annunciato oltre 1000 assunzioni di operai per i cantieri, ma ha aggiunto che non ci sono. Nonostante la disoccupazione in Italia sia sempre a livelli record rispetto all'Europa e agli Stati Uniti, Open Fiber fatica a trovare 1000 operai da assumere. E per questo sta valutando due contromosse: la prima, includere la qualifica di operaio di telecomunicazioni nel decreto flussi che regola l'immigrazione; la seconda, rivolgersi ai detenuti. Questa cosa ha incuriosito tutti quelli che non sanno che ormai da moltissimi anni in diverse carceri è in corso un progetto di Cisco per formare i detenuti all'informatica. Di fatto sono corsi che consentono alla fine della pena di trovarsi un lavoro. Ed è uno dei progetti di alfabetizzazione più belli del nostro paese: parte dal concetto che lo scopo della detenzione non si esaurisca nella pena, ma debba prevedere la crescita e il reinserimento di chi ha sbagliato. In assenza di iniziative analoghe, l'esperienza del carcere diventa soltanto la prima di una lunga serie. Per questo l'idea di Open Fiber va sostenuta.
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Post n°3257 pubblicato il 16 Giugno 2022 da donmichelangelotondo
Facebook Cristian Romaniello, esponente di Europa Verde, promotore della mozione Cristian Romaniello, esponente di Europa Verde, promotore della mozione Cristian Romaniello, esponente di Europa Verde, promotore della mozione E' stata approvata ieri alla Camera una mozione che impegna il governo a adottare un Piano nazionale di prevenzione del suicidio. L'ha presentata Cristian Romaniello, 33 anni, psicologo, esponente di Europa Verde. Ho cercato i materiali, sinceramente incuriosita dalla possibilità che si possa con successo prevenire il suicidio: una scelta, come sa chi almeno una volta ci ha pensato, che fa il nido nella testa in cui si insedia, cresce in silenzio e diventa un gesto, quando accade, tra i più personali e meno condivisi. Ben di rado agli annunci corrisponde l'azione, difatti. Anzi, gli annunci assolvono di solito ad altri scopi: più sociali, diciamo così, di relazione. Non sempre, ma spesso. Gli ultimi dati indicati dalla relazione risalgono al 2019, prima della pandemia che come ormai sappiamo ha provocato una crescita formidabile di episodi di autolesionismo. Sono dunque dati per difetto. Si parla di quattromila suicidi all'anno, tra le prime cause di morte per i giovani tra 15 e 29 anni. Le categorie più esposte, tra gli adulti, sono in quest'ordine: gli imprenditori, le donne vittime di violenza, le persone LGBTIQ ("portatrici di fattore di discriminazione"), gli esponenti di forze armate e corpi di polizia, i reclusi nelle carceri. La mozione indica una serie di cose da fare, prima di tutte un osservatorio nazionale che oggi non esiste. Poi supporto, centri di assistenza e numeri telefonici, formazione. Non so se un suicida possa chiamare un numero verde, me lo domando. Alle soglie del gesto la sofferenza interna è tale per cui la morte appare un sollievo. Ma può darsi. Quel che colpisce è l'elenco delle categorie. Lo leggo e lo rileggo: c'è un pezzo di storia d'Italia, lì dentro.
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Post n°3256 pubblicato il 16 Giugno 2022 da donmichelangelotondo
(Leggo)
(Prego) (Agisco)
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Inviato da: cassetta2
il 19/05/2024 alle 19:54
Inviato da: Marilena63
il 11/03/2024 alle 21:58
Inviato da: donmichelangelotondo
il 30/08/2023 alle 19:16
Inviato da: nilsia
il 30/08/2023 alle 19:02
Inviato da: blaskina88
il 30/08/2023 alle 07:31