Post n°1504 pubblicato il
02 Novembre 2019 da
donmichelangelotondo
Giovanni 6,37-40
Ogni creatura nasce, viene al mondo, vive e poi muore. Immerso in questo oceano di vita e dunque di morte, l'essere umano vive però l'evento della morte non solo nella fatica che accompagna il mestiere di vivere, ma anche come la somma ingiustizia. Morire è doloroso e dentro di noi la memoria mortis può generare smarrimento, dubbi, rivolta. Ed è proprio l'amore che viviamo a rendere difficile questo trapasso, questo esodo, e di conseguenza l'abbandono di quanti amiamo e ci amano. Di fronte a questa domanda la fede cristiana ci può fornire non una certezza, ma una convinzione: l'amore tende alla vita eterna.
Per quanti credono in Gesù Cristo, il quale è morto ed è stato sepolto - come si ripete nel Credo -, il morire è un cammino con lui, che ci precede nella morte e nella sepoltura. Ma essendo risorto, ci precede anche e ci attende con le braccia spalancate, per portarci con sé per sempre nella vita eterna: "Io lo risusciterò nell'ultimo giorno" (v. 40).
Inviato da: cassetta2
il 19/05/2024 alle 19:54
Inviato da: Marilena63
il 11/03/2024 alle 21:58
Inviato da: donmichelangelotondo
il 30/08/2023 alle 19:16
Inviato da: nilsia
il 30/08/2023 alle 19:02
Inviato da: blaskina88
il 30/08/2023 alle 07:31