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Messaggi del 04/05/2022

4 maggio 2022, 5

Post n°3046 pubblicato il 04 Maggio 2022 da donmichelangelotondo

Segreti di Famiglia
Di
Miky Di Corato -
4 Maggio 2022
"La notte dei Cucibocca" edito inizialmente con il titolo "Il segreto di Nina", è un romanzo scritto a quattro mani da Gaetana Di Stasi e Rita Poggioli. L'opera ha ricevuto un importante riconoscimento, il secondo posto al premio letterario nazionale di Aqui Terme con la seguente motivazione: "per aver raccontato le vicissitudini di una famiglia attraverso le generazioni e il richiamo alle tradizioni e alle radici territoriali." Proprio all'autrice e protagonista Gaetana abbiamo chiesto di parlarcene.

Perché il titolo del romanzo ha subito una modifica?

I due titoli: "Il segreto di Nina" e "La notte dei Cucibocca", fin dall'inizio della stesura del romanzo erano nella mente delle due autrici. Il primo poichè trattasi appunto del segreto custodito per anni nel cuore della protagonista e autrice Gaetana Di Stasi detta Nina. Il secondo poichè tutto ebbe inizio nella notte del 5 Gennaio, quella che precede l'Epifania, la notte dei Cucibocca. A giugno 2021 il romanzo viene inviato col titolo provvisorio " Il segreto di Nina" al prestigioso Concorso Letterario Nazionale di Acqui Terme, dove si classificherà al secondo posto nella sezione inedito, romanzo familiare, con la seguente motivazione: "per aver raccontato le vicissitudini di una famiglia attraverso le generazioni e il richiamo alle tradizioni e alle radici territoriali". A novembre dello stesso anno, in accordo con la casa editrice Letteratura Alternativa Edizioni di Asti, che lo pubblicherà, si sceglierà il titolo "La notte dei Cucibocca" in quanto più intrigante e legato alle arcaiche tradizioni lucane.

Cosa si intende, esattamente, per " la notte dei Cucibocca"?

La notte dei Cucibocca è una leggenda contadina lucana, precisamente di Montescaglioso in provincia di Matera; dove nella notte che precede l'Epifania strani e inquietanti personaggi, ovvero le anime del purgatorio, si aggiravano tra le strade del paese con il volto nascosto da una folta e lunga barba bianca o grigia, avvolti in mantelli scuri e con in testa un cappellaccio di paglia o di canapa. Legata ad un piede trascinavano una catena che batteva sul selciato ed in mano reggevano un canestro, una lucerna e un lungo ago da calzolaio con il quale minacciavano i più piccoli di cucire la bocca di chi non era in grado di mantenere un segreto. Poi il corteo di quegli strani esseri che sfilava nella notte scompariva nel buio. Le persone si chiudevano in casa e lasciavano sul tavolo cibo e acqua per ben disporre chi li avrebbe trovati. I bambini spaventati andavano a letto presto permettendo così alla Befana di riempire le calze con dolci e regali.

Il salto generazionale da nonna a nipote può rappresentare un'anacronistica visione dell'Amore?

L'amore è l'unica eredità di cui disponiamo, lo lessi in un libro del quale non ricordo il titolo e trovo questa frase a me assai vicina in quanto penso di essere la persona che sono grazie appunto all'amore smisurato che mi è stato trasmesso dalle meravigliose donne e da mio padre, che hanno segnato la mia vita. Certo i tempi sono cambiati e fanno sì che talune cose, raccontate nella storia, siano di difficile realizzazione e mi riferisco all'adozione.

Quanto i segreti influenzano le dinamiche familiari?

Penso che i segreti possano rafforzare dei legami ma nello stesso tempo far cambiare il corso degli eventi. Trovo giusto e doveroso raccontare sempre la verità, soprattutto ai bambini, come fece mia nonna con noi!

Progetti futuri?

La scrittura per me è stata una piacevole sorpresa. Questo lavoro si è potuto realizzare per l'empatia creatasi con la scrittrice dell'Isola d'Elba, Rita Poggioli, conosciuta proprio grazie ad un libro, sul giovane anarchico lucano Giovanni Passannante, che osò attentare alla vita di re Umberto I e per questo ne pagò le conseguenze per tutta la vita e anche dopo. Tra me e Rita è avvenuta la magia di riuscire a fondere le due penne e proprio l'amore per la mia storia chiusa in un cassetto è come se l'avesse fatta entrare a far parte della mia famiglia. Desidero "da grande" continuare a raccontare storie che altrimenti rimarrebbero nascoste.

 

 
 
 

4 maggio 2022, 4

Post n°3045 pubblicato il 04 Maggio 2022 da donmichelangelotondo

Il Segneri e le sue sbalorditive profezie...
Di
Salvatore Memeo -
4 Maggio 2022
(Il suicidio degli dei)

Rimangono accesi i tanti turiboli, per elevare letizie al Signore, con gli altari addobbati di fiori in una primavera incerta, di speranze e d'esultanza. E piange il cielo sulle lande dismesse, dove la mano del villano, mozzata dal burbero inquieto, non ha pugno per stringere il seme e dar novelle messi, alla fame. S'ostina, il ripetuto rintocco delle campane, nel richiamare invano, l'indifferente volgo disperso, alla preghiera.

Tra i timidi raggi di sole, incerto appare, un labaro bianco, per confermare la resa dell'odio, verso l'amore e la tolleranza. Mentre piove sulla gleba, dove manca il seme a rafforzarla, di tuberi per la vita.

Si attende che un filo d'adolescente, innocente "coscienza" s'insinui nei cuori degli adulti e che dia radicamento sensato a costruir la pace duratura. Con essa si risvegli la brama, scrollandosi di dosso: ostruzionismi e sabotaggi nell'osteggiar la fratellanza e il sodalizio mondiale.

Si sciolgano gli antichi menhir che han "seviziato", in confini, la Terra di Dio, dove l'uomo ha reso l'abuso, sua priorità assoluta. Giammai confutar le leggi promulgate dall'uomo sull'uomo, nel rispetto di quelle di Dio e dell'uomo medesimo, Sua creatura.

Nulla ci resta, con le mani piene, da prendere; assai ci rimane, nel dare all'altro, i beni superflui: sono solo "zavorra", per un incedere meno affannoso. Non siamo noi i padroni della Terra, né del tempo e né della vita, ma solo conduttori del nostro animo a ché resti benevole e non affannosamente caustico.

La Terra è sazia di urne e di sepolcri, con anime smarrite che non trovano ristoro. E ancor non si focheggia alcuna conclusione, per rimandare al buon senso rimasto, l'ultimo approdo di fermezza, alla ragione.

"Andare per iterati diluvi", dice il Segneri, "si sommergono le opere dell'uomo e le ricordanze più belle". Il ché mettere a soqquadro la poesia del Creato non divenga una cinica bramosia di ribellione verso Dio e di noi stessi, solo per la snaturata smania di vederne il risultato finale, l'apocalisse.

Dopo la catastrofe il nulla? Nemmeno la Storia a rimembrar le pazze, dannose bizzarrie dell'uomo? Nessuna pietra miliare, geroglifico, logogramma per quel che è stato? Ma a cosa ne sarà... nessuno potrà porre domande lecite, dacché le risposte sono "scritte" nelle nostre stesse azioni e mai più nessuno rimarrà per leggerle.

Il Segneri ci colloca i suoi quesiti: - O noi poniamo che per tali diluvi, replicati ogni volta che le stelle concorsero in un tal posto determinato, venissero a perir sempre tutti i viventi, o che ne campasse qualcuno. Se qualcuno camponne, come dunque non lasciò egli a' suoi posteri questo sì grande avviso del mondo naufrago; in quella guisa che chi campò per sorte fortunatissima, nella rotta di qualche famoso esercito fatto in pezzi, ne reca ad altri la funesta novella ed ama di comparir tanto più felice nella comune infelicità, quanto fu più solo? Se poi si ponga che tutti i viventi vi rimanessero morti, chi dunque tornò a generarli di nuovo? Chi gli allattò? Chi gli allevò? Chi provideli del necessario ristoro su quei primi anni? Chi insegnò loro il ben vivere, noto a niuno, se non lo apprende?". Struggente e assai veridico questo passo, preso dallo scritto "L'incredulo senza scusa" di Paolo Segneri.

Poniamoci tutti qualche quesito: - Basteranno duecento o mille anni, alla Terra, per digerire le nostre malefatte? Riaccoglierà nel suo grembo, per rifarsi violentare, il genere umano? E chi aprirà il libro del nuovo inizio... di chi mancherà all'appello?

La letteratura va letta e riletta, come in particolare la poesia che, in termini metaforici, nulla tralascia delle tante verità, da cui essa trae succo e saggezza.

 

 
 
 

4 maggio 2022, 3

Post n°3044 pubblicato il 04 Maggio 2022 da donmichelangelotondo


Il romantico sito che manda cartoline gratis
di Riccardo Luna
Il romantico sito che manda cartoline gratis
03 Maggio 2022 alle 12:40
1 minuti di lettura

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Non so se davvero un giorno dovremo spiegare che per un anno siamo andati in giro con il green pass (penso piuttosto che dopo il successo di questo esperimento strumenti analoghi diventeranno sempre più diffusi). So invece che faccio fatica a spiegare ai miei figli che un tempo ci mandavamo le cartoline. Andavamo in vacanza e compravamo pacchi di cartoline per mandare saluti e baci ad amici e parenti. Sono scomparse con gli smartphone, le cartoline.

Sono diventate le foto che scattiamo quando vogliamo e che condividiamo subito in chat e sui social. Qualche giorno fa però le ho riscoperte. C'è un bel sito (inkii.com) che si offre di mandare cartoline per te. Gratis. E non cartoline qualunque, paesaggi e vedute dell'albergo Miramonti di chissà quale località. No, cartoline d'autore. Ogni mese c'è l'opera di un giovane artista, tu scrivi il testo che vuoi che compaia sul retro e la cartolina parte.

E' un'idea romantica mandare ancora oggi una cartolina: vuol dire al tempo stesso rinunciare all'istantaneità di un messaggio su Whatsapp ma anche alle sua volatilità: la cartolina è un oggetto fisico, che dura, la puoi conservare. Non so come andrà questo sito: sicuramente può essere uno strumento utile per artisti che si vogliano promuovere e per musei che si vogliano far conoscere. Io intanto ho mandato la prima cartolina, alla mia mamma, ma poi mi sono fermato. Mi sono accorto di non ricordare più gli indirizzi dei miei amici: un tempo erano tutti segnati su agendine di carta che portavamo con noi ma adesso gli smartphone fanno tutto: archiviano i numeri di telefono, che quindi non ricordiamo più; e ci portano a destinazione con le mappe senza bisogno di archiviare un indirizzo. Gli smartphone non cambiano soltanto il nostro modo di pensare, ma anche la nostra memoria, le cose che ci dobbiamo ricordare. Vorrei ricevere una cartolina con gli indirizzi dei miei amici più cari.

 

 
 
 

4 maggio 2022, 2

Post n°3043 pubblicato il 04 Maggio 2022 da donmichelangelotondo


Come passi sulla neve

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La poetessa Biancamaria Frabotta è morta a Roma il 2 maggio, aveva 76 anni

La poetessa Biancamaria Frabotta è morta a Roma il 2 maggio, aveva 76 anni

Nel suo ultimo post Biancamaria Frabotta parla di "Nessuno veda nessuno": "Sto correggendo le bozze. Sono emozionata. E' il mio ultimo libro, credo...". Una delle epigrafi recita: "Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano ma sono ovunque noi siamo". Nel post subito precedente, il giorno prima, scriveva: "Spera che chi legge le resti accanto, fra gli elettrodi e l'ossigeno. Perché chi legge davvero non abbandona. E lei oggi ha degli urgenti impegni con la vita".

Quando muore un poeta andiamo a cercare le sue ultime parole, come se dovessimo trovare lì il senso. Una profezia, la visione, la parola che retroillumina. Lo sguardo più largo, più alto che ha chi vede oltre quello che tutti vediamo. Chi legge non abbandona chi muore, chi muore - amato - resta dove noi viviamo. Questo, nelle sue ultime parole. Ma c'è la vita intera, prima: ci sono gesti, scelte, relazioni, le strade prese e quelle perse. Nessun biografo le conosce tutte, nessuno custodisce intero il segreto. Frabotta, quando l'ho conosciuta in età più che adulta, era una donna severa e capiente, scarna e intransigente, generosa con giudizio.

Parlammo a lungo di una certa autrice, lei non ne aveva grande stima ma la incuriosiva il suo successo: più che altro le interessava capire questo, le ragioni degli altri. Mi disse che comunque non conviene mai scendere a patti, con le ragioni degli altri: meglio ascoltare senza lasciarsi dirottare. Non so se capii subito. Non so neppure se avessi chiara la rotta, allora. Dev'essere questo che infragilisce, quando ci si fa suggestionare: non sapere la nostra strada qual è. La strada di Biancamaria Frabotta, a guardarla ora come passi sulla neve, è nitida. Lei lo sapeva.

 

 
 
 

4 maggio 2022

Post n°3042 pubblicato il 04 Maggio 2022 da donmichelangelotondo

(Leggo)
«Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo» Gv 6,35-40.

Gesù ha rinunciato completamente alla sua? No: soltanto, egli si nutre della volontà di suo Padre. Non c'è niente di meglio per lui - e per noi. Fare la volontà di Dio non restringe la nostra libertà ma la alimenta.

(Prego)
O Padre misericordioso, che sazi col pane della vita eterna coloro che attrai per affidarli al Cristo; rendici degni di vedere il tuo Figlio perché, credendo in lui, abbiamo parte alla risurrezione finale.

(Agisco)
Il bisogno naturale del cibo, mi riporti al desiderio di nutrirmi continuamente di Gesù.

 

 
 
 

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