il profumo che ho

Dire, dire, bisogna dire


Ho voluto creare un blog sul quale scrivere, e l'ho realizzato, e la motivazione riguarda il mio narcisismo probabilmente, perchè scrivere implica quella eventualità di sapersi mettersi a nudo sino in fondo, e a me piace far emergere  la parte di me che elabora idee e pensieri per sistemarli poi su queste pagine.Sono fornita di un cervello, e questo mi rende adatta a dire la mia, di che se ne voglia dire o pensare. Ricevo quotidianamente lusinghiere considerazioni  a tal proposito, e  debbo ammettere che ne sono lusingata più del modo nel quale mi si consideri come colei che ispira le fantasie erotiche di un uomo. Su questa ultima cosa avrei molto da dire, o meglio penso che sia giunto il momento di farlo. Non sono qui per conquistare o frequentare o andare a letto o a sedurre nessuno. Il fatto che io abbia optato nella scelta della foto che ho inserito nell'avatar del profilo non indica nulla di quanto alcune menti abbiano elaborato e considerato, perchè, ripeto, non sono disponibile in tal senso. So soltanto che giocare implica  l'uso di ironia, e se questa è assente tutto crolla, e assume carattere incongruente, e addirittura discorde alla natura  della cosa. Se non si è in grado di reggerne le conseguenze è bene non addentrarsi nemmeno, e lasciar perdere, e mi rivolto a coloro che dell'ironia non ne conoscono nemmeno il principio.Io scrivo, probabilmente a vanvera, ma pur sempre nel rispetto della mie idee, e in quello degli altri. E poco c'entra quanto è sistemato nel profilo, perchè il mio cervello non modifica le sue peculiarità se sono grassa, in carne, morbida che dir si voglia solo per via di una foto raccattata in rete. Io rimango sempre e comunque me, a prescindere da qualunque vistosa o meno immagine  io proponga o possa proporre come modo ironico di rappresentare la mia fisicità. Io  sono tanta, e non lo nego, direi che ne ho fatto il porta bandiera dei miei post, a parte il penultimo, figuriamoci che ritratto sulla verità. E mi sembra evidente, e chiaro che sono una donna con le sopra indicate caratteristiche, e ho sempre detto apertamente che la tizia della foto mi rappresenta soltanto e che non sono io, e non lei. Ora, che a qualcuno sorga  l'ideuzza balenante di accusarmi di essere fasulla o chissà altro, posso soltanto dire che la cosa la rimando al mittente, come rimando le accuse di non essere affabile se non accetto l'amicizia o le proposte di individui, che già di primo acchito ritengo non leali, ma solo subdoli con lo scopo di usare il loro tempo in maniera meschina e del tutto inappropriato, come del resto è già accaduto. Io disdegno costoro. Preferisco di gran lunga una persona, che dice apertamente di prendere atto del rifiuto a una, che dopo avermi conclamata il suo idillio (non è credibile costui) mi considera da buttare per non averlo accettato.Per mettere fine alla insostenibile sequela di considerazioni inutili e fuorvianti, ho ritenuto approfondire il concetto: la tizia della foto non sono io, ma ripeto sono similissima a lei, e ora andiamo avanti in totale libertà di dire quello che si ha dire, e soprattutto con il sorriso.