L'Arte delle donne

Libro da nn perdere


Si crede Picasso(mondadori 2010)Dopo Lo potevo fare anch’io e Dopotutto non è brutto - e in attesa di Dal Partenone al panettone - Bonami ci riprova. E la freccia che scocca sul mondo dell’arte va ancora a segno... Nell’approcciarsi al contemporaneo, Bonami non rinnega gli strumenti interpretativi classici che, dal Vasari in giù, sono stati usati dagli storici dell’arte. Ma al metodo storico–filologico affianca una scrittura scanzonata, irriverente, avvincente, con la quale guida il lettore attraverso la comprensione sensoriale, nonché emotiva e intellettiva, dell’opera. Scopriamo allora che esistono artisti veri e artisti falsi, artisti buoni e artisti cattivi, sia tra i primi che tra i secondi, e per imparare a conoscerli è sufficiente avvicinarsi all’opera e a chi l’ha prodotta, senza preconcetti o influenze modaiole. Impariamo che c’è chi artista nasce e chi artista lo diventa, chi lo è suo malgrado e chi vuole esserlo malgrado tutto, chi lo è per un certo periodo e chi lo è per tutta la vita.Certo, fa sorridere leggere che Jackson Pollock si sarebbe scolato una bottiglia di whisky se avesse saputo le quotazioni che avrebbero raggiunto i suoi quadri, e che Emilio Vedova, "l’intoccabile” veneziano, se fosse vissuto ai tempi di Tintoretto si sarebbe chiamato "Spatascetto”. Ma siamo tutti ragionevolmente d’accordo sul fatto che l’energia espressiva che scaturisce dalle loro opere è paragonabile a una creativa eiaculazione di colore e, parimenti, che la forza delle opere di Frida Kahlo e di Louise Bourgeois è direttamente proporzionale al difficile rapporto che le artiste ebbero con l’universo maschile, che è come dire inversamente proporzionale alla fragilità dei loro corpi.Come non riconoscere al mistero pacato e un po’ opaco emanante dai quadri di Giorgio Morandi un legame ancestrale con l’universo casalingo costituito dal tinello della sua casa e da una vita trascorsa in compagnia delle tre sorelle zitelle? Come non ammettere che l’interesse di Burri per la materia ha a che vedere con i suoi studi di medicina? Molto calzante è l’immagine di Doug Aitken, il bell’artista californiano che "surfa” con la videoarte, simbolo ed erede del massiccio investimento che la generazione dei suoi genitori ha fatto nelle azioni della libertà.Nell’arte ci sono artisti furbi che si credono intelligenti, come Bill Viola, capace di accontentare quei collezionisti incerti se acquistare videoarte o arte rinascimentale, e artisti intelligenti, ma non si sa quanto furbi, come de Chirico, che per fare troppo l’enigmatico a un certo punto ha iniziato ad apporre date false sui suoi quadri, finendo per confondere tutti, compreso se stesso. Ci sono, infine, artisti furbi e intelligenti allo stesso tempo, e Damien Hirst ne è un esempio, il quale non si è mai venduto al dio danaro, ma che col danaro ha comprato tutto ciò che ha voluto.Bonami sostiene che ognuno è libero di fare arte (o di criticarla) come vuole, ma di esibirla impunemente nelle piazze e nei parchi di tutto il mondo, quello no. E occorrerebbe emanare una legge per evitare che l’avventato assessore di turno deturpi l’ambiente o rovini, col brutto esempio, i potenziali artisti.Naturalmente si possono non condividere certi giudizi estetici di Bonami, ma il metodo suggerito per distinguere una vera opera d’arte da una falsa è infallibile. Poiché l’arte è come il sesso: c’è chi quando lo fa gode davvero e chi finge di godere, ma posti di fronte all’arte vera di certo si prova piacere.*articolo pubblicato su ExibartFrancesco Bonami - Si crede PicassoMondadori, Milano 2010Pagg. 120, € 17ISBN 9788804600763