Giorgio se n'č andato. Ci ha lasciati. E' scomparso.Cazzate, Giorgio mi saccagnerebbe di botte se sentisse sti giri di parole.Giorgio č morto. E' morto mangiato vivo dal cancro.Non da un brutto male, da una lunga e dolorosa malattia, da una disgrazia che non perdona. No, dal cancro.Non ce l'ha fatta. Non mi aspettavo che ce la facesse.Nessuno ce la fa con un corpo devastato di metastasi, neanche se ha una mente come quella di Giorgio.L'ho salutato tempo fa con una sua canzone.Gli dico addio, oggi, con un'altra.Non trovo niente di meglio. DA CHEST PAĪS FORESTDa chest paīs forestcumņ chi tu sźs lātche il pōc al č stāt det e il plui scjafoiātche ogni omp al č bessōlognun di nō a lu ą savūte alora i bźf chest tai di vin in to salūt**Perņ a lunc al č stāt biel fā lautostoprivā lusints di contenteēa e lā via cul grope simpri a mi stupivala vita cui siei dźts sigūrsci cźmot cha cjata, a plata, a mostra, a met adun**E simpri a mi spaventachesta straēariaprin imbastī un afiet e po butālo viataiā ramaēs e sentimentssumps, utopias e il restma a č lunica vita chi vin, non podin lā a dimprest**In scjaipula par conformismocha č la leē dai plui e dai fuartsi metin las tantas e diferents formas e muartsogni dī la sō piēula pōrai si cusģn dintor una normalitātperņ il realismo al copa la realtāt**Jo no chi no noi rassegnāti ai pazienza e ironiatenereēa, rabia, mans, vōi e fantasiae ducj chescj sentimentsju buti inta realtāto jo o jź, la vita, prin o dopo a sbararą**Chest i volevi dīticumņ tu lās savūte alora i bźf chest tai di vin in to salūtchest i voi chi tu sźpisdai miei amīs il plui amātdi che cha son, e cha saran e cha son stāts****************DA QUESTO PAESE STRANIERODa questo paese straniero * ora che te ne sei andato * chč poco č stato detto e il pił soffocato * che ogni uomo č solo * ognuno di noi lha capito * e allora bevo questo bicchiere di vino alla tua salute.Perņ a lungo č stato bello * fare lautostop * arrivare luminosi di contentezza * e andarsene via col groppo * e mi ha sempre stupito* la vita con le sue dita sicure * di come trova, nasconde, mostra e mette insiemeE sempre mi spaventa questo spreco * prima imbastire un affetto e poi gettarlo via * tagliare rami e sentimenti * sogni utopie e tutto il resto * ma č lunica vita che abbiamo, non possiamo andare a prestito di unaltraIn gabbia per conformismo * che č la legge della maggioranza e dei forti * noi mettiamo le tante e diverse forme e morti * ogni giorno una piccola paura * ci cuciamo addosso una normalitą * perņ il realismo ammazza la realtąIo no che non sono rassegnato * io ho pazienza e ironia * tenerezza, rabbia, mani, occhi e fantasia * e tutti questi sentimenti * li scaravento nella realtą * uno dei due, io o la vita, prima o poi esploderąQuesto volevo dirti * adesso lhai saputo * e allora bevo questo bicchiere di vino alla tua salute * questo voglio che tu sappia * dei miei amici il pił amato * di quanti sono * saranno * e sono stati
Un addio
Giorgio se n'č andato. Ci ha lasciati. E' scomparso.Cazzate, Giorgio mi saccagnerebbe di botte se sentisse sti giri di parole.Giorgio č morto. E' morto mangiato vivo dal cancro.Non da un brutto male, da una lunga e dolorosa malattia, da una disgrazia che non perdona. No, dal cancro.Non ce l'ha fatta. Non mi aspettavo che ce la facesse.Nessuno ce la fa con un corpo devastato di metastasi, neanche se ha una mente come quella di Giorgio.L'ho salutato tempo fa con una sua canzone.Gli dico addio, oggi, con un'altra.Non trovo niente di meglio. DA CHEST PAĪS FORESTDa chest paīs forestcumņ chi tu sźs lātche il pōc al č stāt det e il plui scjafoiātche ogni omp al č bessōlognun di nō a lu ą savūte alora i bźf chest tai di vin in to salūt**Perņ a lunc al č stāt biel fā lautostoprivā lusints di contenteēa e lā via cul grope simpri a mi stupivala vita cui siei dźts sigūrsci cźmot cha cjata, a plata, a mostra, a met adun**E simpri a mi spaventachesta straēariaprin imbastī un afiet e po butālo viataiā ramaēs e sentimentssumps, utopias e il restma a č lunica vita chi vin, non podin lā a dimprest**In scjaipula par conformismocha č la leē dai plui e dai fuartsi metin las tantas e diferents formas e muartsogni dī la sō piēula pōrai si cusģn dintor una normalitātperņ il realismo al copa la realtāt**Jo no chi no noi rassegnāti ai pazienza e ironiatenereēa, rabia, mans, vōi e fantasiae ducj chescj sentimentsju buti inta realtāto jo o jź, la vita, prin o dopo a sbararą**Chest i volevi dīticumņ tu lās savūte alora i bźf chest tai di vin in to salūtchest i voi chi tu sźpisdai miei amīs il plui amātdi che cha son, e cha saran e cha son stāts****************DA QUESTO PAESE STRANIERODa questo paese straniero * ora che te ne sei andato * chč poco č stato detto e il pił soffocato * che ogni uomo č solo * ognuno di noi lha capito * e allora bevo questo bicchiere di vino alla tua salute.Perņ a lungo č stato bello * fare lautostop * arrivare luminosi di contentezza * e andarsene via col groppo * e mi ha sempre stupito* la vita con le sue dita sicure * di come trova, nasconde, mostra e mette insiemeE sempre mi spaventa questo spreco * prima imbastire un affetto e poi gettarlo via * tagliare rami e sentimenti * sogni utopie e tutto il resto * ma č lunica vita che abbiamo, non possiamo andare a prestito di unaltraIn gabbia per conformismo * che č la legge della maggioranza e dei forti * noi mettiamo le tante e diverse forme e morti * ogni giorno una piccola paura * ci cuciamo addosso una normalitą * perņ il realismo ammazza la realtąIo no che non sono rassegnato * io ho pazienza e ironia * tenerezza, rabbia, mani, occhi e fantasia * e tutti questi sentimenti * li scaravento nella realtą * uno dei due, io o la vita, prima o poi esploderąQuesto volevo dirti * adesso lhai saputo * e allora bevo questo bicchiere di vino alla tua salute * questo voglio che tu sappia * dei miei amici il pił amato * di quanti sono * saranno * e sono stati