dottormanser

Mr Gwyn


Con Baricco avevo lasciato il discorso in sospeso dopo "Seta" e "Oceano mare": il primo mi aveva deluso, il secondo lo avevo lasciato a metà. Forse, come ripeto spesso, li avevo letti in un periodo di scarsa predisposizione o forse non mi piacevano e basta, predisposizione o non predisposizione, fatto sta che avevo catalogato l'autore tra "quelli che non mi piacciono". Oggi ho terminato "Mr Gwyn" e debbo dire che l'Alessandro nazionale ha guadagnato molti punti. Il libro è surreale, interessante, piuttosto coinvolgente (per me!, parlo sempre per me...). Dopo alcuni mesi di letture così così, ecco un'impennata di stile e piacevolezza. 
 Jasper Gwyn è uno scrittore. Vive a Londra e verosimilmente è un uomo che ama la vita. Tutt'a un tratto ha voglia di smettere. Forse di smettere di scrivere, ma la sua non è la crisi che affligge gli scrittori senza ispirazione. Jasper Gwyn sembra voler cambiare prospettiva, arrivare al nocciolo di una magia. Gli fa da spalla, da complice, da assistente una ragazza che raccoglie, con rabbiosa devozione, quello che progressivamente diventa il mistero di Mr Gwyn. Alessandro Baricco entra nelle simmetrie segrete di questo mistero con il passo sicuro e sciolto di chi sa e ama i sentieri che percorre. Muove due formidabili personaggi che a metà romanzo si passano il testimone, e se a Mr Gwyn tocca mischiare le carte del mistero, la ragazza ha il compito di ricomporne la sequenza per arrivare a una ardita e luminosa evidenza.