dottormanser

CONFESSIONI DI UNA MASCHERA


"Confessioni di una maschera" di Yukio Mishima, autore morto facendo harakiri nel 1970, è uno di quei libri che non tarderò a dimenticare; l'ho comunque letto con curiosità e spirito (psico)analitico. In pratica il romanzo è l'autobiografia di Mishima, cresciuto nel Giappone pre e post seconda guerra mondiale. "Adottato" da una nonna iperprotettiva, il giovane Kochan scopre presto la natura "diversa" che lo caratterizza e che lo porta a indossare maschere nel tentativo di dissimulare il suo vero Io. La fatica che fa cercando di innamorarsi di persone del sesso opposto e di sentirsi "normale" (benchè sia conscio e probabilmente intimamente fiero della propria... stravaganza) è una fatica che poi pervade anche la lettura. Da un punto di vista storico-filologico e psicologico ci sono spunti interessanti. Nel complesso, pur partendo con buone premesse, rimane per me un libro abbastanza soporifero.Sottolineatura: "Le emozioni non hanno simpatia per l'ordine fisso: anzi, simili a particelle infinitesime nell'etere, svolazzano liberamente di qua e di là, fluttuano alla ventura, e preferiscono ondeggiare in perpetuo..."