dottormanser

DIARIO


13/6/2010 ore 24 e 45Sento un impellente bisogno di scrivere. Cerco di dormire ma non ce la faccio; i pensieri mi scoppiano in testa come fuochi d'artificio. Domattina controllerò, ma sono ormai anni che non scrivo il "mio diario". E' venuto il momento di riprenderlo, forse perché sento che sto attraversando una fase fondamentale della vita. Difficile da spiegare: certi concetti e le verità fondamentali di questa esistenza sono come fulmini nel cielo: li vedi per un attimo, li "senti", ma non li puoi catturare. Mamma mia! Mi sento un vulcano in eruzione, un cervello pronto ad andare in orbita intorno al sole, ad andare NEL sole... No, no, meglio che lasci che il sonno funga da arbitro e rimetta tutto nei ranghi. Domani ne riparliamo.Ore 13 e 31Ho controllato i vecchi diari. L'ultima pagina è datata 1 giugno 2006, sono quindi quattro anni e qualche giorno che non scrivo della mia vita. Per il resto ho scritto eccome: nel frattempo ho pubblicato "La Grande inculata" (che usciva in questo periodo del 2006), "Lo strano caso di gastrite del Sig. Bartezzaghi" (2007), "L'isola delle farfalle d'oro" (2009) e "IL quaderno rosso" (2009 ma scritto se non erro nel 2004). E poi ho scritto raccontini, articoli, post per i miei vari blog, ecc.In quell'ultima pagina datata 1 giugno 2006 avevo scritto poche parole: "Stanotte parto alla ricerca di Utopia". Non so se fossero solo un modo di dire o se quella notte partii realmente per qualche viaggio, non ricordo. Forse significavano entrambe le cose. L'ho poi trovata in questi quattro anni Utopia? Di certo da allora ne sono cambiate di cose IN ME. A parte molti difetti che ancora mi caratterizzano mi sono evoluto tanto e posso tranquillamente affermare che non sono mai stato bene come in quest'ultimo periodo, che va approssimativamente dai 30 - 31 anni a questa parte. Sta per uscire il mio ultimo libro, "Il fardello", dove forse inconsciamente ho tentato di spiegare questa metamorfosi, questa collocazione nel Mondo che mi sono trovato non senza fatica, perché tutti cercano di collocarti a modo loro, stravolgendo la tua natura per trasformarti in un automa agli ordini della società. Questo diario, ora che ci penso, potrebbe diventare un libro. Se così sarà, non voglio scrivervi banalità: quando lo aggiornerò sarà solo per "vergare" pensieri profondi o profondamente sentiti. E in questo, molto immodestamente, sono un maestro. Anzi, un Dottore!