dottormanser

IL QUADERNO ROSSO


E' il turno de Il quaderno rosso (pagine 104, 12 euro), considerato da qualcuno il mio romanzetto più riuscito e brillante. Scritto e stampato personalmente in 50 copie graffettate nel 2004 con il titolo Tony Stantuffo, ha visto il "successo" quando La Riflessione di Cagliari lo ha pubblicato nel 2009 con l'attuale titolo.Il protagonista di questo surreale romanzo breve (di formazione) è appunto Tony Stantuffo, di professione "coltivatore di vizi". Tony vive di rendita grazie ai proventi degli affitti di un residence di sua proprietà, ama le donne (o meglio, più che le donne ama il sesso...), è un grande appassionato dei film porno di Selen, adora la Ceres, gli piace viaggiare e leggere i libri che ruba a causa di una sorta di cleptomania che lo affligge. Un giorno si trova tra le mani un misterioso quaderno rosso che racchiude un segreto di vitale importanza. Il guru Coluicheindicalaluce cerca di aiutarlo a decifrare quel mistero, ma sia lui che Tony sanno che dovrà farcela da solo. Ce la farà? Scoprirà quale fondamentale verità è racchiusa tra quelle pagine prima che sia troppo tardi?C'è chi dice che Tony sono io. Beh, qui ci sarebbe da discutere giorni e notti. Premesso che in ogni personaggio/protagonista che creo c'è qualcosa di mio, per quanto riguarda Tony potrei dire di aver creato un alter ego che è allo stesso tempo opposto e speculare; non è un caso che sia anche diventato un personaggio "reale", con un volto, un corpo, un suo blog e il profilo facebook; e anche in questo caso ci sono differenze: per esempio il Tony del libro è descritto come molto magro, mentre il Tony in rete ha una pancia prominente. Diciamo che il Tony del quaderno potrebbe essere quello che avrei voluto essere io, o che probabilmente sarei io se fossi più cinico, insensibile ed estroverso, cosa che non mi dispiacerebbe per meglio galleggiare in un mondo di cacca come questo. Tony inoltre è benestante: può togliersi sfizi e coltivare vizi come meglio gli aggrada. Io no. Tony è un tombeur de femmes. Io no. Tony ruba ai ricchi... di parole per donare a sè stesso. Io non sono capace neanche di rubare una biro al tavolo di un bar. Tony è un viaggiatore bulimico. Io vorrei viaggiare di più. Per altri versi Antonio Pitigrilli (il vero nome del protagonista) mi somiglia al cento percento: sa come evolversi nell'ozio, beve litri di birra, diffida della gente, possiede un discreto senso dell'ironia e dell'autoironia, ha una prospettiva-fuori-dal-gregge delle "cose della vita", politica e religione incluse.Se ci penso, senza rileggerlo perché non amo rileggere i miei vecchi libri, potrei definire Il quaderno rosso una sorta di libro autoterapeutico e portafortuna. L'ho scritto per trovare un giusto equilibrio tra Simone e Tony, tra quello che sono e quello che non ho. E di conseguenza, per scongiurare gli scenari catastrofici che potrebbero configurarsi dal non comprendere il segreto racchiuso nel quaderno.