dottormanser
BLOG CUL...TURALEMessaggi di Marzo 2021
Un anno fa ci siamo ritrovati tutti in una situazione surreale, che difficilmente avremmo potuto immaginare. Abbiamo conosciuto un nuovo anglicismo (tanto per cambiare): lockdown.
Confinati in casa, limitati negli spazi e con tanto tempo a disposizione, per sopravvivere soprattutto mentalmente ognuno ha dovuto attingere alle “proprie risorse”, scoprendone di nuove in certi casi.
Chi ama i libri e la letteratura disponeva sicuramente di un’ancora di salvezza in più. Nei due mesi di chiusura totale, marzo e aprile, ho sfruttato la mia passione, leggendo diversi libri. Di quel periodo ricordo di essermi impuntato con un tomo storico interessante ma abbastanza palloso: “Le benevole” di Jonathan Littell. Ho poi letto libri meno noiosi: “”Don Giovanni, l’ingannatore” di Claudio Risè, “Sopravvissuta ad Auschwitz” di Emanuela Zuccalà e “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino.
Finita la chiusura forzata tra le mura domestiche ho naturalmente proseguito con la lettura, mantenendo sempre alta la mia media di 3/4 libri al mese. Durante questi dodici mesi ho scoperto opere e autori indimenticabili. Cito al primo posto Daniele Mencarelli e i suoi “Tutto chiede salvezza” e “La casa degli sguardi”. Bella scoperta anche Daria Bignardi con “Storia della mia ansia” e “Oggi faccio azzurro”. E poi “Eleanor Oliphant sta benissimo” di Gail Honeyman. Ho riassaporato la grande letteratura americana con “Stoner” di John Williams, “La strada di casa” di Kent Haruf e l’intramontabile “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee.
Altre menzioni particolari vanno a “Less is more” di Salvatore La Porta, “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano, “Cristo si è fermato a Eboli” di Primo Levi e “Olive Kitteridge” di Elizabeth Strout.
Uno dei lati positivi di questo annetto nefasto a livello mondiale è che ho scoperto l’alta qualità della letteratura femminile. Sono sempre stato un po’ prevenuto nei riguardi delle autrici, forse per colpa di un imprinting negativo, e anche se continuo a preferire gli autori maschi ho fatto delle belle scoperte oltre a un grande passo in avanti a livello di apertura mentale.
Chiudo con un monotono ma importantissimo consiglio: LEGGETE PIÙ CHE POTETE, PERCHÉ NIENTE COME LEGGERE RENDE LIBERI.
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Il sedicesimo libro che ho avuto il piacere e il coraggio (perché al giorno d'oggi ci vuole coraggio a provare di fare un po' di cultura...) è la storia di mio padre Pier Paolo, in particolare del periodo laziale che culminò con il primo storico scudetto nel 1974. Lo potete ordinare su Amazan o richiederlo in libreria.
La Lazio che vinse lo scudetto nel 1974 è una delle squadre più leggendarie che abbiano mai calcato i campi da calcio in Italia e forse nel mondo. Molti l’hanno raccontata, ricordando le scorribande, dentro e fuori dal rettangolo di gioco, dei suoi grandi, folli campioni: da Giorgio Chinaglia a Pino Wilson, da Vincenzo D’Amico a Luciano Re Cecconi. Pier Paolo Manservisi, detto “Uccellino”, uomo e giocatore di diversa indole ma di carattere ugualmente determinato, in quella Lazio c’era. Il figlio Simone, catapultato nel passato dopo aver varcato la soglia di una misteriosa casa nascosta in un bosco, rivive l’epopea della banda Chinaglia come in un film. Scopre così le incredibili coincidenze del destino, e si rende conto che la presenza di suo padre in casacca biancoceleste è stata molto meno marginale di quanto si pensi per far entrare quel gruppo di “pazzi” nel mito. (L'alba dello scudetto, di Simone Manservisi, Ultra edizioni, 2020)
Il libro precedentemente pubblicato invece, è sempre a tema calcistico ma parla specificamente della mia esperienza di allenatore di bambini. Come per "L'alba dello scudetto", potete acquistarlo su internet o ordinarlo al vostro libraio di fiducia.
Dopo una vita trascorsa a giocare sui campi della provincia, con l’esempio del padre Pier Paolo ex calciatore della Lazio di Chinaglia e Re Cecconi nella mente e nel cuore, Simone scopre che allenare bambini è la sua vocazione naturale. Da più di dieci anni fa il mister con impegno e passione estremi, ben consapevole dell’importanza del ruolo che ricopre. A questo punto sente che è giunto il momento di fare un bilancio della sua esperienza con i più giovani; conscio del fatto che si può imparare quotidianamente qualcosa di nuovo, mette a disposizione tramite idee, consigli e opinioni la sua filosofia calcistica maturata nel tempo, per tutti coloro – genitori, allenatori e insegnanti in primis – che hanno a che fare con il delicato compito dell’educazione. Perché insegnare calcio è educare alla vita. (Di padre in figlio, di Simone Manservisi, Sensoinverso edizioni, 2018)
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