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I"miei"Campi Flegrei


I Campi Flegrei (in latino Phlegraei campi), comprendono il territorio collinoso compreso tra Napoli, capo Miseno e Cuma che si estende nell’entroterra all’antico alveo del fiume Sebeto. È una regione vulcanica che alterna crateri poco elevati, laghetti e colline coperte di vigorosa vegetazione, dando vita a suggestivi panorami.La denominazione di “flegrei” risale ai primitivi coloni greci (dal greco flégo, “ardere”), i quali assimilarono quest’area a quella, anch’essa vulcanica, della penisola di Flegra, nella Calcidica, dove si svolse la mitica battaglia tra gli dei e i giganti, che avevano tentato di dare la scalata all’Olimpo. Per secoli i Campi Flegrei sono stati una tappa fondamentale del Grand Tour in Italia, come documentano numerosi resoconti e una ricca iconografia che va dalle incisioni cinquecentesche ai dipinti settecenteschi di pittori italiani e stranieri.La densità dei monumenti (fra questi, le sontuose ville che vi eressero gli imperatori e l’aristocrazia romana) e la stratificazione delle testimonianze letterarie, ancor prima della scoperta di Ercolano e Pompei, faceva di questi luoghi uno dei siti in cui meglio si manifestava il “nume” dell’antico, reso vivo dal ricordo dei miti cantati da Omero e Virgilio.La creazione di una rete museale diffusa sul territorio, che intende ricostruire l’antica realtà territoriale frammentata dallo sviluppo storico successivo, ha trovato la sua prima realizzazione nell’apertura del Museo archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia, nei lavori di ristrutturazione di Rione Terra a Pozzuoli e nel Parco archeologico di Cuma.Il percorso dei Campi Flegrei connette idealmente le tappe di uno sviluppo civile e culturale che abbraccia l’arco di molti secoli, dalla colonizzazione greca fino all’apogeo di Roma, in un territorio ancora oggi suggestivo, fra i più ricchi di testimonianze antiche
Bagnoli(ex area Italsider)