Creato da supergeco il 13/04/2007

Pulce Nell'Orecchio

Approfondimenti sociali

 

 

REFERENDUM 12 - 13 GIUGNO 2011

Post n°22 pubblicato il 08 Aprile 2011 da supergeco
 

Ai referendum di
domenica 12 e lunedì 13  giugno vota SI per dire NO.
1- Vota SI per dire NO AL NUCLEARE.
2 - Vota SI per dire NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA.
3 - Vota SI per dire NO AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO.
RICORDATEVI CHE DOVETE PUBBLICIZZARLO VOI IL REFERENDUM... perchè gli spot
non passeranno nè in Rai nè a Mediaset.
Sapete perché? Perché nel caso in cui riuscissimo a raggiungere il quorum
lo scenario sarebbe drammatico per la maggior parte del Governo ma stupendo
per tutti i cittadini italiani:
1 - Se passa il SI per dire NO AL NUCLEARE, GLI IMPRENDITORI NON SI
ARRICCHIRANNO CON I NOSTRI SOLDI E LA NOSTRA SALUTE.
2 - Se passa il SI per dire NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA, GLI
IMPRENDITORI NON SI ARRICCHIRANNO SU UN BENE DI PRIMA NECESSITA'.
3 - Se passa il SI per dire NO AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO, BERLUSCONI NON
POTRA' PIU' DIRE CHE HA LA MAGGIORANZA DEGLI ELETTORI DALLA SUA PARTE
Vi ricordo che il referendum passa se viene raggiunto il quorum. E'
necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone. Secondo la
propaganda berlusconiana le cose devono andare a finire così:
1 - I cittadini si informano attraverso la Tv.
2 - Le Tv appartengono a Berlusconi.
3 - Berlusconi, per i motivi sopra indicati, non vuole che il referendum passi.
4 - Il referendum non sarà  pubblicizzato in TV.
5 - I cittadini, non sapranno nemmeno che ci sarà un referendum da votare il 12 giugno.
6 - I cittadini, non andranno a votare il referendum.
7 - Berlusconi sarà contento, farà arricchire i suoi amici, si arricchirà, resterà al suo posto.
8 - I cittadini, continueranno a prenderla nel deretano.
Vuoi che le cose non vadano a finire cosi? Copia-incolla e pubblicizza il
referendum a parenti, amici, conoscenti e non conoscenti.
Passaparola!

 
 
 

INDOVINA CHI?

Foto di supergeco

"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di
delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la
condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo.
Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini?
Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per
interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva
naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al
forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve
scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il
suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.
Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma
di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei.
Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito
di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue
maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il
buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia
è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo
esempio italiano.
Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto,
cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario,
buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che
disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di
profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come
ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il
personaggio che vuole rappresentare."

Qualunque cosa abbiate pensato, il testo, del 1945, si riferisce a
Mussolini...



PS.: Si invitano le persone che ricevono la presentecomunicazione a trasmetterla ad almeno altre cinque persone.

Non sia mai che qualcuno lo votasse di nuovo...

 
 
 

RIFORMA SCOLASTICA

Post n°20 pubblicato il 17 Ottobre 2008 da supergeco
 




Senza entrare nel merito della riforma Gelmini ritengo interessante pubblicare quanto segue, lascio ai lettori eventuali considerazioni e regionamenti.

L'IPOTESI DI CALAMANDREI

Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso

dell'Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn), a Roma l'11

febbraio 1950.

 

Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al

potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole

rispettare la costituzione, non la vuole violare in sostanza.

Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in

alloggiamento per i manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una

larvata dittatura.

Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per

trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che

le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una

certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il

fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra

strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a

trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle.

Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private.

Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel

partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste

scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino

a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo

sono migliori si dice di quelle di stato. E magari si danno dei

premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei

cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli

invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle"

scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si

riesce meglio.

Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito

dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato

in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare

la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo

convegno questo è il punto che bisogna discutere.

Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di

questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già

detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora.

Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la

sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne

la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i

titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.

Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare

alle scuole private denaro pubblico.

Pubblicato nella rivista Scuola democratica, 20 marzo 1950.

 
 
 

La separazione dei poteri come garanzia di libertà

Post n°19 pubblicato il 09 Luglio 2008 da supergeco
 

Il testo che riporto di seguito è tratto da "Lo spirito delle leggi" di Montesquieu (1748).

Vi sono in ogni Stato tre specie di poteri: il potere legislativo, il potere esecutivo delle cose che dipendono dal diritto delle genti, ed il potere esecutivo delle cose che dipendono dal diritto civile.

Grazie al primo, il principe o il magistrato fa delle leggi per un certo tempo o per sempre e emenda o abroga quelle già esistenti. Grazie al secondo, fa la pace o la guerra, invia e riceve ambasciate, organizza la difesa, previene le invasioni. Grazie al terzo, punisce i delitti o giudica le controversie dei privati. Chiameremo quest'ultimo potere giudiziario e l'altro semplicemente potere esecutivo dello Stato.

La libertà politica è quella tranquillità di spirito che la coscienza della propria sicurezza dà a ciascun cittadino; e condizione di questa libertà è un governo organizzato in modo tale che nessun cittadino possa temere un altro.

Quando nella stessa persona o nello stesso corpo di magistratura, il potere legislativo è unito al potere esecutivo, non esiste libertà; perchè si può temere che lo stesso monarca o lo stesso senato facciano delle leggi tiranniche per eseguirle tirannicamente.

E non vi è libertà neppure quando il potere giudiziario non è separato dal potere legislativo o da quello esecutivo. Se fosse unito al potere legislativo, il potere sulla vita e sulla libertà dei cittadini sarebbe arbitrario: poichè il giudice sarebbe il legislatore. Se fosse unito al potere esecutivo, il giudice potrebbe avere la forza di un oppressore.

Tutto sarebbe perduto se un'unica persona o un unico corpo di notabili, di nobili o di popolo esercitasse questi tre poteri: quello di fare le leggi, quello di eseguire le risoluzioni pubbliche e quello di punire i delitti o le controversie dei privati.

Nella maggio parte dei regni europei, il governo è moderato, perchè il principe, che ha i due primi poteri, lascia ai propri sudditi l'esercizio del terzo. Presso i Turchi, dove questi tre poteri sono riuniti nella persona del sultano, regna uno spaventoso dispotismo.

(...)

Mi fermo qui, il testo continua descrivendo come il popolo può essere rappresentato all'interno dello Stato..

Credo che quanto scritto nel 1748 sia piuttosto significativo e incredibilmente attuale!

Questa corrente di pensiero ha portato alla rivoluzione francese.


 
 
 

RENATO SCHIFANI     - La verità -

Foto di supergeco

Belin ragazzi.. volevo chiudere il blog, poi alcuni di voi mi hanno scritto e qualcuno ha potuto parlarmi.. direi che mi avete più o meno convinto.. Diciamo che mentre stavo valutando se chiudere o no mi sono imbattuto nella home page di Libero, dove trovava l'ennesimo rimbalzo la notizia delle parole incaute di Marco Travaglio durante una puntata di Che Tempo Che Fa, celebre trasmissione in onda su Rai Tre condotta da Fabio Fazio.. Marco Travaglio, durante un discorso piuttosto ampio, faceva riferimento ad amicizie "mafiose" di Renato Schifani (attuale presidente del Senato).. hoibò!! Per mille saette!!! Vuoi dire che al governo ci siano personaggi poco raccomandabili? Le parole di Travaglio hanno effetivamente scatenato un bel polverone, la querela di Schifani, le scuse di Fazio, l'indignazione di Anna Finocchiaro (Pd) e l'invito a tutti gli utenti, da parte di Libero, a lasciare la propria opinione su queste "accuse" alla seconda carica dello Stato ("Accuse" è la definizione usata da Anna Finocchiaro). Purtroppo non ho fatto in tempo a lasciare il mio commento perchè non avevo visto la puntata incriminata e non conosco abbastanza bene le vicende che coinvolgno Renato Schifani, di conseguenza, siccome a me piace commentare solo quando ho le conoscenze per farlo, mi sono documentato:

1) ho guardato l'intervento di Marco Travaglio a Che Tempo Che Fa;

2) a questo punto mi sono reso conto che le accuse non le ha fatte Travaglio, ha riportato scritti di altri e fatti... Quindi mi sono chiesto.. non è che Questo Marco Travaglio dice cose false? Sarà vero che Renato Schifani Presidente Del Senato ha avuto a che fare con personaggi mafiosi? Dopo tutto, ognuno può avere le amicizie che vuole ma se questo qualcuno ricopre un'importante carica dello Stato a me girano un pò le palle.. così.. convinto di non trovare risposte, ho inserito il nome Renato Schifani in un motore di ricerca e.... Voilà! Come un coniglio dal cilindro è comparsa la pagina di WIKIPEDIA a darmi le dovute spiegazioni:

http://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Schifani

Non ci credevo.. è tutto vero.. allora mi sono ricordato di altri personaggi politici non proprio vergini dal punto di vista giudiziario e ho ripetuto l'esperimento..

Marcello Dell'utri:

http://it.wikipedia.org/wiki/Marcello_Dell%27Utri

Cesare Previti

http://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Previti

Amedeo Matacena

http://it.wikipedia.org/wiki/Amedeo_Matacena

Cavolo ragazzi.. sembra una barzelletta.. eppure è la realtà.

In questo paese si fa la guerra a chi dice la verità, vogliono nascondere i fatti pilotando le opinioni dall'alto.

Anna Finocchiaro, esponente di spicco del Pd ha dichiarato :" Accuse contro Schifani senza contraddittorio, inaccettabile". Senza contraddittorio? Ma qui si parla di fatti non di accuse, è come dire che il prezzo della benzina sale e voler invitare la benzina a replicare..

Comunque.. fatevi la vostra opinione, le pagine di Wikipedia parlano di fatti.

Saluti a tutti anzi..

Baciamo le mani.

P.s. la foto all'inizio dell'articolo, ritrae da sinistra Cesare Previti, Marcello Dell'Utri e Amedeo Matacena in parlamento.

 
 
 
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