ULTRA' a tutta D

LETTERA A SILVIO


WWW.CARLOPARLANTI.ITMilano 22/09/2005   Oggetto: Carlo Parlanti url.: www.carloparlanti.it Egregio Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi Come da un anno a questa parte anche oggi ho telefonato al suo ufficio per chiedere un riscontro da parte Vostra, visto che e’ un anno che invio lettere, fax e email e non ho avuto alcun riscontro, oltre a sentirmi dire: scriva; oppure che vuole che faccia il presidente. Come cittadino Italiano vorrei che il PRESIDENTE mi rassicurasse che sono tutelato e che non si puo’ svegliare la mattina un qualsiasi cittadino d’oltreoceano e farmi sbattere in prigione sulla base delle sue parole, mentre, oltretutto mi trovo in territorio europeo. Vorrei una risposta dal mio governo, quello a cui pago regolarmente le TASSE e che dovrebbe tutelarmi, sapere cosa c’e’ stato di Garanzie nella faccenda di Carlo Parlanti, un cittadino italiano presunto innocente che da 1 anno e tre mesi e’ in prigione senza processo, senza prove, senza sentenza e che nel frattempo e’ stato esposto al bacillo della TBC, e’ asmatico e non gli permettono di tenere con se il ventolin che gli e’ utile nel momento in cui dovesse avere problemi di respirazione, che e’ affetto da fungina con tagli che se curati in casa propria non sono un problema, ma in una prigione tutto cambia, e’ esposto a gravi infezioni. Questa e’ la cruda verita’, io, la famiglia di Carlo ma soprattutto Carlo abbiamo diritto ad una risposta sul perche’ un cittadino Italiano per poter tornare a vivere deve rendersi colpevole di un infamante Crimine che non ha commesso e che con adeguate indagini (quindi con i dovuti fondi economici, che oramai non abbiamo più) e pagando regolarmente la parcella dell’avvocato sarebbe discolpato e probabilmente riconosciuta la sua innocenza. Ogni uomo ha diritto ad una adeguata difesa, soprattutto su queste basi.Ora, per la Ventesima volta le scrivo, questa lettera sara’ pubblicata sul sito, sara’ inviata a mezzo email ai diversi enti, partiti e politici, sara’ inviata a testate giornalistiche e a gente comune, quella come me, che continua a pagare chi ci dovrebbe governare e non ci tutela abbastanza. Per finire, non voglio polemizzare sulle parole delle sue assistenti, ma non e’ necessario che con arroganza cerchino di provocarmi dicendo: mi puo’ registrare e mandarla in Radio, sono una persona attendibile da essere creduta, non ho bisogno di registrare determinate risposte perche’ i miei connazionali possano credermi.Katia Anedda Via L. Zoja, 30 20153 Milano