Ci sono tante domeniche di calcio, ma poche rimangono nella memoria, indelebili, per anni e anni. La passione per una squadra va costruita passo dopo passo, e giornate come queste che vi racconto, vanno a creare l’amore, l’orgoglio e l’attaccamento ad una squadra, che diventa “la squadra” per il resto della tua vita. Non dimenticherò mai il primo anno di serie D dell’Angolana che ho seguito, stagione 1998-99. Molte sono le partite che ricordo con piacere soprattutto per il nostro tifo: sano,vero, passionale. È questo l’anno nel quale è nato nel nostro paese un piccolo movimento ultras, che continua fino ad adesso. La partita con il Lanciano, capolista del nostro girone era la gara dell’anno. E la coreografia doveva essere degna di un evento simile. Alle 8 di quella domenica i mitici Enzo e Sergio mi passano a prendere, e andiamo al campo dove la nostra Daniela ci stava aspettando insieme a Marco e Fabio. Iniziamo a preparare la coreografia che consisteva in palloncini azzurri, neri e gialli gonfiati con l’elio, legati a delle buste nere e azzurre da far volare al momento dell’ingresso in campo delle 2 squadre. Alle 8,30 già siamo tutti i pronti e iniziamo il nostro lavoro tra uno scherzo, una risata, e rimproveri vari per i nostri errori. Mitica pausa verso le 10 con birra e panini con peperoni e uova, poi subito ci rimettiamo a lavoro. Eravamo soli allo stadio e già si assaporava la tensione di una partita così importante. Concludiamo il lavoro proprio al limite, 20 minuti prima dell’inizio. I palloncini sono legati alle buste che posizioniamo davanti alla rete in maniera alternata. Fumogeni, bandiere, sciarpe fanno da contorno. I lancianesi arrivano in 4-500, sono tantissimi, colorati e chiassosi, ma anche noi ci facciamo sentire. La partita è bella, intensa, con più di 1000 persone allo stadio. Andiamo addirittura in vantaggio con un gol del mitico Bettini che viene verso di noi sfoggiando una maglietta con la “S” di superman. È il delirio completo, alziamo cori davvero potenti, è una grande giornata. Ma purtroppo, il Lanciano è troppo forte per noi, e durante il secondo tempo ci rifila 4 gol, incluso un autogol del nostro capitano Naccarella. Alla fine i lancianesi festeggiano, ma anche noi siamo soddisfatti del nostro lavoro, dei nostri canti e soprattutto della nostra coreografia. Aspettiamo i nostri giocatori alla fine della partita, li salutiamo e ci complimentiamo per la gara. Noi sentivamo di aver vinto lo stesso. Torno a casa verso le 18-19, esausto, ma felice di aver assistito e di aver creato uno spettacolo. Torno dopo 10 ore passate allo stadio, con persone che hanno contribuito a creare in me tutta la passione per questi colori. Proprio una domenica da non dimenticare.
seza parole
Ci sono tante domeniche di calcio, ma poche rimangono nella memoria, indelebili, per anni e anni. La passione per una squadra va costruita passo dopo passo, e giornate come queste che vi racconto, vanno a creare l’amore, l’orgoglio e l’attaccamento ad una squadra, che diventa “la squadra” per il resto della tua vita. Non dimenticherò mai il primo anno di serie D dell’Angolana che ho seguito, stagione 1998-99. Molte sono le partite che ricordo con piacere soprattutto per il nostro tifo: sano,vero, passionale. È questo l’anno nel quale è nato nel nostro paese un piccolo movimento ultras, che continua fino ad adesso. La partita con il Lanciano, capolista del nostro girone era la gara dell’anno. E la coreografia doveva essere degna di un evento simile. Alle 8 di quella domenica i mitici Enzo e Sergio mi passano a prendere, e andiamo al campo dove la nostra Daniela ci stava aspettando insieme a Marco e Fabio. Iniziamo a preparare la coreografia che consisteva in palloncini azzurri, neri e gialli gonfiati con l’elio, legati a delle buste nere e azzurre da far volare al momento dell’ingresso in campo delle 2 squadre. Alle 8,30 già siamo tutti i pronti e iniziamo il nostro lavoro tra uno scherzo, una risata, e rimproveri vari per i nostri errori. Mitica pausa verso le 10 con birra e panini con peperoni e uova, poi subito ci rimettiamo a lavoro. Eravamo soli allo stadio e già si assaporava la tensione di una partita così importante. Concludiamo il lavoro proprio al limite, 20 minuti prima dell’inizio. I palloncini sono legati alle buste che posizioniamo davanti alla rete in maniera alternata. Fumogeni, bandiere, sciarpe fanno da contorno. I lancianesi arrivano in 4-500, sono tantissimi, colorati e chiassosi, ma anche noi ci facciamo sentire. La partita è bella, intensa, con più di 1000 persone allo stadio. Andiamo addirittura in vantaggio con un gol del mitico Bettini che viene verso di noi sfoggiando una maglietta con la “S” di superman. È il delirio completo, alziamo cori davvero potenti, è una grande giornata. Ma purtroppo, il Lanciano è troppo forte per noi, e durante il secondo tempo ci rifila 4 gol, incluso un autogol del nostro capitano Naccarella. Alla fine i lancianesi festeggiano, ma anche noi siamo soddisfatti del nostro lavoro, dei nostri canti e soprattutto della nostra coreografia. Aspettiamo i nostri giocatori alla fine della partita, li salutiamo e ci complimentiamo per la gara. Noi sentivamo di aver vinto lo stesso. Torno a casa verso le 18-19, esausto, ma felice di aver assistito e di aver creato uno spettacolo. Torno dopo 10 ore passate allo stadio, con persone che hanno contribuito a creare in me tutta la passione per questi colori. Proprio una domenica da non dimenticare.