Blackout

Una nuova avventura-Terza parte-


Sapevo benissimo il motivo per il quale accettai di fare il soldato,ma ancora adesso il segreto lo mantengo dentro di me.I primi giorni non furono facili,come non furono facili i giorni successivi,nell’arco di 24 ore tutto il mio mondo,il mio carattere,il mio modo di pormi furono cambiati,era come se ci stavamo preparando ad una guerra imminente e le nuove reclute dovevano imparare tutto quello che si acquisisce negli anni.Guardando a distanza di mesi e anni rido su questo trampolino di lancio che mi spalancò le porte del mondo….le porte verso gli uomini.I cambiamenti non furono solo caratteriali ma furono anche fisici,capelli rasati,nessuna traccia di barba sul viso e dovevamo perdere peso a distanza di poco per essere agili e scattanti.Dopo esserci recati nei magazzini della vestizione e dopo aver aspettato ore e ore davanti a quella porta fummo serviti come pecore,dovevamo essere veloci e attenti nel prendere il guardaroba di giusta taglia,dopo aver preso il tutto dovevamo cambiarci.Tutto accadeva cosi in fretta che non mi rendevo conto che mi stavo perdendo al mio interno,stavo perdendo me stesso.Dopo averci serviti ci mostrarono le nostre stanze,certo immaginavo all’inizio che tutto sarebbe stato diverso da quello che noti nei film,ma qualche volta l’immaginazione inganna….quelle non erano stanze ma erano stalle.I muri erano talmenti bianchi che si notavano scritte di vario genere e anche qualche macchia,la stanza non era grande ma al suo interno alloggiavano 12 lettini a castello,gli armadi erano di ferro alcuni rotti,alcuni piegati alcuni molto sporchi.In preda alla disperazione e alla confusione interiore guardai l’unica finestra semiaperta,  nei miei occhi si poteva intravedere un grido che usciva fuori dalla mia anima……..l’unica domanda che mi posi in quell’istante fu:perché ho scelto questa situazione per potermene andare?