Valle dei pensieri

L'8 marzo, non una festa ma un momento per riflettere


Ieri è stato l'8 Marzo. I soliti regali di rito: le mimose e i baci perugina; gli auguri sprecati e le "donne originali" che vanno a mangiarsi una piazza tra loro vietando, categoricamente, la partecipazione agli uomini. Sono da sempre stato contrario a queste pseudo-feste che, in qualche modo, sono "feste di ruolo". Si, feste di ruolo che ghettizzano e discriminano chi non fa parte della categoria festeggiata. Sono feste stupide e credo addirittura dannose che favoriscono la nascita e l'ampliamento degli stereotipi e delle differenza sessuali e personali tra gli individui. Perché le donne non possono festeggiare la loro festa anche con gli uomini?! Perché a s. Valentino i fidanzati sono più felici e i single si sentono di merda?! Perché categorizzare e definire i gruppi, le persone e tutto il resto? Non bastano già i pregiudizi che infestano la mente di molti uomini? La tendenza che l'uomo ha a banalizzare le cose è disarmante e scoraggiante. Siamo proprio dei "cognitive miser", come dicono gli psicologi inglesi. La festa della donna non dovrebbe essere un giorno durante il quale la donna viene "semplicemente" esaltata. La festa della donna dovrebbe essere, prima di tutto, un modo per ricordare che il mondo senza le donne non potrebbe esistere. Che senza i loro sguardi, i loro pianti, i loro sorrisi, la loro delicatezza e la loro sensibilità; la oro incomprensibilità e la loro complessità per noi uomini non varrebbe la pena di vivere. Amo le donne e tutto ciò che le contraddistingue, le festeggio ogni giorno rispettandole e ammirandole e vedo come ipocrita una festa(tral'altro così sentita soprattutto nei paesi ricchi)che celebra la donna imponendoci l' acquisto di fiori e cioccolatini e pare dimenticarsi che in molte parti del mondo ci sono ancora rappresentanti del gentil sesso che vengono considerate come oggetti, schiave dei loro mariti. In certe culture la donna non ha dignità e non viene vista nemmeno come un essere umano. Mentre le "femmine" occidentali sono impegnate a mangiare una pizza con le amiche per festeggiare il loro giorno, da qualche parche in Africa o in Afghanistan qualcuna viene lapidata o condannata all'ergastolo perché forse ha tradito suo marito. Come sempre accade, si dice di odiare proprio ciò che si è: la maggior parte degli occidentali si dichiara paladina della lotta all'ipocrisia, ma non si rende conto di quanto sia essa stessa il simbolo di questo male. Di quanto l'egoismo e i valori distorti caratterizzino la nostra epoca e la nostra cultura. Chi mi conosce sa come cerco di essere equo e moderato in certe cose. E' giusto ricordare la tragedia delle povere donne che morirono in quella famosa fabbrica, ma quanti altri uomini sono morti ingiustamente o eroicamente?! A questo punto, perché non inventare anche la festa degli uomini, o quella dei figli, o quella dei single?! Queste imposizioni di ruolo portano ad estremismi pericolosi. Proprio perché penso che le donne abbiano le stesse capacità e la stessa dignità degli uomini, credo che i maschilisti e i femministi cadano entrambi in gravi errori di valutazione. Così come sbaglia chi asserisce che un uomo e una donna sono perfettamente identici. Gli uomini e le donne sono, per ragioni filogenetiche e biologiche, molto diversi sia dal punto di vista fisico che mentale e nessuno di noi dovrebbe preoccuparsi di stabilire chi è il migliore e partire da preconcetti categorici. Una donna che sbaglia ed è volgare merita lo stesso trattamento di un uomo(e non mi riferisco certo ad una risposta fisica,come ad esempio potrebbe essere un aggressione...che le donne non si toccano nemmeno con un fiore è un sacrosanto dogma incontrovertibile). In poche parole, rispetto e amo le donne che meritano di essere rispettate e amate e, nei miei attacchi dialettici, tratto entrambi i sessi allo stesso modo. E' anche una forma di rispetto, no?! Dare la stessa importanza e lo stesso peso a concetti uguali espressi da sessi diversi...